DIRITTO D’AUTORE

 

L. 22-4-1941 n. 633

 

Protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio.

 

Pubblicata nella Gazz. Uff. 16 luglio 1941, n. 166.

 

con riferimento al presente provvedimento sono state emanate le seguenti circolari:

- Ministero delle finanze: Circ. 3 maggio 1996, n. 108/E; Circ. 10 giugno 1998, n. 147/E;

- Ministero per i beni culturali e ambientali: Circ. 26 novembre 1997, n. 249;

- Ministero per la pubblica istruzione: Circ. 22 luglio 1998, n. 318.

(1/a) L'art. 9, L. 18 agosto 2000, n. 248, ha disposto che, nel testo della presente legge, l'espressione: "Ente italiano per il diritto d'autore", ovunque ricorra, sia sostituita dall'espressione "Società italiana degli autori ed editori (SIAE)".

 

TITOLO I (1/b)

Disposizioni sul diritto d'autore

Capo I - Opere protette

 

1. Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell'ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all'architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione.

Sono altresì protetti i programmi per elaboratore come opere letterarie ai sensi della Convenzione di Berna sulla protezione delle opere letterarie ed artistiche ratificata e resa esecutiva con legge 20 giugno 1978, n. 399, nonché le banche di dati che per la scelta o la disposizione del materiale costituiscono una creazione intellettuale dell'autore (1/c).

 

(1/b) Vedi, anche, l'art. 17, L. 6 febbraio 1996, n. 52 e dall'art. 7, D.Lgs. 6 maggio 1999, n. 169.

(1/c) Comma aggiunto dall'art. 1, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.) e poi così modificato dall'art. 1, D.Lgs. 6 maggio 1999, n. 169.

 

 

2. In particolare sono comprese nella protezione:

1) le opere letterarie, drammatiche, scientifiche, didattiche, religiose, tanto se in forma scritta quanto se orale;

2) le opere e le composizioni musicali, con o senza parole, le opere drammatico-musicali e le variazioni musicali costituenti di per sé opera originale;

3) le opere coreografiche e pantomimiche, delle quali sia fissata la traccia per iscritto o altrimenti;

4) le opere della scultura, della pittura, dell'arte del disegno, della incisione e delle arti figurative similari, compresa la scenografia (1/d);

5) i disegni e le opere dell'architettura;

6) le opere dell'arte cinematografica, muta o sonora, sempreché non si tratti di semplice documentazione protetta ai sensi delle norme del capo quinto del titolo secondo;

7) le opere fotografiche e quelle espresse con procedimento analogo a quello della fotografia sempre che non si tratti di semplice fotografia protetta ai sensi delle norme del capo V del titolo II (1/e);

8) i programmi per elaboratore, in qualsiasi forma espressi purché originali quale risultato di creazione intellettuale dell'autore. Restano esclusi dalla tutela accordata dalla presente legge le idee e i principi che stanno alla base di qualsiasi elemento di un programma, compresi quelli alla base delle sue interfacce. Il termine programma comprende anche il materiale preparatorio per la progettazione del programma stesso (1/f);

9) Le banche di dati di cui al secondo comma dell'articolo 1, intese come raccolte di opere, dati o altri elementi indipendenti sistematicamente o metodicamente disposti ed individualmente accessibili mediante mezzi elettronici o in altro modo. La tutela delle banche di dati non si estende al loro contenuto e lascia impregiudicati diritti esistenti su tale contenuto (1/g);

10) Le opere del disegno industriale che presentino di per sé carattere creativo e valore artistico (1/h).

 

(1/d) Numero così modificato dall'art. 22, D.Lgs. 2 febbraio 2001, n. 95.

(1/e) Numero aggiunto dall'art. 1, D.P.R. 8 gennaio 1979, n. 19 (Gazz. Uff. 30 gennaio 1979, n. 29) entrato in vigore, per il successivo art. 7, il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

(1/f) Numero aggiunto dall'art. 2, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.).

(1/g) Numero aggiunto dall'art. 2, D.Lgs. 6 maggio 1999, n. 169.

(1/h) Numero aggiunto dall'art. 22, D.Lgs. 2 febbraio 2001, n. 95.

 

 

3. Le opere collettive, costituite dalla riunione di opere o di parti di opere, che hanno carattere di creazione autonoma, come risultato della scelta e del coordinamento ad un determinato fine letterario, scientifico, didattico, religioso, politico od artistico, quali le enciclopedie, i dizionari, le antologie, le riviste e i giornali, sono protette come opere originali indipendentemente e senza pregiudizio dei diritti di autore sulle opere o sulle parti di opere di cui sono composte.

 

 

 

4. Senza pregiudizio dei diritti esistenti sull'opera originaria, sono altresì protette le elaborazioni di carattere creativo dell'opera stessa, quali le traduzioni in altra lingua, le trasformazioni da una in altra forma letteraria od artistica, le modificazioni ed aggiunte che costituiscono un rifacimento sostanziale dell'opera originaria, gli adattamenti, le riduzioni, i compendi, le variazioni non costituenti opera originale.

 

 

5. Le disposizioni di questa legge non si applicano ai testi degli atti ufficiali dello Stato e delle Amministrazioni pubbliche, sia italiane che straniere.

 

 

Capo II - Soggetti del diritto

6. Il titolo originario dell'acquisto del diritto di autore è costituito dalla creazione dell'opera, quale particolare espressione del lavoro intellettuale.

 

 

 

7. È considerato autore dell'opera collettiva chi organizza e dirige la creazione dell'opera stessa.

È considerato autore delle elaborazioni l'elaboratore, nei limiti del suo lavoro.

 

 

8. È reputato autore dell'opera, salvo prova contraria, chi è in essa indicato come tale nelle forme d'uso, ovvero, è annunciato come tale nella recitazione, esecuzione, rappresentazione o radio-diffusione dell'opera stessa.

Valgono come nome lo pseudonimo, il nome d'arte, la sigla o il segno convenzionale, che siano notoriamente conosciuti come equivalenti al nome vero (2).

 

(2) Per la tutela dello pseudonimo, vedi art. 9 codice civile 1942.

 

9. Chi abbia rappresentato, eseguito o comunque pubblicato un'opera anonima, o pseudonima, è ammesso a far valere i diritti dell'autore, finché non sia rivelato.

Questa disposizione non si applica allorché si tratti degli pseudonimi indicati nel secondo comma dell'articolo precedente.

 

 

 

10. Se l'opera è stata creata con il contributo indistinguibile ed inscindibile di più persone, il diritto di autore appartiene in comune a tutti i coautori.

Le parti indivise si presumono di valore eguale, salvo la prova per iscritto di diverso accordo.

Sono applicabili le disposizioni che regolano la comunione. La difesa del diritto morale può peraltro essere sempre esercitata individualmente da ciascun coautore e l'opera non può essere pubblicata, se inedita, né può essere modificata o utilizzata in forma diversa da quella della prima pubblicazione, senza l'accordo di tutti i coautori. Tuttavia in caso di ingiustificato rifiuto di uno o più coautori, la pubblicazione, la modificazione o la nuova utilizzazione dell'opera può essere autorizzata dall'autorità giudiziaria, alle condizioni e con le modalità da essa stabilite.

 

 

11. Alle amministrazioni dello Stato,... (2/a), alle Province ed ai Comuni, spetta il diritto di autore sulle opere create e pubblicate sotto il loro nome ed a loro conto e spese.

Lo stesso diritto spetta agli enti privati che non perseguano scopi di lucro, salvo diverso accordo con gli autori delle opere pubblicate, nonché alle accademie e agli altri enti pubblici culturali sulla raccolta dei loro atti e sulle loro pubblicazioni.

 

(2/a) Il partito nazionale fascista, che l'articolo elencava fra gli altri enti titolari di diritto d'autore, è stato soppresso con R.D.L. 2 agosto 1943, n. 704.

 

Capo III - Contenuto e durata del diritto di autore

Sezione I - Protezione della utilizzazione economica dell'opera

 

12. L'autore ha il diritto esclusivo di pubblicare l'opera.

Ha altresì il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l'opera in ogni forma e modo originale, o derivato, nei limiti fissati da questa legge, ed in particolare con l'esercizio dei diritti esclusivi indicati negli articoli seguenti.

È considerata come prima pubblicazione la prima forma di esercizio del diritto di utilizzazione.

 

 

12-bis. Salvo patto contrario, il datore di lavoro è titolare del diritto esclusivo di utilizzazione economica del programma per elaboratore o della banca di dati creati dal lavoratore dipendente nell'esecuzione delle sue mansioni o su istruzioni impartite dallo stesso datore di lavoro (2/b).

 

(2/b) Articolo aggiunto dall'art. 3, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.) e poi così sostituito dall'art. 3, D.Lgs. 6 maggio 1999, n. 169.

 

12-ter. Salvo patto contrario, qualora un'opera di disegno industriale sia creata dal lavoratore dipendente nell'esercizio delle sue mansioni, il datore di lavoro è titolare dei diritti esclusivi di utilizzazione economica dell'opera (3).

 

(3) Articolo aggiunto dall'art. 23, D.Lgs. 2 febbraio 2001, n. 95.

 

13. Il diritto esclusivo di riprodurre ha per oggetto la moltiplicazione in copie diretta o indiretta, temporanea o permanente, in tutto o in parte dell'opera, in qualunque modo o forma, come la copiatura a mano, la stampa, la litografia, l'incisione, la fotografia, la fonografia, la cinematografia ed ogni altro procedimento di riproduzione (3/a).

 

(3/a) Articolo così sostituito dall'art. 1, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

14. Il diritto esclusivo di trascrivere ha per oggetto l'uso dei mezzi atti a trasformare l'opera orale in opera scritta o riprodotta con uno dei mezzi indicati nell'articolo precedente.

 

 

 

15. Il diritto esclusivo di eseguire, rappresentare o recitare in pubblico ha per oggetto la esecuzione, la rappresentazione o la recitazione, comunque effettuate, sia gratuitamente che a pagamento, dell'opera musicale, dell'opera drammatica, dell'opera cinematografica, di qualsiasi altra opera di pubblico spettacolo e dell'opera orale.

Non è considerata pubblica la esecuzione, rappresentazione o recitazione dell'opera entro la cerchia ordinaria della famiglia, del convitto, della scuola o dell'istituto di ricovero, purché non effettuata a scopo di lucro.

 

 

15-bis. 1. Agli autori spetta un compenso ridotto quando l'esecuzione, rappresentazione o recitazione dell'opera avvengono nella sede dei centri o degli istituti di assistenza, formalmente istituiti nonché delle associazioni di volontariato, purché destinate ai soli soci ed invitati e sempre che non vengano effettuate a scopo di lucro. In mancanza di accordi fra la Società italiana degli autori ed editori (SIAE) e le associazioni di categoria interessate, la misura del compenso sarà determinata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da emanare sentito il Ministro dell'interno.

2. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sentite le competenti Commissioni parlamentari, sono stabiliti i criteri e le modalità per l'individuazione delle circostanze soggettive ed oggettive che devono dar luogo alla applicazione della disposizione di cui al primo periodo del comma 1. In particolare occorre prescrivere:

a) l'accertamento dell'iscrizione da almeno due anni dei soggetti ivi indicati ai registri istituiti dall'articolo 6 della legge 11 agosto 1991, n. 266;

b) le modalità per l'identificazione della sede dei soggetti e per l'accertamento della quantità dei soci ed invitati, da contenere in un numero limitato e predeterminato;

c) che la condizione di socio sia conseguita in forma documentabile e con largo anticipo rispetto alla data della manifestazione di spettacolo;

d) la verifica che la manifestazione di spettacolo avvenga esclusivamente a titolo gratuito da parte degli artisti, interpreti o esecutori, ed a soli fini di solidarietà nell'esplicazione di finalità di volontariato (3/b).

 

(3/b) Articolo aggiunto dall'art. 1, comma 48, D.L. 23 ottobre 1996, n. 545. Con D.P.C.M. 16 settembre 1999, n. 504, è stato emanato il regolamento sulle agevolazioni in materia di diritto d'autore nel caso di esecuzioni, rappresentazioni e manifestazioni effettuate da determinati soggetti.

 

16. 1. Il diritto esclusivo di comunicazione al pubblico su filo o senza filo dell'opera ha per oggetto l'impiego di uno dei mezzi di diffusione a distanza, quali il telegrafo, il telefono, la radio, la televisione ed altri mezzi analoghi e comprende la comunicazione al pubblico via satellite, la ritrasmissione via cavo, nonché le comunicazioni al pubblico codificate con condizioni particolari di accesso; comprende, altresì, la messa a disposizione del pubblico dell'opera in maniera che ciascuno possa avervi accesso dal luogo e nel momento scelti individualmente.

2. Il diritto di cui al comma 1 non si esaurisce con alcun atto di comunicazione al pubblico, ivi compresi gli atti di messa a disposizione del pubblico (3/c).

 

(3/c) Articolo così sostituito prima dall'art. 1, D.Lgs. 23 ottobre 1996, n. 581, poi dall'art. 1, L. 18 agosto 2000, n. 248, ed infine dall'art. 2, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

16-bis. 1. Ai fini della presente legge si intende per:

a) satellite: qualsiasi satellite operante su bande di frequenza che, a norma della legislazione sulle telecomunicazioni, sono riservate alla trasmissione di segnali destinati alla ricezione diretta del pubblico o riservati alla comunicazione individuale privata purché la ricezione di questa avvenga in condizioni comparabili a quelle applicabili alla ricezione da parte del pubblico;

b) comunicazione al pubblico via satellite: l'atto di inserire sotto il controllo e la responsabilità dell'organismo di radiodiffusione operante sul territorio nazionale i segnali portatori di programmi destinati ad essere ricevuti dal pubblico in una sequenza ininterrotta di comunicazione diretta al satellite e poi a terra. Qualora i segnali portatori di programmi siano diffusi in forma codificata, vi è comunicazione al pubblico via satellite a condizione che i mezzi per la decodificazione della trasmissione siano messi a disposizione del pubblico a cura dell'organismo di radiodiffusione stesso o di terzi con il suo consenso. Qualora la comunicazione al pubblico via satellite abbia luogo nel territorio di uno stato non comunitario nel quale non esista il livello di protezione che per il detto sistema di comunicazione al pubblico stabilisce la presente legge:

1) se i segnali ascendenti portatori di programmi sono trasmessi al satellite da una stazione situata nel territorio nazionale, la comunicazione al pubblico via satellite si considera avvenuta in Italia. I diritti riconosciuti dalla presente legge, relativi alla radiodiffusione via satellite, sono esercitati nei confronti del soggetto che gestisce la stazione;

2) se i segnali ascendenti sono trasmessi da una stazione non situata in uno Stato membro dell'Unione europea, ma la comunicazione al pubblico via satellite avviene su incarico di un organismo di radiodiffusione situato in Italia, la comunicazione al pubblico si considera avvenuta nel territorio nazionale purché l'organismo di radiodiffusione vi abbia la sua sede principale. I diritti stabiliti dalla presente legge, relativi alla radiodiffusione via satellite, sono esercitati nei confronti del soggetto che gestisce l'organismo di radiodiffusione;

c) ritrasmissione via cavo: la ritrasmissione simultanea, invariata ed integrale, per il tramite di un sistema di ridistribuzione via cavo o su frequenze molto elevate, destinata al pubblico, di un'emissione primaria radiofonica o televisiva comunque diffusa, proveniente da un altro Stato membro dell'Unione europea e destinata alla ricezione del pubblico (3/d).

 

(3/d) Aggiunto dall'art. 2, D.Lgs. 23 ottobre 1996, n. 581.

 

17. 1. Il diritto esclusivo di distribuzione ha per oggetto la messa in commercio o in circolazione, o comunque a disposizione, del pubblico, con qualsiasi mezzo ed a qualsiasi titolo, dell'originale dell'opera o degli esemplari di essa e comprende, altresì, il diritto esclusivo di introdurre nel territorio degli Stati della Comunità europea, a fini di distribuzione, le riproduzioni fatte negli Stati extracomunitari.

2. Il diritto di distribuzione dell'originale o di copie dell'opera non si esaurisce nella Comunità europea, se non nel caso in cui la prima vendita o il primo atto di trasferimento della proprietà nella Comunità sia effettuato dal titolare del diritto o con il suo consenso.

3. Quanto disposto dal comma 2 non si applica alla messa a disposizione del pubblico di opere in modo che ciascuno possa avervi accesso dal luogo e nel momento scelti individualmente, anche nel caso in cui sia consentita la realizzazione di copie dell'opera.

4. Ai fini dell'esaurimento di cui al comma 2, non costituisce esercizio del diritto esclusivo di distribuzione la consegna gratuita di esemplari delle opere, effettuata o consentita dal titolare a fini promozionali, ovvero di insegnamento o di ricerca scientifica (3/e).

 

(3/e) Articolo così sostituito prima dall'art. 1, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685 e poi dall'art. 3, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

 

18. Il diritto esclusivo di tradurre ha per oggetto tutte le forme di modificazione, di elaborazione e di trasformazione dell'opera previste nell'art. 4.

L'autore ha altresì il diritto di pubblicare le sue opere in raccolta.

Ha infine il diritto esclusivo di introdurre nell'opera qualsiasi modificazione.

 

 

18-bis. 1. Il diritto esclusivo di noleggiare ha per oggetto la cessione in uso degli originali, di copie o di supporti di opere, tutelate dal diritto d'autore, fatta per un periodo limitato di tempo ed ai fini del conseguimento di un beneficio economico o commerciale diretto o indiretto.

2. Il diritto esclusivo di dare in prestito ha per oggetto la cessione in uso degli originali, di copie o di supporti di opere, tutelate dal diritto d'autore, fatta da istituzioni aperte al pubblico, per un periodo di tempo limitato, a fini diversi da quelli di cui al comma 1.

3. L'autore ha il potere esclusivo di autorizzare il noleggio o il prestito da parte di terzi.

4. I suddetti diritti e poteri non si esauriscono con la vendita o con la distribuzione in qualsiasi forma degli originali, di copie o di supporti delle opere.

5. L'autore, anche in caso di cessione del diritto di noleggio ad un produttore di fonogrammi o di opere cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in movimento, conserva il diritto di ottenere un'equa remunerazione per il noleggio da questi a sua volta concluso con terzi. Ogni patto contrario è nullo. In difetto di accordo da concludersi tra le categorie interessate quali individuate dall'articolo 16, primo comma, del regolamento, detto compenso è stabilito con la procedura di cui all'articolo 4 del decreto legislativo luogotenenziale 20 luglio 1945, n. 440 (3/f).

6. I commi da 1 a 4 non si applicano in relazione a progetti o disegni di edifici e ad opere di arte applicata (3/g).

 

(3/f) Periodo aggiunto dall'art. 1, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

(3/g) Aggiunto dall'art. 2, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685.

 

19. I diritti esclusivi previsti dagli articoli precedenti sono fra loro indipendenti. L'esercizio di uno di essi non esclude l'esercizio esclusivo di ciascuno degli altri diritti.

Essi hanno per oggetto l'opera nel suo insieme ed in ciascuna delle sue parti (3/cost).

 

(3/cost) La Corte costituzionale, con sentenza 23 marzo-6 aprile 1994, n. 108 (Gazz. Uff. 12 aprile 1995, n. 15, serie speciale), ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 19, 61, 68 e 109, sollevata in riferimento agli artt. 3, 9, 41 e 42 della Costituzione.

 

Sezione II - Protezione dei diritti sull'opera a difesa della personalità dell'autore (Diritto morale dell'autore)

 

20. Indipendentemente dai diritti esclusivi di utilizzazione economica dell'opera, previsti nelle disposizioni della sezione precedente, ed anche dopo la cessione dei diritti stessi, l'autore conserva il diritto di rivendicare la paternità dell'opera e di opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione, ed a ogni atto a danno dell'opera stessa, che possano essere di pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione (3/h).

Tuttavia nelle opere dell'architettura l'autore non può opporsi alle modificazioni che si rendessero necessarie nel corso della realizzazione. Del pari non potrà opporsi a quelle altre modificazioni che si rendesse necessario apportare all'opera già realizzata. Però, se all'opera sia riconosciuto dalla competente autorità statale importante carattere artistico, spetteranno all'autore lo studio e l'attuazione di tali modificazioni.

 

(3/h) Comma così sostituito dall'art. 2, D.P.R. 8 gennaio 1979, n. 19 (Gazz. Uff. 30 gennaio 1979, n. 29).

 

21. L'autore di un'opera anonima e pseudonima ha sempre il diritto di rivelarsi e di far conoscere in giudizio la sua qualità di autore.

Nonostante qualunque precedente patto contrario, gli aventi causa dell'autore che si sia rivelato ne dovranno indicare il nome nelle pubblicazioni, riproduzioni, trascrizioni, esecuzioni, rappresentazioni, recitazioni e diffusioni o in qualsiasi altra forma di manifestazione o annuncio al pubblico.

 

 

22. I diritti indicati nei precedenti articoli sono inalienabili.

Tuttavia l'autore che abbia conosciute ed accettate le modificazioni della propria opera non è più ammesso ad agire per impedirne l'esecuzione o per chiederne la soppressione.

 

 

23. Dopo la morte dell'autore il diritto previsto nell'art. 20 può essere fatto valere, senza limite di tempo, dal coniuge e dai figli, e, in loro mancanza, dai genitori e dagli altri ascendenti e dai discendenti diretti; mancando gli ascendenti ed i discendenti, dai fratelli e dalle sorelle e dai loro discendenti.

L'azione, qualora finalità pubbliche lo esigano, può altresì essere esercitata dal Ministro per la cultura popolare (4) sentita l'associazione sindacale competente (5).

 

(4) Ora, dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(5) Le associazioni sindacali fasciste sono state soppresse con D.Lgs.Lgt. 23 novembre 1944, n. 369.

 

24. Il diritto di pubblicare le opere inedite spetta agli eredi dell'autore o ai legatari delle opere stesse, salvo che l'autore abbia espressamente vietata la pubblicazione o l'abbia affidata ad altri.

Qualora l'autore abbia fissato un termine per la pubblicazione, le opere inedite non possono essere pubblicate prima della sua scadenza.

Quando le persone indicate nel primo comma siano più e vi sia tra loro dissenso, decide l'autorità giudiziaria, sentito il Pubblico Ministero. È rispettata, in ogni caso, la volontà del defunto, quando risulti da scritto.

Sono applicabili a queste opere le disposizioni contenute nella sezione seconda del capo secondo del titolo terzo.

 

 

Sezione III - Durata dei diritti di utilizzazione economica dell'opera (6)

25. I diritti di utilizzazione economica dell'opera durano tutta la vita dell'autore e sino al termine del cinquantesimo anno solare dopo la sua morte (6/a).

 

(6) La durata dei diritti di utilizzazione economica delle opere dell'ingegno e dei prodotti tutelati dalla presente legge è stata prorogata dapprima di sei anni con D.Lgs.Lgt. 20 luglio 1945, n. 440, poi fino al 31 dicembre 1961, con L. 19 dicembre 1956, n. 1421 ed infine al 31 dicembre 1962, con L. 27 dicembre 1961, n. 1337, all'art. 1 della citata legge n. 1421 del 1956.

(6/a) Vedi l'art. 17, L. 6 febbraio 1996, n. 52.

 

26. Nelle opere indicate nell'art. 10, nonché in quelle drammatico-musicali, coreografiche e pantomimiche, la durata dei diritti di utilizzazione economica spettanti a ciascuno dei coautori o dei collaboratori si determina sulla vita del coautore che muore per ultimo.

Nelle opere collettive la durata dei diritti di utilizzazione economica spettante ad ogni collaboratore, si determina sulla vita di ciascuno. La durata dei diritti di utilizzazione economica dell'opera come un tutto è di cinquant'anni dalla prima pubblicazione, qualunque sia la forma nella quale la pubblicazione è stata effettuata, salve le disposizioni dell'art. 3, per le riviste, i giornali e le altre opere periodiche (6/a).

 

(6/a) Vedi, anche, l'art. 17, L. 6 febbraio 1996, n. 52.

 

27. Nelle opere anonime o pseudonime, fuori del caso previsto nel capoverso dell'art. 8, la durata dei diritti di utilizzazione economica è di cinquant'anni a partire dalla prima pubblicazione, qualunque sia la forma nella quale essa è stata effettuata.

Se prima della scadenza di detto termine l'autore si è rivelato o la rivelazione è fatta dalle persone indicate dall'art. 23 o da persone autorizzate dall'autore, nelle forme stabilite dall'articolo seguente, si applica il termine di durata determinato nell'art. 25 (6/b).

 

(6/b) Vedi, anche, l'art. 17, L. 6 febbraio 1996, n. 52.

 

27-bis. [La durata dei diritti di utilizzazione economica del programma per elaboratore prevista dalle disposizioni della presente Sezione si computa, nei rispettivi casi, a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo a quello in cui si verifica l'evento considerato dalla norma] (6/b) (6/c).

 

(6/b) Vedi, anche, l'art. 17, L. 6 febbraio 1996, n. 52.

(6/c) Aggiunto dall'art. 4, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.) e successivamente abrogato dall'art. 17, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

 

28. Per acquistare il beneficio della durata normale dei diritti esclusivi di utilizzazione economica, la rivelazione deve essere fatta mediante denuncia all'ufficio della proprietà letteraria, scientifica ed artistica presso il Ministero della cultura popolare (6/d), secondo le disposizioni stabilite nel regolamento.

La denuncia di rivelazione è pubblicata nelle forme stabilite da dette disposizioni ed ha effetto, a partire dalla data del deposito della denuncia, di fronte ai terzi che abbiano acquistati diritti sull'opera come anonima o pseudonima (6/e).

 

(6/d) Ora, Presidenza del Consiglio dei Ministri; vedi nota 4 all'art. 23.

(6/e) Vedi, anche, l'art. 17, L. 12 dicembre 2002, n. 273.

 

29. La durata dei diritti esclusivi di utilizzazione economica spettanti, a termini dell'art. 11, alle amministrazioni dello Stato,... (7) alle Province, ai Comuni, alle accademie, agli enti pubblici culturali nonché agli enti privati che non perseguano scopi di lucro, è di vent'anni a partire dalla prima pubblicazione, qualunque sia la forma nella quale la pubblicazione è stata effettuata. Per le comunicazioni e le memorie pubblicate dalle accademie e dagli altri enti pubblici culturali, tale durata è ridotta a due anni, trascorsi i quali, l'autore riprende integralmente la libera disponibilità dei suoi scritti.

 

(7) Vedi nota 3 all'art. 11.

 

30. Quando le parti o i volumi di una stessa opera siano pubblicati separatamente, in tempi diversi, la durata dei diritti di utilizzazione economica, che sia fissata ad anni, decorre per ciascuna parte o per ciascun volume dall'anno di pubblicazione. Le frazioni di anno giovano all'autore.

Se si tratta di opera collettiva, periodica, quale la rivista o il giornale, la durata dei diritti è calcolata egualmente a partire dalla fine di ogni anno dalla pubblicazione dei singoli fascicoli o numeri.

 

 

31. Nelle opere pubblicate per la prima volta dopo la morte dell'autore, che non ricadono nella previsione dell'articolo 85-ter, la durata dei diritti esclusivi di utilizzazione economica è di settant'anni a partire dalla morte dell'autore (8).

 

(8) Articolo così sostituito dall'art. 2, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

 

 

32. Fermo restando quanto stabilito dall'articolo 44, i diritti di utilizzazione economica dell'opera cinematografica o assimilata durano sino al termine del settantesimo anno dopo la morte dell'ultima persona sopravvissuta fra le seguenti persone: il direttore artistico, gli autori della sceneggiatura, ivi compreso l'autore del dialogo, e l'autore della musica specificamente creata per essere utilizzata nell'opera cinematografica o assimilata (8/a).

 

(8/a) Articolo così sostituito prima dall'art. 3, D.P.R. 8 gennaio 1979, n. 19 (Gazz. Uff. 30 gennaio 1979, n. 29) e poi dall'art. 3, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

 

32-bis. I diritti di utilizzazione economica dell'opera fotografica durano sino al termine del settantesimo anno dopo la morte dell'autore (8/b).

 

(8/b) Articolo aggiunto dall'art. 4, D.P.R. 8 gennaio 1979, n. 19 (Gazz. Uff. 30 gennaio 1979, n. 29) e poi così sostituito dall'art. 4, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

 

32-ter. I termini finali di durata dei diritti di utilizzazione economica previsti dalle disposizioni della presente sezione si computano, nei rispettivi casi, a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo a quello in cui si verifica la morte dell'autore o altro evento considerato dalla norma (8/c).

 

(8/c) Articolo aggiunto dall'art. 5, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

 

Capo IV - Norme particolari ai diritti di utilizzazione economica di talune categorie di opere

Sezione I - Opere drammatico-musicali, composizioni musicali con parole, opere coreografiche e pantomimiche

33. In difetto di particolari convenzioni tra i collaboratori, rispetto alle opere liriche, alle operette, ai melologhi, alle composizioni musicali con parole, ai balli e balletti musicali, si applicano le disposizioni dei tre successivi articoli.

 

 

 

34. L'esercizio dei diritti di utilizzazione economica spetta all'autore della parte musicale, salvi tra le parti i diritti derivanti dalla comunione.

Il profitto della utilizzazione economica è ripartito in proporzione del valore del rispettivo contributo letterario o musicale.

Nelle opere liriche si considera che il valore della parte musicale rappresenti la frazione di tre quarti del valore complessivo dell'opera.

Nelle operette, nei melologhi, nelle composizioni musicali con parole, nei balli e balletti musicali, il valore dei due contributi si considera uguale.

Ciascuno dei collaboratori ha diritto di utilizzare separatamente e indipendentemente la propria opera, salvo il disposto degli articoli seguenti.

 

 

35. L'autore della parte letteraria non può disporne, per congiungerla ad altro testo musicale, all'infuori dei casi seguenti:

1) allorché, dopo che egli ha consegnato come testo definitivo il manoscritto della parte letteraria al compositore, questi non lo ponga in musica nel termine di cinque anni, se si tratta di libretto per opera lirica o per operetta, e nel termine di un anno, se si tratta di ogni altra opera letteraria da mettere in musica;

2) allorché, dopo che l'opera è stata musicata e considerata dalle parti come pronta per essere eseguita o rappresentata, essa non è rappresentata o eseguita nei termini indicati nel numero precedente, salvo i maggiori termini che possono essere stati accordati per la esecuzione o rappresentazione ai sensi degli artt. 139 e 141;

3) allorché, dopo una prima rappresentazione od esecuzione, l'opera cessi di essere rappresentata od eseguita per il periodo di dieci anni, se si tratta di opera lirica, oratorio, poema sinfonico od operetta o per il periodo di due anni, se si tratta di altra composizione.

Il compositore nei casi previsti ai numeri 2 e 3 può altrimenti utilizzare la musica.

 

 

36. Nel caso previsto dal n. 1 dell'articolo precedente l'autore della parte letteraria ne riacquista la libera disponibilità, senza pregiudizio dell'eventuale azione di danni a carico del compositore.

Nei casi previsti dai numeri 2 e 3, e senza pregiudizio dell'azione di danni prevista nel comma precedente, il rapporto di comunione formatosi sull'opera già musicata rimane fermo, ma l'opera stessa non può essere rappresentata od eseguita che con il consenso di entrambi i collaboratori.

 

 

37. Nelle opere coreografiche o pantomimiche e nelle altre composte di musica, di parole o di danze o di mimica, quali le riviste musicali ed opere simili, in cui la parte musicale non ha funzione o valore principale, l'esercizio dei diritti di utilizzazione economica, salvo patto contrario, spetta all'autore della parte coreografica o pantomimica, e, nelle riviste musicali, all'autore della parte letteraria.

Con le modificazioni richieste dalle norme del comma precedente sono applicabili a queste opere le disposizioni degli articoli 35 e 36.

 

 

Sezione II - Opere collettive, riviste e giornali

 

38. Nell'opera collettiva, salvo patto in contrario, il diritto di utilizzazione economica spetta all'editore dell'opera stessa, senza pregiudizio del diritto derivante dall'applicazione dell'art. 7.

Ai singoli collaboratori dell'opera collettiva è riservato il diritto di utilizzare la propria opera separatamente, con la osservanza dei patti convenuti e, in difetto, delle norme seguenti.

 

 

39. Se un articolo è inviato alla rivista o giornale, per essere riprodotto, da persona estranea alla redazione del giornale o della rivista e senza precedenti accordi contrattuali, l'autore riprende il diritto di disporre liberamente quando non abbia ricevuto notizia dell'accettazione nel termine di un mese dall'invio o quando la riproduzione non avvenga nel termine di sei mesi dalla notizia dell'accettazione.

Trattandosi di articolo fornito da un redattore, il direttore della rivista o giornale ne può differire la produzione anche al di là dei termini indicati nel comma precedente. Decorso però il termine di sei mesi dalla consegna del manoscritto, l'autore può utilizzare l'articolo per riprodurlo in volume o per estratto separato, se si tratta di giornale, ed anche in altro periodico, se si tratta di rivista.

 

 

40. Il collaboratore di opera collettiva che non sia rivista o giornale ha diritto, salvo patto contrario, che il suo nome figuri nella riproduzione della sua opera nelle forme d'uso.

Nei giornali questo diritto non compete, salvo patto contrario, al personale della redazione.

 

 

41. Senza pregiudizio della applicazione della disposizione contenuta nell'art. 20, il direttore del giornale ha diritto, salvo patto contrario, di introdurre nell'articolo da riprodurre quelle modificazioni di forma che sono richieste dalla natura e dai fini del giornale.

Negli articoli da riprodursi senza indicazione del nome dell'autore, questa facoltà si estende alla soppressione o riduzione di parti di detto articolo.

 

 

 

42. L'autore dell'articolo, o altra opera, che sia stato riprodotto in un'opera collettiva ha diritto di riprodurlo in estratti separati o raccolti in volume, purché indichi l'opera collettiva dalla quale è tratto e la data di pubblicazione. Trattandosi di articoli apparsi in riviste o giornali, l'autore, salvo patto contrario, ha altresì il diritto di riprodurli in altre riviste o giornali.

 

 

43. L'editore o direttore della rivista o del giornale non ha obbligo di conservare o di restituire i manoscritti degli articoli non riprodotti, che gli siano pervenuti senza sua richiesta.

 

 

Sezione III - Opere cinematografiche

44. Si considerano coautori dell'opera cinematografica l'autore del soggetto, l'autore della sceneggiatura, l'autore della musica ed il direttore artistico.

 

 

45. L'esercizio dei diritti di utilizzazione economica dell'opera cinematografica spetta a chi ha organizzato la produzione stessa, nei limiti indicati dai successivi articoli.

Si presume produttore dell'opera cinematografica chi è indicato come tale sulla pellicola cinematografica. Se l'opera è registrata ai sensi del secondo comma dell'art. 103, prevale la presunzione stabilita nell'articolo medesimo.

 

 

 

46. L'esercizio dei diritti di utilizzazione economica, spettante al produttore, ha per oggetto lo sfruttamento cinematografico dell'opera prodotta.

Salvo patto contrario, il produttore non può eseguire o proiettare elaborazioni, trasformazioni o traduzioni dell'opera prodotta senza il consenso degli autori indicati nell'art. 44.

Gli autori della musica, delle composizioni musicali e delle parole che accompagnano la musica hanno diritto di percepire, direttamente da coloro che proiettano pubblicamente l'opera, un compenso separato per la proiezione.

Il compenso è stabilito, in difetto di accordo fra le parti, secondo le norme del regolamento.

Gli autori del soggetto e della sceneggiatura e il direttore artistico, qualora non vengano retribuiti mediante una percentuale sulle proiezioni pubbliche dell'opera cinematografica, hanno diritto, salvo patto contrario, quando gli incassi abbiano raggiunto una cifra da stabilirsi contrattualmente col produttore, a ricevere un ulteriore compenso, le cui forme e la cui entità saranno stabilite con accordi da concludersi tra le categorie interessate.

 

 

46-bis. 1. Fermo restando quanto stabilito dall'articolo 46, in caso di cessione del diritto di diffusione al produttore, spetta agli autori di opere cinematografiche e assimilate un equo compenso a carico degli organismi di emissione per ciascuna utilizzazione delle opere stesse a mezzo della comunicazione al pubblico via etere, via cavo e via satellite.

2. Per ciascuna utilizzazione di opere cinematografiche e assimilate diversa da quella prevista nel comma 1 e nell'articolo 18-bis, comma 5, agli autori delle opere stesse spetta un equo compenso a carico di coloro che esercitano i diritti di sfruttamento per ogni distinta utilizzazione economica.

3. Per ciascuna utilizzazione di opere cinematografiche ed assimilate espresse originariamente in lingua straniera spetta, altresì, un equo compenso agli autori delle elaborazioni costituenti traduzione o adattamento della versione in lingua italiana dei dialoghi.

4. Ciascun compenso tra quelli previsti dai commi 1, 2 e 3 non è rinunciabile e, in difetto di accordo da concludersi tra le categorie interessate quali individuate dall'articolo 16, primo comma, del regolamento, è stabilito con la procedura di cui all'articolo 4 del decreto legislativo luogotenenziale 20 luglio 1945, n. 440 (8/d).

 

(8/d) Aggiunto dall'art. 3, D.Lgs. 23 ottobre 1996, n. 581 e poi così sostituito dall'art. 6, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione. L'art. 17 dello stesso D.Lgs. ha disposto che l'equo compenso previsto dal presente articolo è riconosciuto a decorrere dal 1° gennaio 1998.

 

47. Il produttore ha facoltà di apportare alle opere utilizzate nell'opera cinematografica le modifiche necessarie per il loro adattamento cinematografico.

L'accertamento delle necessità o meno delle modifiche apportate o da apportarsi all'opera cinematografica, quando manchi l'accordo tra il produttore e uno o più degli autori menzionati nell'art. 44 della presente legge, è fatto da un collegio di tecnici nominato dal Ministro per la cultura popolare (9) secondo le norme fissate dal regolamento.

Gli accertamenti fatti da tale collegio hanno carattere definitivo.

 

(9) Ora, dal Presidente del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

 

48. Gli autori dell'opera cinematografica hanno diritto che i loro nomi, con la indicazione della loro qualità professionale e del loro contributo nell'opera, siano menzionati nella proiezione della pellicola cinematografica.

 

 

49. Gli autori delle parti letterarie o musicali dell'opera cinematografica possono riprodurle o comunque utilizzarle separatamente, purché non ne risulti pregiudizio ai diritti di utilizzazione il cui esercizio spetta al produttore.

 

 

50. Se il produttore non porta a compimento l'opera cinematografica nel termine di tre anni dal giorno della consegna della parte letteraria o musicale, o non fa proiettare l'opera compiuta entro i tre anni dal compimento, gli autori di dette parti hanno diritto di disporre liberamente dell'opera stessa.

 

 

Sezione IV - Opere radiodiffuse

 

51. In ragione della natura e dei fini della radiodiffusione, come servizio riservato allo Stato, che lo esercita direttamente o per mezzo di concessioni, il diritto esclusivo di radiodiffusione, direttamente o con qualsiasi mezzo intermediario, è regolato dalle norme particolari seguenti.

 

 

 

52. L'ente esercente il servizio della radiodiffusione ha la facoltà di eseguire la radiodiffusione di opere dell'ingegno dai teatri, dalle sale di concerto e da ogni altro luogo pubblico, alle condizioni e nei limiti indicati nel presente articolo e nei seguenti.

I proprietari, gli impresari e quanti concorrono allo spettacolo sono tenuti a permettere gli impianti e le prove tecniche necessarie per preparare la radiodiffusione.

È necessario il consenso dell'autore, per radiodiffondere le opere nuove e le prime rappresentazioni stagionali delle opere non nuove.

Non è considerata nuova l'opera teatrale rappresentata pubblicamente in tre diversi teatri, o altro luogo pubblico.

 

 

53. Nelle stagioni di rappresentazioni o di concerti di durata non inferiore a due mesi, il diritto dell'ente indicato nel precedente articolo può essere esercitato per le rappresentazioni una volta la settimana e per i concerti ogni cinque o frazione di cinque concerti.

Per durata della stagione teatrale o di concerto s'intende quella risultante dai manifesti o dai programmi pubblicati prima dell'inizio della stagione.

 

 

54. L'accertamento della conformità delle radiodiffusioni alle buone norme tecniche, e di esclusiva spettanza degli organi dello Stato predisposti alla vigilanza delle radiodiffusioni, con i poteri stabiliti dall'art. 2, capoverso, della L. 14 giugno 1928, n. 1352 (10), e dell'art. 2 del R.D.L. 3 febbraio 1936, n. 654, convertito nella L. 4 giugno 1936, n. 1552 (11).

Il nome dell'autore ed il titolo dell'opera devono essere radiodiffusi contemporaneamente all'opera.

 

(10) Recante norme per la radiodiffusione di esecuzioni artistiche.

(11) Recante conferimento d'incarico al Ministero per la stampa e la propaganda per la nomina della Commissione per la vigilanza nelle radiodiffusioni. Cfr. anche D.Lgs.C.P.S. 3 aprile 1947, n. 428, recante nuove norme in materia di vigilanza e controllo nelle radiodiffusioni circolari.

 

55. 1. Senza pregiudizio dei diritti dell'autore sulla radiodiffusione della sua opera, l'ente esercente è autorizzato a registrare su disco, o su altro supporto, l'opera stessa, al fine della sua radiodiffusione differita per necessità orarie o tecniche, purché la registrazione suddetta sia, dopo l'uso, distrutta o resa inservibile.

2. È consentita la conservazione in archivi ufficiali delle registrazioni di cui al comma 1 che abbiano un eccezionale carattere documentario, senza possibilità di ulteriore utilizzazione a fini economici o commerciali salva, per quest'ultima, l'autorizzazione dell'autore dell'opera e dei titolari di diritti connessi (11/a).

 

(11/a) Articolo così sostituito dall'art. 4, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

 

56. L'autore dell'opera radiodiffusa, ai termini degli articoli precedenti, ha il diritto di ottenere dall'ente esercente il servizio della radiodiffusione il pagamento di un compenso da liquidarsi, nel caso di disaccordo tra le parti, dall'autorità giudiziaria.

La domanda non può essere promossa dinanzi l'autorità giudiziaria prima che sia esperito il tentativo di conciliazione nei modi e nelle forme che saranno stabiliti nel regolamento.

 

 

57. Il compenso è liquidato in base al numero delle trasmissioni.

Il regolamento determina i criteri per stabilire il numero e le modalità delle trasmissioni differite o ripetute.

 

 

58. Per l'esecuzione in pubblici esercizi, a mezzo di apparecchi radioriceventi sonori, muniti di altoparlante, di opere radiodiffuse, è dovuto all'autore un equo compenso, che è determinato periodicamente d'accordo fra la Società italiana degli autori ed editori (SIAE) (12) e la rappresentanza della associazione sindacale competente.

 

(12) L'art. 9, L. 18 agosto 2000, n. 248, ha disposto che, nel testo della presente legge, l'espressione: "Ente italiano per il diritto d'autore", ovunque ricorra, sia sostituita dall'espressione "Società italiana degli autori ed editori (SIAE)".

 

 

59. La radiodiffusione delle opere dell'ingegno dai locali dell'ente esercente il servizio della radiodiffusione è sottoposta al consenso dell'autore a norma delle disposizioni contenute nel capo terzo di questo titolo; ad essa non sono applicabili le disposizioni degli articoli precedenti, salvo quelle dell'art. 55.

 

 

60. Qualora il Ministero della cultura popolare (12/a) lo disponga, l'ente esercente effettua trasmissioni speciali di propaganda culturale ed artistica destinate all'estero, contro pagamento di un compenso da liquidarsi a termini del regolamento.

 

(12/a) Ora, Presidenza del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

 

Sezione V - Opere registrate su supporti (12/b)

61. 1. L'autore ha il diritto esclusivo, ai sensi delle disposizioni contenute nella sezione I del capo III di questo titolo:

a) di adattare e di registrare l'opera su qualunque supporto riproduttore di suoni, di voci o di immagini, qualunque sia la tecnologia utilizzata;

b) di riprodurre, di distribuire, di noleggiare e di dare in prestito gli esemplari dell'opera così adattata o registrata;

c) di eseguire pubblicamente e di comunicare l'opera al pubblico mediante l'impiego di qualunque supporto.

2. La cessione del diritto di riproduzione o del diritto di distribuzione non comprende, salvo patto contrario, la cessione del diritto di esecuzione pubblica o di comunicazione al pubblico.

3. Per quanto riguarda la radiodiffusione, il diritto d'autore resta regolato dalle norme contenute nella precedente sezione (12/c).

 

(12/b) Denominazione così sostituita dall'art. 5, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

(12/c) Il presente articolo, già modificato dagli artt. 3 e 4, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685 e dall'art. 4, D.Lgs. 23 ottobre 1996, n. 581, è stato successivamente così sostituito dall'art. 6, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

62. 1. I supporti fonografici, nei quali l'opera dell'ingegno è riprodotta, non possono essere distribuiti se non portino stabilmente apposte le indicazioni seguenti:

a) titolo dell'opera riprodotta;

b) nome dell'autore;

c) nome dell'artista interprete od esecutore. I complessi orchestrali o corali sono indicati col nome d'uso;

d) data della fabbricazione (12/d).

 

(12/d) Articolo così sostituito dall'art. 7, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

63. 1. I supporti devono essere fabbricati od utilizzati in modo che venga rispettato il diritto morale dell'autore, ai termini degli articoli 20 e 21.

2. Si considerano lecite le modificazioni dell'opera richieste dalle necessità tecniche della registrazione (13).

 

(13) Articolo così sostituito dall'art. 8, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

64. La concessione in uso a case editrici fonografiche nazionali delle matrici dei dischi della discoteca di Stato, per trarne dischi da diffondere mediante vendita sia in Italia che all'estero, a termini dell'art. 5 della L. 2 febbraio 1939, n. 467, contenente norme per il riordinamento della discoteca di Stato, allorché siano registrate opere tutelate, è sottoposta al pagamento dei diritti di autore, secondo le norme contenute nel regolamento.

 

 

Sezione VI - Programmi per elaboratore (13/a)

64-bis. 1. Fatte salve le disposizioni dei successivi articoli 64-ter e 64-quater, i diritti esclusivi conferiti dalla presente legge sui programmi per elaboratore comprendono il diritto di effettuare o autorizzare:

a) la riproduzione, permanente o temporanea, totale o parziale, del programma per elaboratore con qualsiasi mezzo o in qualsiasi forma. Nella misura in cui operazioni quali il caricamento, la visualizzazione, l'esecuzione, la trasmissione o la memorizzazione del programma per elaboratore richiedano una riproduzione, anche tali operazioni sono soggette all'autorizzazione del titolare dei diritti;

b) la traduzione, l'adattamento, la trasformazione e ogni altra modificazione del programma per elaboratore, nonché la riproduzione dell'opera che ne risulti, senza pregiudizio dei diritti di chi modifica il programma;

c) qualsiasi forma di distribuzione al pubblico, compresa la locazione, del programma per elaboratore originale o di copie dello stesso. La prima vendita di una copia del programma nella Comunità Economica Europea da parte del titolare dei diritti, o con il suo consenso, esaurisce il diritto di distribuzione di detta copia all'interno della Comunità, ad eccezione del diritto di controllare l'ulteriore locazione del programma o di una copia dello stesso (13/b).

 

(13/a) L'art. 5, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.), ha aggiunto la Sezione VI con gli artt. 64-bis, 64-ter e 64-quater.

(13/b) L'art. 5, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.), ha aggiunto la Sezione VI con gli artt. 64-bis, 64-ter e 64-quater. Successivamente l'ultimo periodo del comma 3 dell'art. 64-ter è stato così modificato dall'art. 1, D.Lgs. 15 marzo 1996, n. 205 (Gazz. Uff. 24 aprile 1996, n. 96).

 

64-ter. 1. Salvo patto contrario, non sono soggette all'autorizzazione del titolare dei diritti le attività indicate nell'art. 64-bis, lettere a) e b), allorché tali attività sono necessarie per l'uso del programma per elaboratore conformemente alla sua destinazione da parte del legittimo acquirente, inclusa la correzione degli errori.

2. Non può essere impedito per contratto, a chi ha il diritto di usare una copia del programma per elaboratore di effettuare una copia di riserva del programma, qualora tale copia sia necessaria per l'uso.

3. Chi ha il diritto di usare una copia del programma per elaboratore può, senza l'autorizzazione del titolare dei diritti, osservare, studiare o sottoporre a prova il funzionamento del programma, allo scopo di determinare le idee ed i princìpi su cui è basato ogni elemento del programma stesso, qualora egli compia tali atti durante operazioni di caricamento, visualizzazione, esecuzione, trasmissione o memorizzazione del programma che egli ha il diritto di eseguire. Le clausole contrattuali pattuite in violazione del presente comma e del comma 2 sono nulle (13/b).

 

(13/b) L'art. 5, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.), ha aggiunto la Sezione VI con gli artt. 64-bis, 64-ter e 64-quater. Successivamente l'ultimo periodo del comma 3 dell'art. 64-ter è stato così modificato dall'art. 1, D.Lgs. 15 marzo 1996, n. 205 (Gazz. Uff. 24 aprile 1996, n. 96).

 

64-quater. 1. L'autorizzazione del titolare dei diritti non è richiesta qualora la riproduzione del codice del programma di elaboratore e la traduzione della sua forma ai sensi dell'art. 64-bis, lettere a) e b), compiute al fine di modificare la forma del codice, siano indispensabili per ottenere le informazioni necessarie per conseguire l'interoperabilità, con altri programmi, di un programma per elaboratore creato autonomamente purché siano soddisfatte le seguenti condizioni:

a) le predette attività siano eseguite dal licenziatario o da altri che abbia il diritto di usare una copia del programma oppure, per loro conto, da chi è autorizzato a tal fine;

b) le informazioni necessarie per conseguire l'interoperabilità non siano già facilmente e rapidamente accessibili ai soggetti indicati alla lettera a);

c) le predette attività siano limitate alle parti del programma originale necessarie per conseguire l'interoperabilità.

2. Le disposizioni di cui al comma 1 non consentono che le informazioni ottenute in virtù della loro applicazione:

a) siano utilizzate a fini diversi dal conseguimento dell'interoperabilità del programma creato autonomamente;

b) siano comunicate a terzi, fatta salva la necessità di consentire l'interoperabilità del programma creato autonomamente;

c) siano utilizzate per lo sviluppo, la produzione o la commercializzazione di un programma per elaboratore sostanzialmente simile nella sua forma espressiva, o per ogni altra attività che violi il diritto di autore.

3. Le clausole contrattuali pattuite in violazione dei commi 1 e 2 sono nulle (13/c).

4. Conformemente alla convenzione di Berna sulla tutela delle opere letterarie ed artistiche ratificata e resa esecutiva con legge 20 giugno 1978, n. 399, le disposizioni del presente articolo non possono essere interpretate in modo da consentire che la loro applicazione arrechi indebitamente pregiudizio agli interessi legittimi del titolare dei diritti o sia in conflitto con il normale sfruttamento del programma (13/b).

 

(13/c) Comma così sostituito dall'art. 2, D.Lgs. 15 marzo 1996, n. 205 (Gazz. Uff. 24 aprile 1996, n. 96).

(13/b) L'art. 5, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.), ha aggiunto la Sezione VI con gli artt. 64-bis, 64-ter e 64-quater. Successivamente l'ultimo periodo del comma 3 dell'art. 64-ter è stato così modificato dall'art. 1, D.Lgs. 15 marzo 1996, n. 205 (Gazz. Uff. 24 aprile 1996, n. 96).

 

Sezione VII - Banche di dati

64-quinquies. 1. L'autore di un banca di dati ha il diritto esclusivo di eseguire o autorizzare:

a) la riproduzione permanente o temporanea, totale o parziale, con qualsiasi mezzo e in qualsiasi forma;

b) la traduzione, l'adattamento, una diversa disposizione e ogni altra modifica;

c) qualsiasi forma di distribuzione al pubblico dell'originale o di copie della banca di dati; la prima vendita di una copia nel territorio dell'Unione europea da parte del titolare del diritto o con il suo consenso esaurisce il diritto di controllare, all'interno dell'Unione stessa, le vendite successive della copia;

d) qualsiasi presentazione, dimostrazione o comunicazione in pubblico, ivi compresa la trasmissione effettuata con qualsiasi mezzo e in qualsiasi forma;

e) qualsiasi riproduzione, distribuzione, comunicazione, presentazione o dimostrazione in pubblico dei risultati delle operazioni di cui alla lettera b) (13/d).

 

(13/d) La Sezione VII e gli artt. 64-quinquies e 64-sexies sono stati aggiunti dall'art. 4, D.Lgs. 6 maggio 1999, n. 169.

 

64-sexies. 1. Non sono soggetti all'autorizzazione di cui all'articolo 64-quinquies da parte del titolare del diritto:

a) l'accesso o la consultazione della banca di dati quando abbiano esclusivamente finalità didattiche o di ricerca scientifica, non svolta nell'ambito di un'impresa, purché si indichi la fonte e nei limiti di quanto giustificato dallo scopo non commerciale perseguito. Nell'ambito di tali attività di accesso e consultazione, le eventuali operazioni di riproduzione permanente della totalità o di parte sostanziale del contenuto su altro supporto sono comunque soggette all'autorizzazione del titolare del diritto;

b) l'impiego di una banca di dati per fini di sicurezza pubblica o per effetto di una procedura amministrativa o giurisdizionale.

2. Non sono soggette all'autorizzazione dell'autore le attività indicate nell'articolo 64-quinquies poste in essere da parte dell'utente legittimo della banca di dati o di una sua copia, se tali attività sono necessarie per l'accesso al contenuto della stessa banca di dati e per il suo normale impiego; se l'utente legittimo è autorizzato ad utilizzare solo una parte della banca di dati, il presente comma si applica unicamente a tale parte.

3. Le clausole contrattuali pattuite in violazione del comma 2 sono nulle ai sensi dell'articolo 1418 del codice civile.

4. Conformemente alla Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche, ratificata e resa esecutiva con legge 20 giugno 1978, n. 399, le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non possono essere interpretate in modo da consentire che la loro applicazione arrechi indebitamente pregiudizio al titolare del diritto o entri in conflitto con il normale impiego della banca di dati (13/d).

 

(13/d) La Sezione VII e gli artt. 64-quinquies e 64-sexies sono stati aggiunti dall'art. 4, D.Lgs. 6 maggio 1999, n. 169.

 

Capo V - Eccezioni e limitazioni (13/e)

Sezione I - Reprografia ed altre eccezioni e limitazioni

65. 1. Gli articoli di attualità di carattere economico, politico o religioso, pubblicati nelle riviste o nei giornali, oppure radiodiffusi o messi a disposizione del pubblico, e gli altri materiali dello stesso carattere possono essere liberamente riprodotti o comunicati al pubblico in altre riviste o giornali, anche radiotelevisivi, se la riproduzione o l'utilizzazione non è stata espressamente riservata, purché si indichino la fonte da cui sono tratti, la data e il nome dell'autore, se riportato.

2. La riproduzione o comunicazione al pubblico di opere o materiali protetti utilizzati in occasione di avvenimenti di attualità è consentita ai fini dell'esercizio del diritto di cronaca e nei limiti dello scopo informativo, sempre che si indichi, salvo caso di impossibilità, la fonte, incluso il nome dell'autore, se riportato (13/f).

 

(13/e) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

(13/f) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

66. 1. I discorsi su argomenti di interesse politico o amministrativo tenuti in pubbliche assemblee o comunque in pubblico, nonché gli estratti di conferenze aperte al pubblico, possono essere liberamente riprodotti o comunicati al pubblico, nei limiti giustificati dallo scopo informativo, nelle riviste o nei giornali anche radiotelevisivi o telematici, purché indichino la fonte, il nome dell'autore, la data e il luogo in cui il discorso fu tenuto (13/g).

 

(13/g) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

67. 1. Opere o brani di opere possono essere riprodotti a fini di pubblica sicurezza, nelle procedure parlamentari, giudiziarie o amministrative, purché si indichino la fonte e, ove possibile, il nome dell'autore (13/h).

 

(13/h) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

68. 1. È libera la riproduzione di singole opere o brani di opere per uso personale dei lettori, fatta a mano o con mezzi di riproduzione non idonei a spaccio o diffusione dell'opera nel pubblico.

2. È libera la fotocopia di opere esistenti nelle biblioteche accessibili al pubblico o in quelle scolastiche, nei musei pubblici o negli archivi pubblici, effettuata dai predetti organismi per i propri servizi, senza alcun vantaggio economico o commerciale diretto o indiretto.

3. Fermo restando il divieto di riproduzione di spartiti e partiture musicali, è consentita, nei limiti del quindici per cento di ciascun volume o fascicolo di periodico, escluse le pagine di pubblicità, la riproduzione per uso personale di opere dell'ingegno effettuata mediante fotocopia, xerocopia o sistema analogo.

4. I responsabili dei punti o centri di riproduzione, i quali utilizzino nel proprio àmbito o mettano a disposizione di terzi, anche gratuitamente, apparecchi per fotocopia, xerocopia o analogo sistema di riproduzione, devono corrispondere un compenso agli autori ed agli editori delle opere dell'ingegno pubblicate per le stampe che, mediante tali apparecchi, vengono riprodotte per gli usi previsti nel comma 3. La misura di detto compenso e le modalità per la riscossione e la ripartizione sono determinate secondo i criteri posti all'art. 181-ter della presente legge. Salvo diverso accordo tra la SIAE e le associazione delle categorie interessate, tale compenso non può essere inferiore per ciascuna pagina riprodotta al prezzo medio a pagina rilevato annualmente dall'ISTAT per i libri.

5. Le riproduzioni per uso personale delle opere esistenti nelle biblioteche pubbliche, fatte all'interno delle stesse con i mezzi di cui al comma 3, possono essere effettuate liberamente nei limiti stabiliti dal medesimo comma 3 con corresponsione di un compenso in forma forfetaria a favore degli aventi diritto di cui al comma 2 dell'articolo 181-ter, determinato ai sensi del secondo periodo del comma 1 del medesimo articolo 181-ter. Tale compenso è versato direttamente ogni anno dalle biblioteche, nei limiti degli introiti riscossi per il servizio, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato o degli enti dai quali le biblioteche dipendono. I limiti di cui al comma 3 non si applicano alle opere fuori dai cataloghi editoriali e rare in quanto di difficile reperibilità sul mercato.

6. È vietato lo spaccio al pubblico delle copie di cui ai commi precedenti e, in genere, ogni utilizzazione in concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore (13/i).

 

(13/i) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68. Il presente articolo, in precedenza, era stato modificato dall'art. 2, L. 18 agosto 2000, n. 248.

 

68-bis. 1. Salvo quanto disposto in ordine alla responsabilità dei prestatori intermediari dalla normativa in materia di commercio elettronico, sono esentati dal diritto di riproduzione gli atti di riproduzione temporanea privi di rilievo economico proprio che sono transitori o accessori e parte integrante ed essenziale di un procedimento tecnologico, eseguiti all'unico scopo di consentire la trasmissione in rete tra terzi con l'intervento di un intermediario, o un utilizzo legittimo di un'opera o di altri materiali (13/l).

 

(13/l) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

69. 1. Il prestito eseguito dalle biblioteche e discoteche dello Stato e degli enti pubblici, ai fini esclusivi di promozione culturale e studio personale, non è soggetto ad autorizzazione da parte del titolare del relativo diritto, al quale non è dovuta alcuna remunerazione e ha ad oggetto esclusivamente:

a) gli esemplari a stampa delle opere, eccettuati gli spartiti e le partiture musicali;

b) i fonogrammi ed i videogrammi contenenti opere cinematografiche o audiovisive o sequenze d'immagini in movimento, siano esse sonore o meno, decorsi almeno diciotto mesi dal primo atto di esercizio del diritto di distribuzione, ovvero, non essendo stato esercitato il diritto di distribuzione, decorsi almeno ventiquattro mesi dalla realizzazione delle dette opere e sequenze di immagini.

2. Per i servizi delle biblioteche, discoteche e cineteche dello Stato e degli enti pubblici è consentita la riproduzione, senza alcun vantaggio economico o commerciale diretto o indiretto, in un unico esemplare, dei fonogrammi e dei videogrammi contenenti opere cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in movimento, siano esse sonore o meno, esistenti presso le medesime biblioteche, cineteche e discoteche dello Stato e degli enti pubblici (13/m).

 

(13/m) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68. Il presente articolo, in precedenza, era stato sostituito dall'art. 5, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 683 e modificato dall'art. 3, L. 18 agosto 2000, n. 248.

 

70. 1. Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali.

2. Nelle antologie ad uso scolastico la riproduzione non può superare la misura determinata dal regolamento, il quale fissa la modalità per la determinazione dell'equo compenso.

3. Il riassunto, la citazione o la riproduzione debbono essere sempre accompagnati dalla menzione del titolo dell'opera, dei nomi dell'autore, dell'editore e, se si tratti di traduzione, del traduttore, qualora tali indicazioni figurino sull'opera riprodotta (13/n).

 

(13/n) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

71. 1. Le bande musicali e le fanfare dei corpi armati dello Stato possono eseguire in pubblico brani musicali o parti di opere in musica, senza pagamento di alcun compenso per diritti di autore, purché l'esecuzione sia effettuata senza scopo di lucro (14).

 

(14) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

71-bis. 1. Ai portatori di particolari handicap sono consentite, per uso personale, la riproduzione di opere e materiali protetti o l'utilizzazione della comunicazione al pubblico degli stessi, purché siano direttamente collegate all'handicap, non abbiano carattere commerciale e si limitino a quanto richiesto dall'handicap.

2. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentito il comitato di cui all'art. 190, sono individuate le categorie di portatori di handicap di cui al comma 1 e i criteri per l'individuazione dei singoli beneficiari nonché, ove necessario, le modalità di fruizione dell'eccezione (14/a).

 

(14/a) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

71-ter. 1. È libera la comunicazione o la messa a disposizione destinata a singoli individui, a scopo di ricerca o di attività privata di studio, su terminali aventi tale unica funzione situati nei locali delle biblioteche accessibili al pubblico, degli istituti di istruzione, nei musei e negli archivi, limitatamente alle opere o ad altri materiali contenuti nelle loro collezioni e non soggetti a vincoli derivanti da atti di cessione o da licenza (14/b).

 

(14/b) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

71-quater. 1. È consentita la riproduzione di emissioni radiotelevisive effettuate da ospedali pubblici e da istituti di prevenzione e pena, per un utilizzo esclusivamente interno, purché i titolari dei diritti ricevano un equo compenso determinato con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentito il comitato di cui all'art. 190 (14/c).

 

(14/c) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

71-quinquies. 1. I titolari di diritti che abbiano apposto le misure tecnologiche di cui all'articolo 102-quater sono tenuti alla rimozione delle stesse, per consentire l'utilizzo delle opere o dei materiali protetti, dietro richiesta dell'autorità competente, per fini di sicurezza pubblica o per assicurare il corretto svolgimento di un procedimento amministrativo, parlamentare o giudiziario.

2. I titolari dei diritti sono tenuti ad adottare idonee soluzioni, anche mediante la stipula di appositi accordi con le associazioni di categoria rappresentative dei beneficiari, per consentire l'esercizio delle eccezioni di cui agli articoli 55, 68, commi 1 e 2, 69, comma 2, 70, comma 1, 71-bis e 71-quater, su espressa richiesta dei beneficiari ed a condizione che i beneficiari stessi abbiano acquisito il possesso legittimo degli esemplari dell'opera o del materiale protetto, o vi abbiano avuto accesso legittimo ai fini del loro utilizzo, nel rispetto e nei limiti delle disposizioni di cui ai citati articoli, ivi compresa la corresponsione dell'equo compenso, ove previsto.

3. I titolari dei diritti non sono tenuti agli adempimenti di cui al comma 2 in relazione alle opere o ai materiali messi a disposizione del pubblico in modo che ciascuno vi possa avere accesso dal luogo o nel momento scelto individualmente, quando l'accesso avvenga sulla base di accordi contrattuali.

4. Le associazioni di categoria dei titolari dei diritti e gli enti o le associazioni rappresentative dei beneficiari delle eccezioni di cui al comma 2 possono svolgere trattative volte a consentire l'esercizio di dette eccezioni. In mancanza di accordo, ciascuna delle parti può rivolgersi al comitato di cui all'articolo 190 perché esperisca un tentativo obbligatorio di conciliazione, secondo le modalità di cui all'articolo 194-bis.

5. Dall'applicazione della presente disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica (14/d).

 

(14/d) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

Sezione II - Riproduzione privata ad uso personale

71-sexies. 1. È consentita la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi su qualsiasi supporto, effettuata da una persona fisica per uso esclusivamente personale, purché senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali, nel rispetto delle misure tecnologiche di cui all'articolo 102-quater.

2. La riproduzione di cui al comma 1 non può essere effettuata da terzi. La prestazione di servizi finalizzata a consentire la riproduzione di fonogrammi e videogrammi da parte di persona fisica per uso personale costituisce attività di riproduzione soggetta alle disposizioni di cui agli articoli 13, 72, 78-bis, 79 e 80.

3. La disposizione di cui al comma 1 non si applica alle opere o ai materiali protetti messi a disposizione del pubblico in modo che ciascuno possa avervi accesso dal luogo e nel momento scelti individualmente, quando l'opera è protetta dalle misure tecnologiche di cui all'articolo 102-quater ovvero quando l'accesso è consentito sulla base di accordi contrattuali.

4. Fatto salvo quanto disposto dal comma 3, i titolari dei diritti sono tenuti a consentire che, nonostante l'applicazione delle misure tecnologiche di cui all'articolo 102-quater, la persona fisica che abbia acquisito il possesso legittimo di esemplari dell'opera o del materiale protetto, ovvero vi abbia avuto accesso legittimo, possa effettuare una copia privata, anche solo analogica, per uso personale, a condizione che tale possibilità non sia in contrasto con lo sfruttamento normale dell'opera o degli altri materiali e non arrechi ingiustificato pregiudizio ai titolari dei diritti (14/e).

 

(14/e) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

71-septies. 1. Gli autori ed i produttori di fonogrammi, nonché i produttori originari di opere audiovisive, gli artisti interpreti ed esecutori ed i produttori di videogrammi, e i loro aventi causa, hanno diritto ad un compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e di videogrammi di cui all'articolo 71-sexies. Detto compenso è costituito, per gli apparecchi esclusivamente destinati alla registrazione analogica o digitale di fonogrammi o videogrammi, da una quota del prezzo pagato dall'acquirente finale al rivenditore, che per gli apparecchi polifunzionali è calcolata sul prezzo di un apparecchio avente caratteristiche equivalenti a quelle della componente interna destinata alla registrazione, ovvero, qualora ciò non fosse possibile, da un importo fisso per apparecchio. Per i supporti di registrazione audio e video, quali supporti analogici, supporti digitali, memorie fisse o trasferibili destinate alla registrazione di fonogrammi o videogrammi, il compenso è costituito da una somma commisurata alla capacità di registrazione resa dai medesimi supporti.

2. Il compenso di cui al comma 1 è determinato con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentito il comitato di cui all'articolo 190 e le associazioni di categoria maggiormente rappresentative dei produttori degli apparecchi e dei supporti di cui al comma 1. Per la determinazione del compenso si tiene conto dell'apposizione o meno delle misure tecnologiche di cui all'articolo 102-quater, nonché della diversa incidenza della copia digitale rispetto alla copia analogica. Il decreto è sottoposto ad aggiornamento triennale.

3. Il compenso è dovuto da chi fabbrica o importa nel territorio dello Stato, per fini commerciali, gli apparecchi e i supporti indicati nel comma 1. I predetti soggetti devono presentare alla Società italiana degli autori ed editori (S.I.A.E.), ogni tre mesi, una dichiarazione dalla quale risultino le vendite effettuate ed i compensi dovuti, che devono essere contestualmente corrisposti. In caso di mancata corresponsione del compenso, è responsabile in solido per il pagamento il distributore degli apparecchi o dei supporti di registrazione.

4. Nel caso di inadempimento degli obblighi di cui al comma 3, ovvero se sussistono seri indizi che la dichiarazione presentata non corrisponda alla realtà, la Società italiana degli autori e editori (S.I.A.E.) può ottenere che il giudice disponga l'esibizione delle scritture contabili del soggetto obbligato, oppure che acquisisca da questi le necessarie informazioni (14/f).

 

(14/f) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68. Vedi, anche, l'art. 39 dello stesso decreto legislativo.

 

71-octies. 1. Il compenso di cui all'articolo 71-septies per apparecchi e supporti di registrazione audio è corrisposto alla Società italiana degli autori ed editori (S.I.A.E.), la quale provvede a ripartirlo al netto delle spese, per il cinquanta per cento agli autori e loro aventi causa e per il cinquanta per cento ai produttori di fonogrammi, anche tramite le loro associazioni di categoria maggiormente rappresentative.

2. I produttori di fonogrammi devono corrispondere senza ritardo, e comunque entro sei mesi, il cinquanta per cento del compenso loro attribuito ai sensi del comma 1 agli artisti interpreti o esecutori interessati.

3. Il compenso di cui all'articolo 71-septies per gli apparecchi e i supporti di registrazione video è corrisposto alla Società italiana degli autori ed editori (S.I.A.E.), la quale provvede a ripartirlo al netto delle spese, anche tramite le loro associazioni di categoria maggiormente rappresentative, per il trenta per cento agli autori, per il restante settanta per cento in parti uguali tra i produttori originari di opere audiovisive, i produttori di videogrammi e gli artisti interpreti o esecutori. La quota spettante agli artisti interpreti o esecutori è destinata per il cinquanta per cento alle attività e finalità di cui all'articolo 7, comma 2, della legge 5 febbraio 1992, n. 93 (14/g).

 

(14/g) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

Sezione III - Disposizioni comuni

71-nonies. 1. Le eccezioni e limitazioni disciplinate dal presente capo e da ogni altra disposizione della presente legge, quando sono applicate ad opere o ad altri materiali protetti messi a disposizione del pubblico in modo che ciascuno possa avervi accesso dal luogo e nel momento scelto individualmente, non devono essere in contrasto con lo sfruttamento normale delle opere o degli altri materiali, né arrecare un ingiustificato pregiudizio agli interessi dei titolari (14/h).

 

(14/h) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

71-decies. 1. Le eccezioni e limitazioni al diritto d'autore contenute nel presente capo si applicano anche ai diritti connessi di cui ai capi I, I-bis, II e III e, in quanto applicabili, agli altri capi del titolo II, nonché al capo I del titolo II-bis (15).

 

(15) Il presente capo V, comprendente in origine gli articoli da 65 a 71, è stato così sostituito con l'attuale capo V, comprendente gli articoli da 65 a 71-decies dall'art. 9, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

TITOLO II

Capo I - Diritti del produttore di fonogrammi (15/a)

72. 1. Salvi i diritti spettanti all'autore a termini del titolo I, il produttore di fonogrammi ha il diritto esclusivo, per la durata e alle condizioni stabilite dagli articoli che seguono:

a) di autorizzare la riproduzione diretta o indiretta, temporanea o permanente, dei suoi fonogrammi in qualunque modo o forma, in tutto o in parte e con qualsiasi processo di duplicazione;

b) di autorizzare la distribuzione degli esemplari dei suoi fonogrammi. Il diritto esclusivo di distribuzione non si esaurisce nel territorio della Comunità europea, se non nel caso di prima vendita del supporto contenente il fonogramma effettuata o consentita dal produttore in uno Stato membro;

c) di autorizzare il noleggio ed il prestito degli esemplari dei suoi fonogrammi. Tale diritto non si esaurisce con la vendita o con la distribuzione in qualsiasi forma degli esemplari;

d) di autorizzare la messa a disposizione del pubblico dei suoi fonogrammi in maniera tale che ciascuno possa avervi accesso dal luogo e nel momento scelti individualmente. Tale diritto non si esaurisce con alcun atto di messa a disposizione del pubblico (16).

 

(15/a) Rubrica così sostituita prima dall'art. 6, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685 e poi dall'art. 10, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

(16) Articolo così sostituito prima dall'art. 7, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685 e poi dall'art. 11, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

73. 1. Il produttore di fonogrammi, nonché gli artisti interpreti e gli artisti esecutori che abbiano compiuto l'interpretazione o l'esecuzione fissata o riprodotta nei fonogrammi, indipendentemente dai diritti di distribuzione, noleggio e prestito loro spettanti, hanno diritto ad un compenso per l'utilizzazione a scopo di lucro dei fonogrammi a mezzo della cinematografia, della diffusione radiofonica e televisiva, ivi compresa la comunicazione al pubblico via satellite, nelle pubbliche feste danzanti, nei pubblici esercizi ed in occasione di qualsiasi altra pubblica utilizzazione dei fonogrammi stessi. L'esercizio di tale diritto spetta al produttore, il quale ripartisce il compenso con gli artisti interpreti o esecutori interessati.

2. La misura del compenso e le quote di ripartizione, nonché le relative modalità, sono determinate secondo le norme del regolamento.

3. Nessun compenso è dovuto per l'utilizzazione ai fini dell'insegnamento e della comunicazione istituzionale fatta dall'Amministrazione dello Stato o da enti a ciò autorizzati dallo Stato (16/a).

 

(16/a) Il presente articolo, già modificato dagli articoli 1 e 2, D.P.R. 14 maggio 1974, n. 490 (Gazz. Uff. 19 ottobre 1974, n. 273), dall'art. 8, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685 e dall'art. 5, D.Lgs. 23 ottobre 1996, n. 581, è stato poi così sostituito dall'art. 12, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

73-bis. 1. Gli artisti interpreti o esecutori e il produttore del fonogramma utilizzato hanno diritto ad un equo compenso anche quando l'utilizzazione di cui all'art. 73 è effettuata a scopo non di lucro.

2. Salvo diverso accordo tra le parti, tale compenso è determinato, riscosso e ripartito secondo le norme del regolamento (16/b).

 

(16/b) Articolo aggiunto dall'art. 8, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685.

 

74. 1. Il produttore ha il diritto di opporsi a che l'utilizzazione dei fonogrammi, prevista negli articoli 73 e 73-bis, sia effettuata in condizioni tali da arrecare un grave pregiudizio ai suoi interessi industriali.

2. Su richiesta dell'interessato, il Ministero per i beni e le attività culturali, in attesa della decisione dell'autorità giudiziaria, può nondimeno autorizzare l'utilizzazione dei fonogrammi previi accertamenti tecnici e disponendo, se occorra, quanto è necessario per eliminare le cause che turbano la regolarità dell'utilizzazione (17).

 

(17) Articolo così sostituito dall'art. 13, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

75. 1. La durata dei diritti previsti nel presente capo e di cinquanta anni dalla fissazione. Tuttavia, se durante tale periodo il fonogramma è lecitamente pubblicato ai sensi dell'articolo 12, comma 3, la durata dei diritti è di cinquanta anni dalla data della sua prima pubblicazione (17/a).

 

(17/a) Articolo prima modificato dall'art. 3, L. 5 maggio 1976, n. 404 e poi così sostituito dall'art. 7, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e dall'art. 14, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68. Vedi, anche, l'art. 38 dello stesso decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 68.

 

76. 1. I supporti contenenti fonogrammi non possono essere distribuiti se non portano stabilmente apposte le indicazioni di cui all'articolo 62, in quanto applicabili (17/b).

 

(17/b) Articolo così sostituito dall'art. 15, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

77. [I diritti previsti da questo capo possono essere esercitati se sia stato effettuato il deposito presso la presidenza del Consiglio dei ministri, secondo le norme del regolamento, di un esemplare del disco o dell'apparecchio analogo.

Tuttavia le formalità del deposito di cui al primo comma, quale condizione dell'esercizio dei diritti spettanti al produttore, si riterrà soddisfatta qualora su tutti gli esemplari del disco o apparecchio analogo risulti apposto in modo stabile il simbolo (P), accompagnato dall'indicazione dell'anno di prima pubblicazione] (17/c).

 

(17/c) Articolo prima sostituito dall'art. 3, L. 5 maggio 1976, n. 404 e poi abrogato dall'art. 41, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

78. 1. Il produttore di fonogrammi è la persona fisica o giuridica che assume l'iniziativa e la responsabilità della prima fissazione dei suoni provenienti da una interpretazione o esecuzione o di altri suoni o di rappresentazioni di suoni.

2. È considerato come luogo della produzione quello nel quale avviene la diretta registrazione originale (17/d).

 

(17/d) Articolo così sostituito dall'art. 16, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

Capo I-bis - Diritti dei produttori di opere cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in movimento (18)

78-bis. 1. L'utilizzazione dei fonogrammi da parte di emittenti radiotelevisive è soggetta alle disposizioni di cui al presente capo (18/a).

 

(18) Il capo I-bis e l'art. 78-bis sono stati inseriti dall'art. 10, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685.

(18/a) Il presente articolo, inserito dall'art. 10, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685 e modificato dall'art. 8, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione, è stato successivamente così sostituito dall'art. 17, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

78-ter. 1. Il produttore di opere cinematografiche o audiovisive o di sequenze di immagini in movimento è titolare del diritto esclusivo:

a) di autorizzare la riproduzione diretta o indiretta, temporanea o permanente, in qualunque modo o forma, in tutto o in parte, degli originali e delle copie delle proprie realizzazioni;

b) di autorizzare la distribuzione con qualsiasi mezzo, compresa la vendita, dell'originale e delle copie di tali realizzazioni. Il diritto di distribuzione non si esaurisce nel territorio della Comunità europea se non nel caso di prima vendita effettuata o consentita dal produttore in uno Stato membro;

c) di autorizzare il noleggio ed il prestito dell'originale e delle copie delle sue realizzazioni. La vendita o la distribuzione, sotto qualsiasi forma, non esauriscono il diritto di noleggio e di prestito;

d) di autorizzare la messa a disposizione del pubblico dell'originale e delle copie delle proprie realizzazioni, in maniera tale che ciascuno possa avervi accesso dal luogo e nel momento scelti individualmente. Tale diritto non si esaurisce con alcun atto di messa a disposizione del pubblico.

2. La durata dei diritti di cui al comma 1 è di cinquanta anni dalla fissazione. Se l'opera cinematografica o audiovisiva o la sequenza di immagini in movimento è pubblicata o comunicata al pubblico durante tale termine, la durata è di cinquanta anni dalla prima pubblicazione o, se anteriore, dalla prima comunicazione al pubblico dell'opera cinematografica o audiovisiva o della sequenza di immagini in movimento (18/b).

 

(18/b) Articolo aggiunto dall'art. 18, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

Capo II - Diritti relativi all'emissione radiofonica e televisiva (18/c)

79. 1. Senza pregiudizio dei diritti sanciti da questa legge a favore degli autori, dei produttori di fonogrammi, dei produttori di opere cinematografiche o audiovisive o di sequenze di immagini in movimento, degli artisti interpreti e degli artisti esecutori, coloro che esercitano l'attività di emissione radiofonica o televisiva hanno il diritto esclusivo:

a) di autorizzare la fissazione delle proprie emissioni effettuate su filo o via etere: il diritto non spetta al distributore via cavo qualora ritrasmetta semplicemente via cavo le emissioni di altri organismi di radiodiffusione;

b) di autorizzare la riproduzione diretta o indiretta, temporanea o permanente, in qualunque modo o forma, in tutto o in parte, delle fissazioni delle proprie emissioni;

c) di autorizzare la ritrasmissione su filo o via etere delle proprie emissioni, nonché la loro comunicazione al pubblico, se questa avviene in luoghi accessibili mediante pagamento di un diritto di ingresso;

d) di autorizzare la messa a disposizione del pubblico in maniera tale che ciascuno possa avervi accesso nel luogo o nel momento scelti individualmente, delle fissazioni delle proprie emissioni, siano esse effettuate su filo o via etere;

e) di autorizzare la distribuzione delle fissazioni delle proprie emissioni. Il diritto di distribuzione non si esaurisce nel territorio della Comunità europea, se non nel caso di prima vendita effettuata o consentita dal titolare in uno Stato membro;

f) I diritti di cui alle lettere c) e d) non si esauriscono con alcun atto di comunicazione al pubblico o di messa a disposizione del pubblico.

2. I soggetti di cui al comma 1 hanno altresì il diritto esclusivo di utilizzare la fissazione delle proprie emissioni per nuove trasmissioni o ritrasmissioni o per nuove registrazioni.

3. L'espressione radio-diffusione ha riguardo all'emissione radiofonica e televisiva.

4. L'espressione su filo o via etere include le emissioni via cavo e via satellite.

5. La durata dei diritti di cui al comma 1 è di cinquanta anni dalla prima diffusione di una emissione (18/d).

 

(18/c) Il capo II e l'art. 79 sono stati così sostituiti dall'art. 11, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685.

(18/d) Il presente articolo già sostituito dall'art. 11, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685 e modificato dall'art. 9, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione, è stato successivamente così sostituito dall'art. 19, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

Capo III - Diritti degli artisti interpreti e degli artisti esecutori (18/e)

80. 1. Si considerano artisti interpreti ed artisti esecutori gli attori, i cantanti, i musicisti, i ballerini e le altre persone che rappresentano, cantano, recitano, declamano o eseguono in qualunque modo opere dell'ingegno, siano esse tutelate o di dominio pubblico.

2. Gli artisti interpreti e gli artisti esecutori hanno, indipendentemente dall'eventuale retribuzione loro spettante per le prestazioni artistiche dal vivo, il diritto esclusivo di:

a) autorizzare la fissazione delle loro prestazioni artistiche;

b) autorizzare la riproduzione diretta o indiretta, temporanea o permanente, in qualunque modo o forma, in tutto o in parte, della fissazione delle loro prestazioni artistiche;

c) autorizzare la comunicazione al pubblico, in qualsivoglia forma e modo, ivi compresa la messa a disposizione del pubblico in maniera tale che ciascuno possa avervi accesso dal luogo e nel momento scelti individualmente, delle proprie prestazioni artistiche dal vivo, nonché la diffusione via etere e la comunicazione via satellite delle prestazioni artistiche dal vivo, a meno che le stesse siano rese in funzione di una loro radiodiffusione o siano già oggetto di una fissazione utilizzata per la diffusione. Se la fissazione consiste in un supporto fonografico, qualora essa sia utilizzata a scopo di lucro, è riconosciuto a favore degli artisti interpreti o esecutori il compenso di cui all'art. 73; qualora non sia utilizzata a scopo di lucro, è riconosciuto a favore degli artisti interpreti o esecutori interessati l'equo compenso dì cui all'art. 73-bis;

d) autorizzare la messa a disposizione del pubblico in maniera tale che ciascuno possa avervi accesso dal luogo e nel momento scelti individualmente, delle fissazioni delle proprie prestazioni artistiche e delle relative riproduzioni;

e) autorizzare la distribuzione delle fissazioni delle loro prestazioni artistiche. Il diritto non si esaurisce nel territorio della Comunità europea se non nel caso di prima vendita da parte del titolare del diritto o con il suo consenso in uno Stato membro;

f) autorizzare il noleggio o il prestito delle fissazioni delle loro prestazioni artistiche e delle relative riproduzioni: l'artista interprete o esecutore, anche in caso di cessione del diritto di noleggio ad un produttore di fonogrammi o di opere cinematografiche o audiovisive o di sequenze di immagini in movimento, conserva il diritto di ottenere un'equa remunerazione per il noleggio concluso dal produttore con terzi. Ogni patto contrario è nullo. In difetto di accordo da concludersi tra l'IMAIE e le associazioni sindacali competenti della confederazione degli industriali, detto compenso è stabilito con la procedura di cui all'articolo 4 del decreto legislativo luogotenenziale 20 luglio 1945, n. 440.

3. I diritti di cui al comma 2, lettera c), non si esauriscono con alcun atto di comunicazione al pubblico, ivi compresi gli atti di messa a disposizione del pubblico (18/f).

 

(18/e) Rubrica così sostituita dall'art. 12, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685.

(18/f) Il presente articolo, già sostituito dall'art. 13, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685, modificato dall'art. 6, D.Lgs. 23 ottobre 1996, n. 581 e dagli articoli 10 e 11, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione, è stato poi nuovamente così sostituito dall'art. 20, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

81. Gli artisti interpreti e gli artisti esecutori hanno il diritto di opporsi alla comunicazione al pubblico o alla riproduzione della loro recitazione, rappresentazione o esecuzione che possa essere di pregiudizio al loro onore o alla loro reputazione (18/g).

Sono applicabili le disposizioni del comma secondo dell'art. 74.

Per quanto attiene alla radiodiffusione, le controversie nascenti dall'applicazione del presente articolo sono regolate dalle norme contenute nel comma primo dell'art. 54.

 

(18/g) Comma prima modificato dall'art. 14, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685 e poi così sostituito dall'art. 21, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

82. Agli effetti dell'applicazione delle disposizioni che precedono, si comprendono nella denominazione di artisti interpreti e di artisti esecutori:

1) coloro che sostengono nell'opera o composizione drammatica, letteraria o musicale, una parte di notevole importanza artistica, anche se di artista esecutore comprimario;

2) i direttori dell'orchestra o del coro;

3) i complessi orchestrali o corali, a condizione che la parte orchestrale o corale abbia valore artistico di per sé stante o non di semplice accompagnamento (18/h).

 

(18/h) Comma così modificato dall'art. 14, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685.

 

83. 1. Gli artisti interpreti e gli artisti esecutori che sostengono le prime parti nell'opera o composizione drammatica, letteraria o musicale, hanno diritto che il loro nome sia indicato nella comunicazione al pubblico della loro recitazione, esecuzione o rappresentazione e venga stabilmente apposto sui supporti contenenti la relativa fissazione, quali fonogrammi, videogrammi o pellicole cinematografiche (18/i).

 

(18/i) Articolo prima modificato dall'art. 14, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685 e poi così sostituito dall'art. 22, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

84. 1. Salva diversa volontà delle parti, si presume che gli artisti interpreti ed esecutori abbiano ceduto i diritti di fissazione, riproduzione, radiodiffusione, ivi compresa la comunicazione al pubblico via satellite, distribuzione, nonché il diritto di autorizzare il noleggio contestualmente alla stipula del contratto per la produzione di un'opera cinematografica o audiovisiva o sequenza di immagini in movimento.

2. Agli artisti interpreti ed esecutori che nell'opera cinematografica e assimilata sostengono una parte di notevole importanza artistica, anche se di artista comprimario, spetta, per ciascuna utilizzazione dell'opera cinematografica e assimilata a mezzo della comunicazione al pubblico via etere, via cavo e via satellite un equo compenso a carico degli organismi di emissione.

3. Per ciascuna utilizzazione di opere cinematografiche e assimilate diversa da quella prevista nel comma 2 e nell'articolo 80, comma 2, lettera e), agli artisti interpreti ed esecutori, quali individuati nel comma 2, spetta un equo compenso a carico di coloro che esercitano i diritti di sfruttamento per ogni distinta utilizzazione economica.

4. Il compenso previsto dai commi 2 e 3 non è rinunciabile e, in difetto di accordo da concludersi tra l'istituto mutualistico artisti interpreti esecutori e le associazioni sindacali competenti della confederazione degli industriali, è stabilito con la procedura di cui all'articolo 4 del decreto legislativo luogotenenziale 20 luglio 1945, n. 440 (18/l) (18/m).

 

(18/l) Articolo prima sostituito dall'art. 15, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685, e poi modificato dall'art. 7, D.Lgs. 23 ottobre 1996, n. 581, ed infine nuovamente sostituito dall'art. 12, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

(18/m) L'art. 17, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione, ha disposto che l'equo compenso di cui al presente articolo è riconosciuto a decorrere dal 1° gennaio 1998.

 

85. I diritti di cui al presente capo durano cinquanta anni a partire dalla esecuzione, rappresentazione o recitazione. Se una fissazione dell'esecuzione, rappresentazione o recitazione è pubblicata o comunicata al pubblico durante tale termine, i diritti durano cinquanta anni a partire dalla prima pubblicazione, o, se anteriore, dalla prima comunicazione al pubblico della fissazione (18/n).

 

(18/n) Articolo così sostituito prima dall'art. 16, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685 e poi dall'art. 13, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

 

85-bis. 1. In aggiunta ai diritti già disciplinati nel presente capo e nei capi precedenti, ai detentori dei diritti connessi è riconosciuto il diritto di autorizzare la ritrasmissione via cavo secondo le disposizioni di cui all'art. 110-bis (18/o).

 

(18/o) Aggiunto dall'art. 8, D.Lgs. 23 ottobre 1996, n. 581.

 

Capo III-bis - Diritti relativi ad opere pubblicate o comunicate al pubblico per la prima volta successivamente alla estinzione dei diritti patrimoniali d'autore (18/p)

85-ter. 1. Senza pregiudizio dei diritti morali dell'autore, a chi, dopo la scadenza dei termini di protezione del diritto d'autore, lecitamente pubblica o comunica al pubblico per la prima volta un'opera non pubblicata anteriormente spettano i diritti di utilizzazione economica riconosciuti dalle disposizioni contenute nella sezione I del capo III, del titolo I della presente legge, in quanto applicabili.

2. La durata dei diritti esclusivi di utilizzazione economica di cui al comma 1 è di venticinque anni a partire dalla prima lecita pubblicazione o comunicazione al pubblico (18/q).

 

(18/p) L'art. 14, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione, ha aggiunto il Capo III-bis e l'art. 85-ter.

(18/q) L'art. 14, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione, ha aggiunto il Capo III-bis e l'art. 85-ter.

 

Capo III-ter - Diritti relativi ad edizioni critiche e scientifiche di opere di pubblico dominio (18/r)

85-quater. 1. Senza pregiudizio dei diritti morali dell'autore, a colui il quale pubblica, in qualunque modo o con qualsiasi mezzo, edizioni critiche e scientifiche di opere di pubblico dominio spettano i diritti esclusivi di utilizzazione economica dell'opera, quale risulta dall'attività di revisione critica e scientifica.

2. Fermi restando i rapporti contrattuali con il titolare dei diritti di utilizzazione economica di cui al comma 1, spetta al curatore della edizione critica e scientifica il diritto alla indicazione del nome.

3. La durata dei diritti esclusivi di cui al comma 1 è di venti anni a partire dalla prima lecita pubblicazione, in qualunque modo o con qualsiasi mezzo effettuata (18/s).

 

(18/r) L'art. 15, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione, ha aggiunto il Capo III-ter e l'art. 85-quater.

(18/s) L'art. 15, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione, ha aggiunto il Capo III-ter e l'art. 85-quater.

 

85-quinquies. I termini finali di durata dei diritti previsti dal capi I, I-bis, II, III, III-bis, e dal presente capo del titolo II si computano, nei rispettivi casi, a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo a quello in cui si verifica l'evento considerato dalla norma (18/t).

 

(18/t) Articolo aggiunto dall'art. 16, D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 154 (Gazz. Uff. 13 giugno 1997, n. 136), entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

 

Capo IV - Diritti relativi a bozzetti di scene teatrali

86. All'autore di bozzetti di scene teatrali che non costituiscono opera dell'ingegno coperta dal diritto di autore ai sensi delle disposizioni del titolo I, compete un diritto a compenso quando il bozzetto è usato ulteriormente in altri teatri, oltre quello per il quale è stato composto.

Questo diritto dura cinque anni a partire dalla prima rappresentazione nella quale il bozzetto è stato adoperato.

 

 

Capo V - Diritti relativi alle fotografie

 

87. Sono considerate fotografie, ai fini dell'applicazione delle disposizioni di questo capo, le immagini di persone o di aspetti, elementi o fatti della vita naturale e sociale, ottenute col processo fotografico o con processo analogo, comprese le riproduzioni di opere dell'arte figurativa e i fotogrammi delle pellicole cinematografiche.

Non sono comprese le fotografie di scritti, documenti, carte di affari, oggetti materiali, disegni tecnici e prodotti simili.

 

 

 

88. Spetta al fotografo il diritto esclusivo di riproduzione, diffusione e spaccio della fotografia, salve le disposizioni stabilite dalla sezione seconda del capo sesto di questo titolo, per ciò che riguarda il ritratto e senza pregiudizio, riguardo alle fotografie riproducenti opere dell'arte figurativa, dei diritti di autore sulla opera riprodotta.

Tuttavia se l'opera è stata ottenuta nel corso e nell'adempimento di un contratto di impiego o di lavoro, entro i limiti dell'oggetto e delle finalità del contratto, il diritto esclusivo compete al datore di lavoro.

La stessa norma si applica, salvo patto contrario, a favore del committente quando si tratti di fotografia di cose in possesso del committente medesimo e salvo pagamento a favore del fotografo, da parte di chi utilizza commercialmente la riproduzione, di un equo corrispettivo.

Il Ministro per la cultura popolare (19), con le norme stabilite dal regolamento, può fissare apposite tariffe per determinare il compenso dovuto da chi utilizza la fotografia (19/a).

 

(19) Ora, il Presidente del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(19/a) Le tariffe sono state fissate con l'articolo unico del D.P.C.M. 2 aprile 1963.

 

89. La cessione del negativo o di analogo mezzo di riproduzione della fotografia comprende, salvo patto contrario, la cessione dei diritti previsti nell'articolo precedente, sempreché tali diritti spettino al cedente.

 

 

 

90. Gli esemplari della fotografia devono portare le seguenti indicazioni:

1) il nome del fotografo, o, nel caso previsto nel primo capoverso dell'art. 88, della ditta da cui il fotografo dipende o del committente;

2) la data dell'anno di produzione della fotografia;

3) il nome dell'autore dell'opera d'arte fotografata.

Qualora gli esemplari non portino le suddette indicazioni, la loro riproduzione non è considerata abusiva e non sono dovuti i compensi indicati agli artt. 91 e 98 a meno che il fotografo non provi la mala fede del riproduttore.

 

 

91. La riproduzione di fotografie nelle antologie ad uso scolastico ed in generale nelle opere scientifiche o didattiche è lecita, contro pagamento di un equo compenso, che è determinato nelle forme previste dal regolamento.

Nella riproduzione deve indicarsi il nome del fotografo e la data dell'anno della fabbricazione, se risultano dalla fotografia riprodotta.

La riproduzione di fotografie pubblicate su giornali od altri periodici, concernenti persone o fatti di attualità od aventi, comunque, pubblico interesse, è lecita contro pagamento di un equo compenso.

Sono applicabili le disposizioni dell'ultimo comma dell'art. 88 (19/a).

 

(19/a) Le tariffe sono state fissate con l'articolo unico del D.P.C.M. 2 aprile 1963.

 

92. Il diritto esclusivo sulle fotografie dura vent'anni dalla produzione della fotografia.

[Per le fotografie riproducenti opere dell'arte figurativa e architettonica o aventi carattere tecnico o scientifico, o di spiccato valore artistico il termine di durata è di quaranta anni, a condizione che sia effettuato il deposito dell'opera a termini dell'art. 105] (19/b).

[Il termine decorre dalla data del deposito stesso] (19/b).

[Sugli esemplari delle fotografie menzionate nel secondo comma deve apporsi l'indicazione "riproduzione riservata per quarant'anni"] (19/b) (20).

 

(19/b) Comma soppresso dall'art. 5, D.P.R. 8 gennaio 1979, n. 19 (Gazz. Uff. 30 gennaio 1979, n. 29).

(19/b) Comma soppresso dall'art. 5, D.P.R. 8 gennaio 1979, n. 19 (Gazz. Uff. 30 gennaio 1979, n. 29).

(19/b) Comma soppresso dall'art. 5, D.P.R. 8 gennaio 1979, n. 19 (Gazz. Uff. 30 gennaio 1979, n. 29).

(20) Vedi proroga disposta dall'art. 6, D.Lgs.Lgt. 20 luglio 1945, n. 440.

 

Capo VI - Diritti relativi alla corrispondenza epistolare ed al ritratto

Sezione I - Diritti relativi alle corrispondenze epistolari

93. Le corrispondenze epistolari, gli epistolari, le memorie familiari e personali e gli altri scritti della medesima natura, allorché abbiano carattere confidenziale o si riferiscano alla intimità della vita privata, non possono essere pubblicati, riprodotti od in qualunque modo portati alla conoscenza del pubblico senza il consenso dell'autore, e, trattandosi di corrispondenze epistolari e di epistolari, anche del destinatario (21).

Dopo la morte dell'autore o del destinatario occorre il consenso del coniuge o dei figli, o, in loro mancanza, dei genitori; mancando il coniuge, i figli e i genitori, dei fratelli e delle sorelle, e, in loro mancanza, degli ascendenti e dei discendenti fino al quarto grado.

Quando le persone indicate nel comma precedente siano più e vi sia tra loro dissenso, decide l'autorità giudiziaria, sentito il Pubblico Ministero.

È rispettata, in ogni caso, la volontà del defunto quando risulti da scritto.

 

(21) Vedi, in tema di reati contro la inviolabilità della corrispondenza, gli articoli 616, 618, 619 e 620 codice penale 1930.

 

94. Il consenso indicato all'articolo precedente non è necessario quando la conoscenza dello scritto è richiesta ai fini di un giudizio civile o penale o per esigenza di difesa dell'onore o della reputazione personale o familiare.

 

 

95. Le disposizioni degli articoli precedenti si applicano anche alle corrispondenze epistolari che costituiscono opere tutelate dal diritto di autore ed anche se cadute in dominio pubblico. Non si applicano agli atti e corrispondenze ufficiali o agli altri atti e corrispondenze che presentano interesse di Stato.

 

 

Sezione II - Diritti relativi al ritratto (22)

 

96. Il ritratto di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio senza il consenso di questa, salve le disposizioni dell'articolo seguente.

Dopo la morte della persona ritrattata si applicano le disposizioni del secondo, terzo e quarto comma dell'art. 93.

 

(22) Vedi l'art. 10 c.c. 1942.

 

 

97. Non occorre il consenso della persona ritrattata quando la riproduzione dell'immagine è giustificata dalla notorietà o dall'ufficio pubblico coperto, da necessità di giustizia o di polizia, da scopi scientifici, didattici o culturali, quando la riproduzione è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico.

Il ritratto non può tuttavia essere esposto o messo in commercio, quando l'esposizione o messa in commercio rechi pregiudizio all'onore, alla riputazione od anche al decoro nella persona ritrattata.

 

 

 

98. Salvo patto contrario, il ritratto fotografico eseguito su commissione può, dalla persona fotografata o dai suoi successori o aventi causa, essere pubblicato, riprodotto o fatto riprodurre senza il consenso del fotografo, salvo pagamento a favore di quest'ultimo, da parte di chi utilizza commercialmente la produzione, di un equo corrispettivo.

Il nome del fotografo, allorché figuri sulla fotografia originaria, deve essere indicato.

Sono applicabili le disposizioni dell'ultimo comma dell'art. 88.

 

 

Capo VII - Diritti relativi ai progetti di lavori dell'ingegneria

 

99. All'autore di progetti di lavori di ingegneria, o di altri lavori analoghi, che costituiscano soluzioni originali di problemi tecnici, compete, oltre al diritto esclusivo di riproduzione dei piani e disegni dei progetti medesimi, il diritto ad un equo compenso a carico di coloro che realizzano il progetto tecnico a scopo di lucro senza il suo consenso.

Per esercitare il diritto al compenso l'autore deve inserire sopra il piano o disegno una dichiarazione di riserva ed eseguire il deposito del piano o disegno presso il Ministero della cultura popolare (23) secondo le norme stabilite dal regolamento.

Il diritto a compenso previsto in questo articolo dura venti anni dal giorno del deposito prescritto nel secondo comma (24).

 

(23) Ora, Presidenza del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(24) Vedi proroga disposta dall'art. 6, D.Lgs.Lgt. 20 luglio 1945, n. 440.

 

Capo VIII - Protezione del titolo, delle rubriche, dell'aspetto esterno dell'opera, degli articoli e di notizie - Divieto di taluni atti di concorrenza sleale

 

100. Il titolo dell'opera, quando individui l'opera stessa, non può essere riprodotto sopra altra opera senza il consenso dell'autore.

Il divieto non si estende ad opere che siano di specie o carattere così diverso da risultare esclusa ogni possibilità di confusione.

È vietata egualmente, nelle stesse condizioni, la riproduzione delle rubriche che siano adoperate nella pubblicazione periodica in modo così costante da individuare l'abituale e caratteristico contenuto della rubrica.

Il titolo del giornale, delle riviste o di altre pubblicazioni periodiche non può essere riprodotto in altre opere della stessa specie o carattere, se non siano decorsi due anni da quando è cessata la pubblicazione del giornale.

 

 

 

101. La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l'impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte.

Sono considerati atti illeciti:

a) la riproduzione o la radiodiffusione, senza autorizzazione, dei bollettini di informazioni distribuiti dalle agenzie giornalistiche o di informazioni, prima che siano trascorse sedici ore dalla diramazione del bollettino stesso e, comunque, prima della loro pubblicazione in un giornale o altro periodico che ne abbia ricevuto la facoltà da parte dell'agenzia. A tal fine, affinché le agenzie abbiano azione contro coloro che li abbiano illecitamente utilizzati, occorre che i bollettini siano muniti dell'esatta indicazione del giorno e dell'ora di diramazione;

b) la riproduzione sistematica di informazioni o notizie, pubblicate o radiodiffuse, a fine di lucro, sia da parte di giornali o altri periodici, sia da parte di imprese di radiodiffusione.

 

 

102. È vietata come atto di concorrenza sleale, la riproduzione o imitazione sopra altre opere della medesima specie, delle testate, degli emblemi, dei fregi, delle disposizioni di segni o caratteri di stampa e di ogni altra particolarità di forma o di colore nell'aspetto esterno dell'opera dell'ingegno, quando detta riproduzione o imitazione sia atta a creare confusione di opera o di autore.

 

 

TITOLO II-bis

Disposizioni sui diritti del costitutore di una banca di dati (24/a)

Diritti e obblighi dell'utente

Capo I - Diritti del costitutore di una banca di dati

102-bis. 1. Ai fini del presente titolo si intende per:

a) costitutore di una banca di dati: chi effettua investimenti rilevanti per la costituzione di una banca di dati o per la sua verifica o la sua presentazione, impegnando, a tal fine, mezzi finanziari, tempo o lavoro;

b) estrazione: il trasferimento permanente o temporaneo della totalità o di una parte sostanziale del contenuto di una banca di dati su un altro supporto con qualsiasi mezzo o in qualsivoglia forma. L'attività di prestito dei soggetti di cui all'articolo 69, comma 1, non costituisce atto di estrazione;

c) reimpiego: qualsivoglia forma di messa a disposizione del pubblico della totalità o di una parte sostanziale del contenuto della banca di dati mediante distribuzione di copie, noleggio, trasmissione effettuata con qualsiasi mezzo e in qualsiasi forma. L'attività di prestito dei soggetti di cui all'articolo 69, comma 1, non costituisce atto di reimpiego.

2. La prima vendita di una copia della banca di dati effettuata o consentita dal titolare in uno Stato membro dell'Unione europea esaurisce il diritto di controllare la rivendita della copia nel territorio dell'Unione europea.

3. Indipendentemente dalla tutelabilità della banca di dati a norma del diritto d'autore o di altri diritti e senza pregiudizio dei diritti sul contenuto o parti di esso, il costitutore di una banca di dati ha il diritto, per la durata e alle condizioni stabilite dal presente Capo, di vietare le operazioni di estrazione ovvero reimpiego della totalità o di una parte sostanziale della stessa.

4. Il diritto di cui al comma 3 si applica alle banche di dati i cui costitutori o titolari di diritti sono cittadini di uno Stato membro dell'Unione europea o residenti abituali nel territorio dell'Unione europea.

5. La disposizione di cui al comma 3 si applica altresì alle imprese e società costituite secondo la normativa di uno Stato membro dell'Unione europea ed aventi la sede sociale, l'amministrazione centrale o il centro d'attività principale all'interno della Unione europea; tuttavia, qualora la società o l'impresa abbia all'interno della Unione europea soltanto la propria sede sociale, deve sussistere un legame effettivo e continuo tra l'attività della medesima e l'economia di uno degli Stati membri dell'Unione europea.

6. Il diritto esclusivo del costitutore sorge al momento del completamento della banca di dati e si estingue trascorsi quindici anni dal 1° gennaio dell'anno successivo alla data del completamento stesso.

7. Per le banche di dati in qualunque modo messe a disposizione del pubblico prima dello scadere del periodo di cui al comma 6, il diritto di cui allo stesso comma 6 si estingue trascorsi quindici anni dal 1° gennaio dell'anno successivo alla data della prima messa a disposizione del pubblico.

8. Se vengono apportate al contenuto della banca di dati modifiche o integrazioni sostanziali comportanti nuovi investimenti rilevanti ai sensi del comma 1, lettera a), dal momento del completamento o della prima messa a disposizione del pubblico della banca di dati così modificata o integrata, e come tale espressamente identificata, decorre un autonomo termine di durata della protezione, pari a quello di cui ai commi 6 e 7.

9. Non sono consentiti l'estrazione o il reimpiego ripetuti e sistematici di parti non sostanziali del contenuto della banca di dati, qualora presuppongano operazioni contrarie alla normale gestione della banca di dati o arrechino un pregiudizio ingiustificato al costitutore della banca di dati.

10. Il diritto di cui al comma 3 può essere acquistato o trasmesso in tutti i modi e forme consentiti dalla legge (24/b).

 

(24/a) Il Titolo II-bis con gli artt. 102-bis e 102-ter è stato aggiunto dall'art. 5, D.Lgs. 6 maggio 1999, n. 169. Vedi, anche, l'art. 7 dello stesso decreto.

(24/b) Il Titolo II-bis con gli artt. 102-bis e 102-ter è stato aggiunto dall'art. 5, D.Lgs. 6 maggio 1999, n. 169. Vedi, anche, l'art. 7 dello stesso decreto.

 

Capo II - Diritti e obblighi dell'utente

102-ter. 1. L'utente legittimo della banca di dati messa a disposizione del pubblico non può arrecare pregiudizio al titolare del diritto d'autore o di un altro diritto connesso relativo ad opere o prestazioni contenute in tale banca.

2. L'utente legittimo di una banca di dati messa in qualsiasi modo a disposizione del pubblico non può eseguire operazioni che siano in contrasto con la normale gestione della banca di dati o che arrechino un ingiustificato pregiudizio al costitutore della banca di dati.

3. Non sono soggette all'autorizzazione del costitutore della banca di dati messa per qualsiasi motivo a disposizione del pubblico le attività di estrazione o reimpiego di parti non sostanziali, valutate in termini qualitativi e quantitativi, del contenuto della banca di dati per qualsivoglia fine effettuate dall'utente legittimo. Se l'utente legittimo è autorizzato ad effettuare l'estrazione o il reimpiego solo di una parte della banca di dati, il presente comma si applica unicamente a tale parte.

4. Le clausole contrattuali pattuite in violazione dei commi 1, 2 e 3 sono nulle (24/c).

 

(24/c) Il Titolo II-bis con gli artt. 102-bis e 102-ter è stato aggiunto dall'art. 5, D.Lgs. 6 maggio 1999, n. 169. Vedi, anche, l'art. 7 dello stesso decreto.

 

TITOLO II-ter

Misure tecnologiche di protezione. Informazioni sul regime dei diritti (24/d)

102-quater. 1. I titolari di diritti d'autore e di diritti connessi nonché del diritto di cui all'art. 102-bis, comma 3, possono apporre sulle opere o sui materiali protetti misure tecnologiche di protezione efficaci che comprendono tutte le tecnologie, i dispositivi o i componenti che, nel normale corso del loro funzionamento, sono destinati a impedire o limitare atti non autorizzati dai titolari dei diritti.

2. Le misure tecnologiche di protezione sono considerate efficaci nel caso in cui l'uso dell'opera o del materiale protetto sia controllato dai titolari tramite l'applicazione di un dispositivo di accesso o di un procedimento di protezione, quale la cifratura, la distorsione o qualsiasi altra trasformazione dell'opera o del materiale protetto, ovvero sia limitato mediante un meccanismo di controllo delle copie che realizzi l'obiettivo di protezione.

3. Resta salva l'applicazione delle disposizioni relative ai programmi per elaboratore di cui al capo IV sezione VI del titolo I (24/e).

 

(24/d) Il Titolo II-ter, comprendente gli articoli 102-quater e 102-quinquies, è stato aggiunto dall'art. 23, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

(24/e) Il Titolo II-ter, comprendente gli articoli 102-quater e 102-quinquies, è stato aggiunto dall'art. 23, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

102-quinquies. 1. Informazioni elettroniche sul regime dei diritti possono essere inserite dai titolari di diritti d'autore e di diritti connessi nonché del diritto di cui all'art. 102-bis, comma 3, sulle opere o sui materiali protetti o possono essere fatte apparire nella comunicazione al pubblico degli stessi.

2. Le informazioni elettroniche sul regime dei diritti identificano l'opera o il materiale protetto, nonché l'autore o qualsiasi altro titolare dei diritti. Tali informazioni possono altresì contenere indicazioni circa i termini o le condizioni d'uso dell'opera o dei materiali, nonché qualunque numero o codice che rappresenti le informazioni stesse o altri elementi di identificazione (24/f).

 

(24/f) Il Titolo II-ter, comprendente gli articoli 102-quater e 102-quinquies, è stato aggiunto dall'art. 23, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

TITOLO III

Disposizioni comuni

Capo I - Registri di pubblicità e deposito delle opere

 

103. È istituito presso il Ministero della cultura popolare (24/g) un registro pubblico generale delle opere protette ai sensi di questa legge.

La Società italiana degli autori ed editori (SIAE) (25) cura la tenuta di un registro pubblico speciale per le opere cinematografiche.

In detti registri sono registrate le opere soggette all'obbligo del deposito con la indicazione del nome dell'autore, del produttore, della data della pubblicazione e con le altre indicazioni stabilite dal regolamento.

Alla Società italiana degli autori ed editori è affidata, altresì, la tenuta di un registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore. In tale registro viene registrato il nome del titolare dei diritti esclusivi di utilizzazione economica e la data di pubblicazione del programma, intendendosi per pubblicazione il primo atto di esercizio dei diritti esclusivi (25/a).

La registrazione fa fede, sino a prova contraria, della esistenza dell'opera e del fatto della sua pubblicazione. Gli autori e i produttori indicati nel registro sono reputati, sino a prova contraria, autori o produttori delle opere che sono loro attribuite. Per le opere cinematografiche la presunzione si applica alle annotazioni del registro indicato nel secondo comma.

La tenuta dei registri di pubblicità è disciplinata nel regolamento.

I registri di cui al presente articolo possono essere tenuti utilizzando mezzi e strumenti informatici (25/a).

 

(24/g) Ora, Presidenza del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(25) L'art. 9, L. 18 agosto 2000, n. 248, ha disposto che, nel testo della presente legge, l'espressione: "Ente italiano per il diritto d'autore", ovunque ricorra, sia sostituita dall'espressione "Società italiana degli autori ed editori (SIAE)".

(25/a) Comma aggiunto dall'art. 6, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.). L'art. 12 dello stesso D.Lgs. ha, inoltre, così disposto:

"Art. 12. 1. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri da emanarsi, sentita la Società italiana degli autori ed editori, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge saranno determinate le caratteristiche del registro, le modalità di registrazione di cui agli articoli 6 e 7 e le relative tariffe".

(25/a) Comma aggiunto dall'art. 6, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.). L'art. 12 dello stesso D.Lgs. ha, inoltre, così disposto:

"Art. 12. 1. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri da emanarsi, sentita la Società italiana degli autori ed editori, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge saranno determinate le caratteristiche del registro, le modalità di registrazione di cui agli articoli 6 e 7 e le relative tariffe".

 

104. Possono, altresì, essere registrati nel registro, sulla istanza della parte interessata, con le forme stabilite dal regolamento, gli atti tra vivi che trasferiscono, in tutto o in parte, i diritti riconosciuti da questa legge, o costituiscono sopra di essi diritti di godimento o di garanzia, come pure gli atti di divisione o di società relativi ai diritti medesimi.

Le registrazioni hanno anche altri effetti di carattere giuridico od amministrativo in base alle disposizioni contenute in questa legge o in altre leggi speciali.

 

 

105. Gli autori e i produttori delle opere e dei prodotti protetti ai sensi di questa legge o i loro aventi causa devono depositare presso il Ministero della cultura popolare (26) un esemplare o copia della opera o del prodotto, nei termini (27) e nelle forme stabilite dal regolamento.

Qualora si tratti di opera drammatico-musicale o sinfonica di cui non sia stampata la partitura d'orchestra, basterà una copia o un esemplare della riduzione per canto e pianoforte o per pianoforte solo.

Per i programmi per elaboratore la registrazione è facoltativa ed onerosa (27/a).

Per le fotografie è escluso l'obbligo del deposito, salvo il disposto del secondo comma dell'art. 92.

 

(26) Ora, Presidenza del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23, secondo comma.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(27) In merito al termine prescritto per il deposito, vedi la nota all'art. 35 del regolamento.

(27/a) Comma così inserito dall'art. 7, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.). Vedi, anche, la nota 25/a.

 

106. L'omissione del deposito non pregiudica l'acquisto e l'esercizio del diritto di autore sulle opere protette a termini delle disposizioni del titolo I di questa legge e delle disposizioni delle convenzioni internazionali, salva, per le opere straniere, l'applicazione dell'art. 188 di questa legge.

[L'omissione del deposito impedisce lo acquisto o l'esercizio di diritti sulle opere contemplate nel titolo II di questa legge, a termini delle disposizioni contenute nel titolo medesimo] (28).

Il Ministro per la cultura popolare (26) può far procedere al sequestro di un esemplare o di una copia dell'opera di cui fu omesso il deposito, nelle forme stabilite dal regolamento.

 

(28) Comma abrogato dall'art. 41, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

(26) Ora, Presidenza del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23, secondo comma.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

 

Capo II - Trasmissione dei diritti di utilizzazione

Sezione I - Norme generali

 

107. I diritti di utilizzazione spettanti agli autori delle opere dell'ingegno nonché i diritti connessi aventi carattere patrimoniale, possono essere acquistati, alienati o trasmessi in tutti i modi e forme consentiti dalla legge, salva l'applicazione delle norme contenute in questo capo.

 

 

108. L'autore che abbia compiuto sedici anni di età ha la capacità di compiere tutti gli atti giuridici relativi alle opere da lui create e di esercitare le azioni che ne derivano (28/a).

 

(28/a) Articolo così sostituito dall'art. 13, L. 8 marzo 1975, n. 39.

 

109. La cessione di uno o più esemplari dell'opera non importa, salvo patto contrario, la trasmissione dei diritti di utilizzazione, regolati da questa legge.

Tuttavia la cessione di uno stampo, di un rame inciso o di altro simile mezzo usato per riprodurre un'opera d'arte, comprende, salvo patto contrario, la facoltà di riprodurre l'opera stessa, sempreché tale facoltà spetti al cedente (3/cost).

 

(3/cost) La Corte costituzionale, con sentenza 23 marzo-6 aprile 1994, n. 108 (Gazz. Uff. 12 aprile 1995, n. 15, serie speciale), ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 19, 61, 68 e 109, sollevata in riferimento agli artt. 3, 9, 41 e 42 della Costituzione.

 

 

110. La trasmissione dei diritti di utilizzazione deve essere provata per iscritto.

 

 

110-bis. 1. L'autorizzazione alla ritrasmissione via cavo delle emissioni di radiodiffusione è concessa mediante contratto tra i titolari dei diritti d'autore, i detentori di diritti connessi ed i cablodistributori.

2. In caso di mancata autorizzazione per la ritrasmissione via cavo di un'emissione di radiodiffusione, le parti interessate possono far ricorso ad un terzo, scelto di comune accordo, per la formulazione di una proposta di contratto. In caso di mancato accordo la scelta viene effettuata dal presidente del tribunale ove ha la residenza o la sede una delle parti interessate.

3. La proposta del terzo si ritiene accettata se nessuna delle parti interessate vi si oppone entro novanta giorni dalla notifica (28/b).

 

(28/b) Aggiunto dall'art. 9, D.Lgs. 23 ottobre 1996, n. 581 e corretto con avviso pubblicato nella Gazz. Uff. 6 dicembre 1996, n. 286.

 

111. I diritti di pubblicazione dell'opera dell'ingegno e di utilizzazione dell'opera pubblicata non possono formare oggetto di pegno, pignoramento e sequestro né per atto contrattuale, né per via di esecuzione forzata, finché spettano personalmente all'autore.

Possono invece essere dati in pegno o essere pignorati o sequestrati i proventi dell'utilizzazione e gli esemplari dell'opera, secondo le norme del codice di procedura civile.

 

 

112. I diritti spettanti all'autore, ad eccezione di quelli di pubblicare un'opera durante la vita di lui, possono essere espropriati per ragioni di interesse dello Stato.

 

 

113. L'espropriazione è disposta per decreto reale (29), su proposta del Ministro per la cultura popolare (30), di concerto con il Ministro per l'educazione nazionale, sentito il Consiglio di Stato.

Nel decreto di espropriazione od in altro successivo è stabilita l'indennità spettante all'espropriato.

Il decreto ha forza di titolo esecutivo nei riguardi sia degli aventi diritto, che dei terzi detentori delle cose materiali necessarie per l'esercizio dei diritti espropriati.

 

(29) Ora, presidenziale.

(30) Ora, dal Presidente del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

 

114. Contro il decreto di espropriazione, per ragioni di interesse dello Stato è ammesso ricorso in sede giurisdizionale al Consiglio di Stato tranne per le controversie riguardanti l'ammontare delle indennità, le quali rimangono di competenza dell'Autorità giudiziaria.

 

 

Sezione II - Trasmissione a causa di morte

115. Dopo la morte dell'autore, il diritto di utilizzazione dell'opera, quando l'autore stesso non abbia altrimenti disposto, deve rimanere indiviso fra gli eredi per il periodo di tre anni dalla morte medesima, salvo che l'Autorità giudiziaria, sopra istanza di uno o più coeredi, consenta, per gravi ragioni, che la divisione si effettui senza indugio.

Decorso il detto periodo, gli eredi, possono stabilire, per comune accordo, che il diritto rimanga ancora in comunione per la durata che sarà da essi fissata, entro i limiti indicati nelle disposizioni contenute nei codici.

La comunione è regolata dalle disposizioni del codice civile e da quelle che seguono.

 

 

116. L'amministrazione e la rappresentanza degli interessi della comunione è conferita a uno dei coeredi od a persona estranea alla successione.

Se i coeredi trascurano la nomina dell'amministratore o se non si accordano sulla nomina medesima, entro l'anno dall'apertura della successione, l'amministrazione è conferita alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE) (31) con decreto del Tribunale del luogo dell'aperta successione, emanato su ricorso di uno dei coeredi o dell'ente medesimo.

La stessa procedura è seguita quando si tratti di provvedere alla nomina di un nuovo amministratore.

 

(31) L'art. 9, L. 18 agosto 2000, n. 248, ha disposto che, nel testo della presente legge, l'espressione: "Ente italiano per il diritto d'autore", ovunque ricorra, sia sostituita dall'espressione "Società italiana degli autori ed editori (SIAE)".

 

117. L'amministratore cura la gestione dei diritti di utilizzazione dell'opera.

Non può però autorizzare nuove edizioni, traduzioni o altre elaborazioni, nonché l'adattamento dell'opera alla cinematografia, alla radiodiffusione ed alla incisione su apparecchi meccanici, senza il consenso degli eredi rappresentanti la maggioranza per valore delle quote ereditarie, salvi i provvedimenti dell'Autorità giudiziaria a tutela della minoranza, secondo le norme del codice civile in materia di comunione (32).

 

(32) Vedi l'art. 1109 cod. civ. 1942.

 

Sezione III - Contratto di edizione

 

118. Il contratto con il quale l'autore concede ad un editore l'esercizio del diritto di pubblicare per le stampe, per conto e a spese dell'editore stesso, l'opera dell'ingegno, è regolato, oltreché dalle disposizioni contenute nei codici, dalle disposizioni generali di questo capo e dalle disposizioni particolari che seguono.

 

 

119. Il contratto può avere per oggetto tutti i diritti di utilizzazione che spettano all'autore nel caso dell'edizione, o taluni di essi, con il contenuto e per la durata che sono determinati dalla legge vigente al momento del contratto.

Salvo patto contrario, si presume che siano stati trasferiti i diritti esclusivi.

Non possono essere compresi i futuri diritti eventualmente attribuiti da leggi posteriori, che comportino una protezione del diritto di autore più larga nel suo contenuto o di maggiore durata.

Salvo pattuizione espressa, la alienazione non si estende ai diritti di utilizzazione dipendenti dalle eventuali elaborazioni e trasformazioni di cui l'opera è suscettibile, compresi gli adattamenti alla cinematografia, alla radiodiffusione ed alla registrazione su apparecchi meccanici.

L'alienazione di uno o più diritti di utilizzazione non implica, salvo fatto contrario, il trasferimento di altri diritti che non siano necessariamente dipendenti dal diritto trasferito, anche se compresi, secondo le disposizioni del titolo, nella stessa categoria di facoltà esclusive.

 

 

120. Se il contratto ha per oggetto opere che non sono state ancora create si devono osservare le norme seguenti:

1) è nullo il contratto che abbia per oggetto tutte le opere o categorie di opere che l'autore possa creare, senza limite di tempo;

2) senza pregiudizio delle norme regolanti i contratti di lavoro o di impiego, i contratti concernenti l'alienazione dei diritti esclusivi di autore per opere da crearsi non possono avere una durata superiore ai dieci anni;

3) se fu determinata l'opera da creare, ma non fu diffuso il termine nel quale l'opera deve essere consegnata, l'editore ha sempre il diritto di ricorrere all'Autorità giudiziaria per la fissazione di un termine. Se il termine fu fissato, l'Autorità giudiziaria ha facoltà di prorogarlo.

 

 

121. Se l'autore muore o si trova nella impossibilità di condurre l'opera a termine, dopo che una parte notevole ed a sé stante è stata compiuta e consegnata, l'editore ha la scelta di considerare risoluto il contratto, oppure di considerarlo compiuto per la parte consegnata, pagando un compenso proporzionato, salvo che l'autore abbia manifestata o manifesti la volontà che l'opera non sia pubblicata se non compiuta interamente, o uguale volontà, sia manifestata dalle persone indicate nell'art. 23.

Se la risoluzione ha luogo a richiesta dell'autore o dei suoi eredi l'opera incompiuta non può essere ceduta ad altri, sotto pena del risarcimento del danno.

 

 

 

122. Il contratto di edizione può essere "per edizione" o "a termine".

Il contratto "per edizione" conferisce all'editore il diritto di eseguire una o più edizioni entro vent'anni dalla consegna del manoscritto completo.

Nel contratto devono essere indicati il numero delle edizioni e il numero degli esemplari di ogni edizione. Possono tuttavia essere previste più ipotesi, sia nei riguardi del numero delle edizioni e del numero degli esemplari, sia nei riguardi del compenso relativo.

Se mancano tali indicazioni si intende che il contratto ha per oggetto una sola edizione per il numero massimo di duemila esemplari.

Il contratto di edizione "a termine" conferisce all'editore il diritto di eseguire quel numero di edizioni che stima necessario durante il termine, che non può eccedere venti anni, e per il numero minimo di esemplari per edizione, che deve essere indicato nel contratto, a pena di nullità, del contratto medesimo. Tale termine di venti anni non si applica ai contratti di edizione riguardanti:

enciclopedie, dizionari;

schizzi, disegni, vignette, illustrazioni, fotografie e simili, ad uso industriale;

lavori di cartografia;

opere drammatico-musicali e sinfoniche.

In entrambe le forme di contratto l'editore è libero di distribuire le edizioni nel numero di ristampe che stimi conveniente.

 

 

123. Gli esemplari dell'opera sono contrassegnati in conformità delle norme stabilite dal regolamento.

 

 

124. Se più edizioni sono prevedute nel contratto, l'editore è obbligato ad avvisare l'autore dell'epoca presumibile dell'esaurimento dell'edizione in corso, entro un congruo termine, prima dell'epoca stessa.

Egli deve contemporaneamente dichiarare all'autore se intende o no procedere ad una nuova edizione.

Se l'editore ha dichiarato di rinunciare ad una nuova edizione o se, avendo dichiarato di voler procedere ad una nuova edizione, non vi procede nel termine di due anni dalla notifica di detta dichiarazione, il contratto si intende risoluto.

L'autore ha diritto al risarcimento dei danni per la mancata nuova edizione se non sussistono giusti motivi da parte dell'editore.

 

 

125. L'autore è obbligato:

1) a consegnare l'opera nelle condizioni stabilite dal contratto e in forma che non ne renda troppo difficile o costosa la stampa;

2) a garantire il pacifico godimento dei diritti ceduti per tutta la durata del contratto.

L'autore ha altresì l'obbligo e il diritto di correggere le bozze di stampa secondo le modalità fissate dall'uso.

 

 

126. L'editore è obbligato:

1) a riprodurre e porre in vendita l'opera col nome dell'autore, ovvero anonima o pseudonima, se ciò è previsto nel contratto, in conformità dell'originale e secondo le buone norme della tecnica editoriale;

2) a pagare all'autore i compensi pattuiti.

 

 

 

127. La pubblicazione o la riproduzione dell'opera deve aver luogo entro il termine fissato dal contratto; tale termine non può essere superiore a due anni, decorrenti dal giorno della effettiva consegna all'editore dell'esemplare completo e definitivo dell'opera.

In mancanza di termini contrattuali, la pubblicazione o la riproduzione dell'opera deve aver luogo non oltre due anni dalla richiesta scritta fattane all'editore. L'Autorità giudiziaria può peraltro fissare un termine più breve quando sia giustificato dalla natura dell'opera e da ogni altra circostanza del caso.

È nullo ogni patto che contenga rinuncia alla fissazione di un termine o che contenga fissazione di un termine superiore al termine massimo sopra stabilito.

Il termine di due anni non si applica alle opere collettive.

 

 

 

128. Se l'acquirente del diritto di pubblicazione o riproduzione non fa pubblicare o riprodurre l'opera nel termine concordato o in quello stabilito dal giudice, l'autore ha diritto di domandare la risoluzione del contratto.

L'Autorità giudiziaria può accordare all'acquirente una dilazione, non superiore alla metà del termine, predetto, subordinandola, ove occorra, alla prestazione di idonea garanzia. Può altresì limitare la pronuncia di risoluzione soltanto ad una parte del contenuto del contratto.

Nel caso di risoluzione totale l'acquirente deve restituire l'originale dell'opera ed è obbligato al risarcimento dei danni a meno che provi che la pubblicazione o riproduzione è mancata malgrado la dovuta diligenza.

 

 

129. L'autore può introdurre nell'opera tutte le modificazioni che crede purché non ne alterino il carattere e la destinazione, fino a che l'opera non sia stata pubblicata per la stampa, salvo a sopportare le maggiori spese derivanti dalla modificazione.

L'autore ha il medesimo diritto nei riguardi delle nuove edizioni. L'editore deve interpellarlo in proposito prima di procedere alle nuove edizioni. In difetto di accordo tra le parti il termine per eseguire le modificazioni è fissato dall'Autorità giudiziaria.

Se la natura dell'opera esige che essa sia aggiornata prima di una nuova edizione e l'autore rifiuti di aggiornarla, l'editore può farla aggiornare da altri, avendo cura, nella nuova edizione di segnalare e distinguere l'opera dell'aggiornatore.

 

 

130. Il compenso spettante all'autore è costituito da una partecipazione, calcolata, salvo patto in contrario, in base ad una percentuale sul prezzo di copertina degli esemplari venduti. Tuttavia il compenso può essere rappresentato da una somma a stralcio per le edizioni di:

dizionari, enciclopedie, antologie, ed altre opere di collaborazione;

traduzioni, articoli di giornali o di riviste;

discorsi o conferenze;

opere scientifiche;

lavori di cartografia;

opere musicali o drammatico-musicali;

opere delle arti figurative.

Nei contratti a partecipazione l'editore è obbligato a rendere conto annualmente delle copie vendute.

 

 

131. Nel contratto di edizione il prezzo di copertina è fissato dall'editore, previo tempestivo avviso all'autore. Questi può opporsi al prezzo fissato o modificato dall'editore, se sia tale da pregiudicare gravemente i suoi interessi e la diffusione dell'opera.

 

 

 

132. L'editore non può trasferire ad altri, senza il consenso dell'autore, i diritti acquistati, salvo pattuizione contraria oppure nel caso di cessione dell'azienda. Tuttavia, in questo ultimo caso i diritti dell'editore cedente non possono essere trasferiti se vi sia pregiudizio alla reputazione o alla diffusione dell'opera.

 

 

133. Se l'opera non trova smercio sul mercato al prezzo fissato, l'editore prima di svendere gli esemplari stessi a sottoprezzo o di mandarli al macero, deve interpellare l'autore se intende acquistarli per un prezzo calcolato su quello ricavabile dalla vendita sottoprezzo o ad uso di macero.

 

 

134. I contratti di edizione si estinguono:

1) per il decorso del termine contrattuale;

2) per l'impossibilità di portarli a compimento a cagione dell'insuccesso dell'opera;

3) per la morte dell'autore, prima che l'opera sia compiuta, salva l'applicazione delle norme dell'art. 121;

4) perché l'opera non può essere pubblicata, riprodotta o messa in commercio per effetto di una decisione giudiziaria o di una disposizione di legge;

5) nei casi di risoluzione contemplati dall'art. 128 o nel caso previsto dall'art. 133;

6) nel caso di ritiro dell'opera dal commercio, a sensi delle disposizioni della sezione quinta di questo capo.

 

 

135. (33) Il fallimento dell'editore non determina la risoluzione del contratto di edizione.

Il contratto di edizione è tuttavia risolto se il curatore, entro un anno dalla dichiarazione del fallimento, non continua l'esercizio dell'azienda editoriale o non la cede ad un altro editore nelle condizioni indicate nell'art. 132.

 

(33) Vedi l'art. 83, R.D. 16 marzo 1942, n. 267.

 

Sezione IV - Contratti di rappresentazione e di esecuzione

136. Il contratto con il quale l'autore concede la facoltà di rappresentare in pubblico un'opera drammatica, drammatico-musicale, coreografica, pantomimica o qualunque altra opera destinata alla rappresentazione, è regolato, oltreché dalle disposizioni contenute nei codici, dalle disposizioni generali di questo capo e dalle disposizioni particolari che seguono.

Salvo patto contrario, la concessione di detta facoltà non è esclusiva e non è trasferibile ad altri.

 

 

137. L'autore è obbligato:

1) a consegnare il testo dell'opera qualora questa non sia stata pubblicata per le stampe;

2) a garantire il pacifico godimento dei diritti ceduti per tutta la durata del contratto.

 

 

138. Il concessionario è obbligato:

1) a rappresentare l'opera senza apportarvi aggiunte, tagli o variazioni non consentite dall'autore, e previo annuncio al pubblico, nelle forme d'uso, del titolo dell'opera, del nome dell'autore e del nome dell'eventuale traduttore o riduttore;

2) a lasciare invigilare la rappresentazione dall'autore;

3) a non mutare, senza gravi motivi, i principali interpreti dell'opera e i direttori dell'orchestra e dei cori, se furono designati d'accordo con l'autore.

 

 

139. Per la rappresentazione dell'opera si applicano le norme degli artt. 127 e 128, meno per quanto riguarda il termine fissato al secondo comma dell'art. 127 che viene elevato a cinque anni, quando si tratti di opere drammatico-musicali.

 

 

140. Se il cessionario del diritto di rappresentazione trascura, nonostante la richiesta dell'autore, di ulteriormente rappresentare l'opera dopo una prima rappresentazione, od un primo ciclo di rappresentazioni, l'autore della parte musicale o letteraria che dimostri la colpa del cessionario, ha diritto di chiedere la risoluzione del contratto, con le conseguenze stabilite nel terzo comma dell'articolo 128.

 

 

141. Il contratto che ha per oggetto l'esecuzione di una composizione musicale, è regolato dalle disposizioni di questa sezione, in quanto siano applicabili alla natura ed all'oggetto del contratto medesimo.

 

 

Sezione V - Ritiro dell'opera dal commercio

142. L'autore, qualora concorrano gravi ragioni morali, ha diritto di ritirare l'opera dal commercio, salvo l'obbligo di indennizzare coloro che hanno acquistati i diritti di riprodurre, diffondere, eseguire, rappresentare o spacciare l'opera medesima.

Questo diritto è personale e non è trasmissibile.

Agli effetti dell'esercizio di questo diritto l'autore deve notificare il suo intendimento alle persone alle quali ha ceduto i diritti ed al Ministero della cultura popolare (34), il quale dà pubblica notizia dell'intendimento medesimo nelle forme stabilite dal regolamento (35).

Entro il termine di un anno a decorrere dall'ultima data delle notifiche e pubblicazioni, gli interessati possono ricorrere all'Autorità giudiziaria per opporsi all'esercizio della pretesa dell'autore o per ottenere la liquidazione ed il risarcimento del danno.

 

(34) Ora, Presidenza del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(35) Vedi art. 13 del regolamento.

 

143. L'Autorità giudiziaria, se riconosce che sussistono gravi ragioni morali invocate dall'autore, ordina il divieto della riproduzione, diffusione, esecuzione, rappresentazione o spaccio dell'opera, a condizione del pagamento di una indennità a favore degli interessati fissando, la somma dell'indennizzo e il termine per il pagamento.

L'Autorità giudiziaria può anche pronunciare provvisoriamente il divieto con decreto su ricorso, se sussistono ragioni di urgenza, prima della decadenza del termine indicato nell'ultimo comma dell'articolo precedente, previo, occorrendo, il pagamento di una idonea cauzione.

Se l'indennità non è pagata nel termine fissato dall'Autorità giudiziaria cessa di pieno diritto la efficacia della sentenza.

La continuazione della riproduzione, diffusione, esecuzione, rappresentazione o spaccio dell'opera, dopo trascorso il termine per ricorrere all'Autorità giudiziaria, previsto nell'ultimo comma dell'articolo precedente, dopo dichiarato sospeso il commercio dell'opera, è soggetta alle sanzioni civili e penali comminate da questa legge per la violazione del diritto di autore (36).

 

(36) Vedi artt. 156 e seguenti.

 

Sezione VI - Diritti dell'autore sull'aumento di valore delle opere delle arti figurative

144. Gli autori delle opere delle arti figurative, realizzate a mezzo della pittura, della scultura, del disegno e della stampa, e gli autori dei manoscritti originali, hanno diritto ad una percentuale sul prezzo della prima vendita pubblica degli esemplari originali delle opere e dei manoscritti, quale presunto maggior valore conseguito dall'esemplare in confronto del suo prezzo originario di alienazione (36/a).

L'organizzatore della vendita, il venditore e l'acquirente sono tuttavia, ammessi a provare che tale vendita pubblica non fu preceduta da alcun altro atto di alienazione a titolo oneroso, ovvero che il prezzo originario di alienazione non fu inferiore a quello conseguito nella vendita pubblica.

 

(36/a) Comma così modificato dall'art. 6, D.P.R. 8 gennaio 1979, n. 19 (Gazz. Uff. 30 gennaio 1979, n. 29) entrato in vigore, per effetto del successivo art. 7, il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

 

145. Gli autori delle opere indicate nell'articolo precedente hanno altresì diritto ad una percentuale sul maggior valore che gli esemplari originali delle proprie opere abbiano ulteriormente conseguito nelle successive vendite pubbliche, ragguagliata alla differenza tra i prezzi dell'ultima vendita pubblica e di quella immediatamente precedente.

 

 

146. Le percentuali previste dai precedenti articoli sono dovute soltanto se il prezzo di vendita sia superiore a lire 1000 per i disegni e le stampe, a lire 5000 per le pitture, a lire 10.000 per le sculture. Esse sono a carico del proprietario venditore.

 

 

147. Se il prezzo dell'esemplare originale delle opere previste in questa sezione, conseguito in qualsiasi vendita non considerata pubblica da questa legge, raggiunga lire 4000 per i disegni e le stampe, lire 30.000 per le pitture, lire 40.000 per le sculture e superi il quintuplo del prezzo originario di alienazione, comunque effettuata, tale maggior valore è attribuito in misura del 10 per cento agli autori delle opere ed è a carico del proprietario venditore.

Agli autori medesimi incombe la prova del prezzo raggiunto dall'esemplare e del concorso delle condizioni previste da questo articolo.

La percentuale è ridotta al cinque per cento se il venditore provi a sua volta di avere acquistato l'esemplare ad un prezzo non inferiore alla metà di quello da lui realizzato.

Per la determinazione del maggior valore si applicano le disposizioni dell'articolo 145.

Le disposizioni di questo articolo non si applicano alle opere anonime o pseudonime, salvo, per queste ultime, quanto è disposto dall'art. 8 della presente legge.

 

 

148. Agli effetti della protezione prevista nei precedenti articoli si considerano opere originali anche quelle replicate dall'autore ma non le riproduzioni comunque eseguite. Per quanto riguarda in particolare le stampe, si considerano originali quelle tratte dall'incisione originaria e firmate dall'autore.

 

 

149. Agli effetti di questa legge sono considerate vendite pubbliche:

a) le vendite effettuate nelle mostre ed esposizioni autorizzate ai sensi del R.D.L. 29 gennaio 1934, n. 454 (37), convertito nella L. 5 luglio 1934, n. 1607;

b) le vendite giudiziarie;

c) le vendite effettuate con il sistema dei pubblici incanti;

d) le vendite delle opere, comprese nelle offerte al pubblico per l'incanto, ma sottratte alla gara mediante preventiva trattativa privata;

e) le vendite effettuate in occasione di mostre personali, organizzate od eseguite da terzi.

 

(37) Recante norme per il disciplinamento delle mostre, fiere ed esposizioni.

 

150. I diritti previsti dagli artt. 144, 145, 146 e 147 spettano all'autore, e, dopo la sua morte, in mancanza di disposizioni testamentarie, al coniuge ed agli eredi legittimi limitatamente ai primi tre gradi, secondo le norme del codice civile; in difetto dei successori sopra indicati essi sono devoluti alla cassa di previdenza e di assistenza del sindacato nazionale delle belle arti (38).

Tali diritti durano per tutta la vita dell'autore e per cinquant'anni dopo la sua morte e non possono formare oggetto di alienazione o di preventiva rinuncia.

 

(38) Il sindacato nazionale delle belle arti è stato soppresso con il D.Lgs.Lgt. 23 novembre 1944, n. 369.

Alla Cassa di previdenza e assistenza del predetto sindacato deve oggi, pertanto, sostituirsi l'Ente nazionale assistenza e previdenza per i pittori e gli scultori, il cui Statuto è stato approvato con D.P. 22 ottobre 1953, n. 1282.

 

151. La percentuale dovuta sul prezzo della prima vendita pubblica, a termini dell'art. 144 è fissata nella misura dell'uno per cento sino alla somma di lire 50.000 del due per cento per la somma eccedente tale prezzo e sino alle lire 100.000, e del cinque per cento per l'eccedenza ulteriore di prezzo.

 

 

152. Le percentuali sul maggior valore dovute a termini dell'art. 145 sono così determinate:

2%

per

aumenti

di

valore

non 

eccedenti

L.

10.000

3%

per

aumenti

di

valore

superiori

a

L.

10.000

4%

"

"

"

"

"

"

L.

30.000

5%

"

"

"

"

"

"

L.

50.000

6%

"

"

"

"

"

"

L.

75.000

7%

"

"

"

"

"

"

L.

100.000

8%

"

"

"

"

"

"

L.

125.000

9%

"

"

"

"

"

"

L.

150.000

10%

"

"

"

"

"

"

L.

175.000

 

 

153. Chi legalmente presiede alla vendita pubblica delle opere delle arti figurative contemplate in questa sezione ha l'obbligo di prelevare dal prezzo di vendita degli esemplari originali le percentuali dovute ai sensi degli artt. 144 e 145 e di versarne il relativo importo alla Società italiana degli autori ed editori (39), nel termine stabilito dal regolamento.

Sino al momento in cui il versamento non sia stato effettuato, chi presiede la vendita è costituito depositario, ad ogni effetto di legge, delle somme prelevate (40).

 

(39) L'art. 9, L. 18 agosto 2000, n. 248, ha disposto che, nel testo della presente legge, l'espressione: "Ente italiano per il diritto d'autore", ovunque ricorra, sia sostituita dall'espressione "Società italiana degli autori ed editori (SIAE)".

(40) Vedi, per le sanzioni relative, l'art. 172.

 

154. Le opere d'arte che in una vendita pubblica abbiano raggiunto almeno il prezzo indicato dall'art. 146 debbono essere denunciate a cura di chi legalmente presiede alla vendita, alla Società italiana degli autori ed editori (41). Questo provvede alla relativa registrazione nelle forme stabilite dal regolamento.

L'eseguita registrazione fa prova del prezzo raggiunto dall'opera, salvo impugnativa di falso (40).

 

(41) L'art. 9, L. 18 agosto 2000, n. 248, ha disposto che, nel testo della presente legge, l'espressione: "Ente italiano per il diritto d'autore", ovunque ricorra, sia sostituita dall'espressione "Società italiana degli autori ed editori (SIAE)".

(40) Vedi, per le sanzioni relative, l'art. 172.

 

155. I valori indicati negli articoli di questa sezione possono essere modificati con regio decreto da emanarsi a norma dell'art. 3, n. 1, della L. 31 gennaio 1926, n. 100 (42).

 

(42) Recava disposizioni sulla facoltà del potere esecutivo di emanare norme giuridiche.

 

Capo III - Difese e sanzioni giudiziarie

Sezione I - Difese e sanzioni civili

§ 1 - Norme relative ai diritti di utilizzazione economica

156. Chi ha ragione di temere la violazione di un diritto di utilizzazione economica a lui spettante in virtù di questa legge, oppure intende impedire la continuazione o la ripetizione di una violazione già avvenuta, può agire in giudizio per ottenere che il suo diritto sia accertato e sia interdetta la violazione.

L'azione è regolata dalle norme di questa sezione e dalle disposizioni del codice di procedura civile.

 

 

157. Chi si trova nell'esercizio dei diritti di rappresentazione o di esecuzione di un'opera adatta a pubblico spettacolo, compresa l'opera cinematografica, o di un'opera o composizione musicale, può richiedere al Prefetto della provincia, secondo le norme stabilite dal regolamento, la proibizione della rappresentazione, o della esecuzione, ogni qualvolta manchi la prova scritta del consenso da esso prestato (43).

Il Prefetto provvede sulla richiesta, in base alle notizie e a documenti a lui sottoposti, permettendo, o vietando la rappresentazione o l'esecuzione, salvo alla parte interessata di adire l'Autorità giudiziaria, per i definitivi provvedimenti di sua competenza.

 

(43) Vedi l'art. 14 del regolamento.

 

 

158. Chi venga leso nell'esercizio di un diritto di utilizzazione economica a lui spettante può agire in giudizio per ottenere che sia distrutto o rimosso lo stato di fatto da cui risulta la violazione o per ottenere il risarcimento del danno.

 

 

159. La rimozione o la distruzione prevista nell'articolo precedente non può avere per oggetto che gli esemplari o copie illecitamente riprodotte o diffuse, nonché gli apparecchi impiegati per la riproduzione o diffusione, che, per loro natura, non possono essere adoperati per diversa riproduzione o diffusione.

Se una parte dell'esemplare, della copia o dell'apparecchio di cui si tratta può essere impiegata per una diversa riproduzione o diffusione, l'interessato può chiedere, a sue spese, la separazione di questa parte nel proprio interesse.

Se l'esemplare o la copia dell'opera o l'apparecchio, di cui si chiede la rimozione, o la distruzione hanno singolare pregio artistico o scientifico, il giudice ne può ordinare di ufficio il deposito in un pubblico museo.

Il danneggiato può sempre chiedere che gli esemplari, le copie e gli apparecchi soggetti alla distruzione gli siano aggiudicati per un determinato prezzo in conto del risarcimento dovutogli.

I provvedimenti della distruzione e della aggiudicazione non colpiscono gli esemplari o le copie contraffatte acquistati in buona fede per uso personale.

 

 

160. La rimozione o la distruzione non può essere domandata nell'ultimo anno della durata del diritto. In tal caso, deve essere ordinato il sequestro dell'opera o del prodotto sino alla scadenza della durata medesima. Qualora siano stati risarciti i danni derivati dalla violazione del diritto il sequestro può esser autorizzato anche ad una data anteriore a quella sopraindicata.

 

 

161. Agli effetti dell'esercizio delle azioni previste negli articoli precedenti, possono essere ordinati dall'autorità giudiziaria la descrizione, l'accertamento, la perizia od il sequestro di ciò che si ritenga costituire violazione del diritto di utilizzazione (43/a).

Il sequestro non può essere concesso nelle opere che risultano dal contributo di più persone, salvo i casi di particolare gravità o quando la violazione del diritto di autore è imputabile a tutti i coautori.

L'Autorità giudiziaria può anche ordinare, in casi particolarmente gravi, il sequestro dei proventi dovuti all'autore dell'opera o del prodotto contestato.

Le disposizioni di questa Sezione si applicano anche a chi mette in circolazione in qualsiasi modo, o detiene per scopi commerciali copie non autorizzate di programmi e qualsiasi mezzo inteso unicamente a consentire o facilitare la rimozione arbitraria o l'elusione funzionale dei dispositivi applicati a protezione di un programma per elaboratore (44).

 

(43/a) Comma così sostituito dall'art. 4, L. 18 agosto 2000, n. 248.

(44) Comma aggiunto dall'art. 8, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.) e poi così modificato dall'art. 3, D.Lgs. 15 marzo 1996, n. 205 (Gazz. Uff. 24 aprile 1996, n. 96).

 

162. 1. Salvo quanto diversamente disposto dalla presente legge, i procedimenti di cui all'articolo 161 sono disciplinati dalle norme del codice di procedura civile concernenti i procedimenti cautelari di sequestro e di istruzione preventiva per quanto riguarda la descrizione, l'accertamento e la perizia.

2. La descrizione e il sequestro vengono eseguiti a mezzo di ufficiale giudiziario, con l'assistenza, ove occorra, di uno o più periti ed anche con l'impiego di mezzi tecnici di accertamento, fotografici o di altra natura. Nel caso di pubblici spettacoli non si applicano le limitazioni di giorni e di ore previste per atti di questa natura dal codice di procedura civile.

3. Gli interessati possono essere autorizzati ad assistere alle operazioni anche a mezzo di propri rappresentanti e ad essere assistiti da tecnici di loro fiducia.

4. Alla descrizione non si applicano i commi secondo e terzo dell'articolo 693 del codice di procedura civile. Ai fini dell'articolo 697 del codice di procedura civile, il carattere dell'eccezionale urgenza deve valutarsi anche alla stregua dell'esigenza di non pregiudicare l'attuazione del provvedimento. Si applica anche alla descrizione il disposto degli articoli 669-octies, 669-undecies e 675 del codice di procedura civile.

5. Decorso il termine di cui all'articolo 675 del codice di procedura civile, possono essere completate le operazioni di descrizione e di sequestro già iniziate, ma non possono esserne iniziate altre fondate sullo stesso provvedimento; resta salva la facoltà di chiedere al giudice di disporre ulteriori provvedimenti di descrizione o sequestro nel corso del procedimento di merito.

6. Descrizione e sequestro possono concernere oggetti appartenenti a soggetti anche non identificati nel ricorso, purché si tratti di oggetti prodotti, offerti, importati o distribuiti dalla parte nei cui confronti siano stati emessi i suddetti provvedimenti e purché tali oggetti non siano adibiti ad uso personale, ovvero si tratti di opere diffuse con qualunque mezzo. Il verbale delle operazioni di sequestro e di descrizione, con il ricorso ed il provvedimento, deve essere notificato al terzo cui appartengono gli oggetti sui quali descrizione o sequestro sono stati eseguiti entro quindici giorni dalla conclusione delle operazioni stesse a pena di inefficacia (45).

 

(45) Articolo così sostituito dall'art. 5, L. 18 agosto 2000, n. 248.

 

163. 1. Il titolare di un diritto di utilizzazione economica può chiedere che sia disposta l'inibitoria di qualsiasi attività che costituisca violazione del diritto stesso, secondo le norme del codice di procedura civile concernenti i procedimenti cautelari.

2. Pronunciando l'inibitoria, il giudice può fissare una somma dovuta per ogni violazione o inosservanza successivamente constatata o per ogni ritardo nell'esecuzione del provvedimento.

3. Ove in sede giudiziaria si accerti la mancata corresponsione del compenso relativo ai diritti di cui agli articoli 73 e 73-bis, oltre alla liquidazione dello stesso può essere disposta l'interdizione dall'utilizzo dei fonogrammi per un periodo da un minimo di quindici giorni ad un massimo di centottanta giorni.

4. Ove in sede giudiziaria si accerti l'utilizzazione di fonogrammi che, ai sensi dell'art. 74, arrecano pregiudizio al produttore fonografico, oltre alla interdizione definitiva dal loro utilizzo, può essere comminata una sanzione amministrativa da un minimo di euro 260,00 ad un massimo di euro 5.200,00 (45/a).

 

(45/a) Articolo così sostituito prima dall'art. 6, L. 18 agosto 2000, n. 248 e poi dall'art. 24, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

 

164. Se le azioni previste in questa sezione e nella seguente sono promosse da uno degli enti di diritto pubblico indicati negli artt. 180 e 184 si osservano le regole seguenti:

1) i funzionari appartenenti agli enti sopramenzionati possono esercitare le azioni di cui sopra nell'interesse degli aventi diritto senza bisogno di mandato bastando che consti della loro qualità;

2) l'ente di diritto pubblico è dispensato dall'obbligo di prestare cauzione per la esecuzione degli atti per i quali questa cautela è prescritta o autorizzata;

3) l'ente di diritto pubblico designa i funzionari autorizzati a compiere attestazioni di credito per diritto d'autore nonché in relazione ad altre funzioni attribuite all'ente; dette attestazioni sono atti aventi efficacia di titolo esecutivo a norma dell'articolo 474 del codice di procedura civile (46).

 

(46) Numero così sostituito prima dall'art. 7, L. 18 agosto 2000, n. 248 e poi dall'art. 25, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

165. L'autore dell'opera oggetto del diritto di utilizzazione, anche dopo la cessione di tale diritto, ha sempre la facoltà di intervenire nei giudizi promossi dal cessionario a tutela dei suoi interessi.

 

 

166. Sull'istanza della parte interessata, o di ufficio, il giudice può ordinare che la sentenza venga pubblicata, per la sola parte dispositiva, in uno o più giornali ed anche ripetutamente a spese della parte soccombente.

 

 

167. I diritti di utilizzazione economica riconosciuti da questa legge possono anche essere fatti valere giudizialmente da chi si trovi nel possesso legittimo dei diritti stessi.

 

 

§ 2 - Norme particolari ai giudizi concernenti l'esercizio del diritto morale

 

168. Nei giudizi concernenti l'esercizio del diritto morale sono applicabili, in quanto lo consente la natura di questo diritto, le norme contenute nella sezione (47) precedente, salva l'applicazione delle disposizioni dei seguenti articoli.

 

(47) Recte "paragrafo".

 

169. L'azione a difesa dell'esercizio dei diritti che si riferiscono alla paternità dell'opera può dar luogo alla sanzione della rimozione e distruzione solo quando la violazione non possa essere convenientemente riparata mediante aggiunte o soppressioni sull'opera delle indicazioni che si riferiscono alla paternità dell'opera stessa o con altri mezzi di pubblicità.

 

 

170. L'azione a difesa dei diritti che si riferiscono all'integrità dell'opera può condurre alla rimozione o distruzione dell'esemplare deformato, mutilato o comunque modificato dell'opera, solo quando non sia possibile ripristinare detto esemplare nella forma primitiva a spese della parte interessata ad evitare la rimozione o la distruzione.

 

 

Sezione II - Difese e sanzioni penali

 

171. Salvo quanto previsto dall'art. 171-bis e dall'art. 171-ter, è punito con la multa da lire 100.000 a lire 4.000.000 (48) chiunque, senza averne diritto, a qualsiasi scopo e in qualsiasi forma (48/a):

a) riproduce, trascrive, recita in pubblico, diffonde, vende o mette in vendita o pone altrimenti in commercio un'opera altrui o ne rivela il contenuto prima che sia reso pubblico, o introduce e mette in circolazione nel regno esemplari prodotti all'estero contrariamente alla legge italiana;

b) rappresenta, esegue o recita in pubblico o diffonde con o senza variazioni od aggiunte, una opera altrui adatta a pubblico spettacolo od una composizione musicale. La rappresentazione o esecuzione comprende la proiezione pubblica dell'opera cinematografica, l'esecuzione in pubblico delle composizioni musicali inserite nelle opere cinematografiche e la radiodiffusione mediante altoparlante azionato in pubblico;

c) compie i fatti indicati nelle precedenti lettere mediante una delle forme di elaborazione previste da questa legge;

d) riproduce un numero di esemplari o esegue o rappresenta un numero di esecuzioni o di rappresentazioni maggiore di quello che aveva il diritto rispettivamente di produrre o di rappresentare;

e) [riproduce con qualsiasi processo di duplicazione dischi o altri apparecchi analoghi o li smercia, ovvero introduce nel territorio dello Stato le riproduzioni così fatte all'estero] (48/b);

f) in violazione dell'art. 79 ritrasmette su filo o per radio o registra in dischi fonografici o altri apparecchi analoghi le trasmissioni o ritrasmissioni radiofoniche o smercia i dischi fonografici o altri apparecchi indebitamente registrati.

La pena è della reclusione fino ad un anno o della multa non inferiore a lire 1.000.000 (48/c) se i reati di cui sopra sono commessi sopra un'opera altrui non destinata alla pubblicazione, ovvero con usurpazione della paternità dell'opera, ovvero con deformazione, mutilazione o altra modificazione dell'opera medesima, qualora ne risulti offesa all'onore od alla reputazione dell'autore.

La violazione delle disposizioni di cui al terzo ed al quarto comma dell'articolo 68 comporta la sospensione della attività di fotocopia, xerocopia o analogo sistema di riproduzione da sei mesi ad un anno nonché la sanzione amministrativa pecuniaria da due a dieci milioni di lire (48/d).

 

(48) La misura della multa è stata così elevata dall'art. 3, L. 12 luglio 1961, n. 603, nonché dall'art. 113, primo comma, L. 24 novembre 1981, n. 689. La sanzione è esclusa dalla depenalizzazione in virtù dell'art. 32, secondo comma, della citata L. 24 novembre 1981, n. 689.

(48/a) Alinea così modificato prima dall'art. 9, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.) e poi dall'art. 2, L. 18 agosto 2000, n. 248.

(48/b) Lettera così sostituita dall'art. 3, L. 5 maggio 1976, n. 404 e poi abrogata dall'art. 3, L. 29 luglio 1981, n. 406.

(48/c) La misura della multa è stata così elevata dall'art. 3, L. 12 luglio 1961, n. 603, nonché dall'art. 113, primo comma, L. 24 novembre 1981, n. 689. Per effetto dell'art. 24 cod. pen. l'entità della sanzione non può superare lire 10.000.000. La sanzione è esclusa dalla depenalizzazione in virtù dell'art. 32, secondo comma, della citata L. 24 novembre 1981, n. 689.

(48/d) Comma aggiunto dall'art. 2, L. 18 agosto 2000, n. 248. Vedi, anche, l'art. 26, comma 7-bis, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 21, L. 30 luglio 2002, n. 189.

 

 

171-bis. 1. Chiunque abusivamente duplica, per trarne profitto, programmi per elaboratore o ai medesimi fini importa, distribuisce, vende, detiene a scopo commerciale o imprenditoriale o concede in locazione programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla Società italiana degli autori ed editori (SIAE), è soggetto alla pena della reclusione da sei mesi a tre anni e della multa da lire cinque milioni a lire trenta milioni. La stessa pena si applica se il fatto concerne qualsiasi mezzo inteso unicamente a consentire o facilitare la rimozione arbitraria o l'elusione funzionale di dispositivi applicati a protezione di un programma per elaboratori. La pena non è inferiore nel minimo a due anni di reclusione e la multa a lire trenta milioni se il fatto è di rilevante gravità.

2. Chiunque, al fine di trarne profitto, su supporti non contrassegnati SIAE riproduce, trasferisce su altro supporto, distribuisce, comunica, presenta o dimostra in pubblico il contenuto di una banca di dati in violazione delle disposizioni di cui agli articoli 64-quinquies e 64-sexies, ovvero esegue l'estrazione o il reimpiego della banca di dati in violazione delle disposizioni di cui agli articoli 102-bis e 102-ter, ovvero distribuisce, vende o concede in locazione una banca di dati, e soggetto alla pena della reclusione da sei mesi a tre anni e della multa da lire cinque milioni a lire trenta milioni. La pena non è inferiore nel minimo a due anni di reclusione e la multa a lire trenta milioni se il fatto è di rilevante gravità (48/e).

 

(48/e) Il presente articolo, aggiunto dall'art. 10, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.) e modificato dall'art. 4, D.Lgs. 15 marzo 1996, n. 205 (Gazz. Uff. 24 aprile 1996, n. 96) e dall'art. 6, D.Lgs. 6 maggio 1999, n. 169, è stato da ultimo, così sostituito dall'art. 13, L. 18 agosto 2000, n. 248. Vedi, anche, l'art. 26, comma 7-bis, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 21, L. 30 luglio 2002, n. 189.

 

 

171-ter. 1. È punito, se il fatto è commesso per uso non personale, con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da cinque a trenta milioni di lire chiunque a fini di lucro:

a) abusivamente duplica, riproduce, trasmette o diffonde in pubblico con qualsiasi procedimento, in tutto o in parte, un'opera dell'ingegno destinata al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio, dischi, nastri o supporti analoghi ovvero ogni altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di immagini in movimento;

b) abusivamente riproduce, trasmette o diffonde in pubblico, con qualsiasi procedimento, opere o parti di opere letterarie, drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o drammatico-musicali, ovvero multimediali, anche se inserite in opere collettive o composite o banche dati;

c) pur non avendo concorso alla duplicazione o riproduzione, introduce nel territorio dello Stato, detiene per la vendita o la distribuzione, distribuisce, pone in commercio, concede in noleggio o comunque cede a qualsiasi titolo, proietta in pubblico, trasmette a mezzo della televisione con qualsiasi procedimento, trasmette a mezzo della radio, fa ascoltare in pubblico le duplicazioni o riproduzioni abusive di cui alle lettere a) e b) (48/cost);

d) detiene per la vendita o la distribuzione, pone in commercio, vende, noleggia, cede a qualsiasi titolo, proietta in pubblico, trasmette a mezzo della radio o della televisione con qualsiasi procedimento, videocassette, musicassette, qualsiasi supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in movimento, od altro supporto per il quale è prescritta, ai sensi della presente legge, l'apposizione di contrassegno da parte della Società italiana degli autori ed editori (S.I.A.E.), privi del contrassegno medesimo o dotati di contrassegno contraffatto o alterato (48/f);

e) in assenza di accordo con il legittimo distributore, ritrasmette o diffonde con qualsiasi mezzo un servizio criptato ricevuto per mezzo di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni ad accesso condizionato;

f) introduce nel territorio dello Stato, detiene per la vendita o la distribuzione, distribuisce, vende, concede in noleggio, cede a qualsiasi titolo, promuove commercialmente, installa dispositivi o elementi di decodificazione speciale che consentono l'accesso ad un servizio criptato senza il pagamento del canone dovuto;

f-bis) fabbrica, importa, distribuisce, vende, noleggia, cede a qualsiasi titolo, pubblicizza per la vendita o il noleggio, o detiene per scopi commerciali, attrezzature, prodotti o componenti ovvero presta servizi che abbiano la prevalente finalità o l'uso commerciale di eludere efficaci misure tecnologiche di cui all'art. 102-quater ovvero siano principalmente progettati, prodotti, adattati o realizzati con la finalità di rendere possibile o facilitare l'elusione di predette misure. Fra le misure tecnologiche sono comprese quelle applicate, o che residuano, a seguito della rimozione delle misure medesime conseguentemente a iniziativa volontaria dei titolari dei diritti o ad accordi tra questi ultimi e i beneficiari di eccezioni, ovvero a seguito di esecuzione di provvedimenti dell'autorità amministrativa o giurisdizionale (48/g);

h) abusivamente rimuove o altera le informazioni elettroniche di cui all'articolo 102-quinquies, ovvero distribuisce, importa a fini di distribuzione, diffonde per radio o per televisione, comunica o mette a disposizione del pubblico opere o altri materiali protetti dai quali siano state rimosse o alterate le informazioni elettroniche stesse (48/h).

2. È punito con la reclusione da uno a quattro anni e con la multa da cinque a trenta milioni di lire chiunque:

a) riproduce, duplica, trasmette o diffonde abusivamente, vende o pone altrimenti in commercio, cede a qualsiasi titolo o importa abusivamente oltre cinquanta copie o esemplari di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti connessi;

b) esercitando in forma imprenditoriale attività di riproduzione, distribuzione, vendita o commercializzazione, importazione di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti commessi, si rende colpevole dei fatti previsti dal comma 1;

c) promuove o organizza le attività illecite di cui al comma 1.

3. La pena è diminuita se il fatto è di particolare tenuità.

4. La condanna per uno dei reati previsti nel comma 1 comporta:

a) l'applicazione delle pene accessorie di cui agli articoli 30 e 32-bis del codice penale;

b) la pubblicazione della sentenza in uno o più quotidiani, di cui almeno uno a diffusione nazionale, e in uno o più periodici specializzati;

c) la sospensione per un periodo di un anno della concessione o autorizzazione di diffusione radiotelevisiva per l'esercizio dell'attività produttiva o commerciale.

5. Gli importi derivanti dall'applicazione delle sanzioni pecuniarie previste dai precedenti commi sono versati all'Ente nazionale di previdenza ed assistenza per i pittori e scultori, musicisti, scrittori ed autori drammatici (49).

 

(48/cost) La Corte costituzionale, con ordinanza 20-23 maggio 2002, n. 209 (Gazz. Uff. 29 maggio 2002, n. 21, serie speciale), ha dichiarato la manifesta inammissibilità delle questioni di legittimità costituzionale dell'art. 171-ter comma 1, lettera c), nel testo modificato dal decreto legislativo 16 novembre 1994, n. 685 sollevate in riferimento all'art. 25, secondo comma, della Costituzione.

(48/f) Lettera così sostituita dall'art. 26, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

(48/g) Lettera aggiunta dall'art. 26, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

(48/h) Lettera aggiunta dall'art. 26, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

(49) Il presente articolo aggiunto dall'art. 17, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685 e modificato dall'art. 1, D.Lgs. 15 marzo 1996, n. 204 (Gazz. Uff. 24 aprile 1996, n. 96) è stato, da ultimo, così sostituito dall'art. 14, L. 18 agosto 2000, n. 248. Vedi, anche, l'art. 26, comma 7-bis, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 21, L. 30 luglio 2002, n. 189.

 

171-quater. 1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con l'arresto sino ad un anno o con l'ammenda da lire un milione a lire dieci milioni chiunque, abusivamente ed a fini di lucro:

a) concede in noleggio o comunque concede in uso a qualunque titolo, originali, copie o supporti lecitamente ottenuti di opere tutelate dal diritto di autore (49/cost);

b) esegue la fissazione su supporto audio, video o audiovideo delle prestazioni artistiche di cui all'art. 80 (49/a).

 

(49/cost) La Corte costituzionale, con sentenza 12-28 febbraio 1997, n. 53 (Gazz. Uff. 5 marzo 1997, n. 10, Serie speciale), ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 171-quater, lettera a), introdotto dall'art. 18, del D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685, sollevata in riferimento all'art. 76 della Costituzione, in relazione agli artt. 1, 2, lettera d), e 12 della legge 22 febbraio 1994, n. 146.

(49/a) Aggiunto dall'art. 18, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685. Vedi, anche, l'art. 26, comma 7-bis, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 21, L. 30 luglio 2002, n. 189.

 

171-quinquies. 1. Ai fini delle disposizioni di cui alla presente legge è equiparata alla concessione in noleggio la vendita con patto di riscatto ovvero sotto condizione risolutiva quando sia previsto che nel caso di riscatto o di avveramento della condizione il venditore restituisca una somma comunque inferiore a quella pagata oppure quando sia previsto da parte dell'acquirente, al momento della consegna, il pagamento di una somma a titolo di acconto o ad altro titolo comunque inferiore al prezzo di vendita (49/b).

 

(49/b) Articolo aggiunto dall'art. 15, L. 18 agosto 2000, n. 248. Vedi, anche, l'art. 26, comma 7-bis, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 21, L. 30 luglio 2002, n. 189.

 

171-sexies. 1. Quando il materiale sequestrato è, per entità, di difficile custodia, l'autorità giudiziaria può ordinarne la distruzione, osservate le disposizioni di cui all'articolo 83 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, approvate con decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271.

2. È sempre ordinata la confisca degli strumenti e dei materiali serviti o destinati a commettere i reati di cui agli articoli 171-bis, 171-ter e 171-quater nonché delle videocassette, degli altri supporti audiovisivi o fonografici o informatici o multimediali abusivamente duplicati, riprodotti, ceduti, commerciati, detenuti o introdotti sul territorio nazionale, ovvero non provvisti di contrassegno SIAE, ove richiesto, o provvisti di contrassegno SIAE contraffatto o alterato, o destinato ad opera diversa. La confisca è ordinata anche nel caso di applicazione della pena su richiesta delle parti a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale.

3. Le disposizioni di cui ai precedenti commi si applicano anche se i beni appartengono ad un soggetto giuridico diverso, nel cui interesse abbia agito uno dei partecipanti al reato (49/c).

 

(49/c) Articolo aggiunto dall'art. 17, L. 18 agosto 2000, n. 248. Vedi, anche, l'art. 26, comma 7-bis, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 21, L. 30 luglio 2002, n. 189.

 

171-septies. 1. La pena di cui all'articolo 171-ter, comma 1, si applica anche:

a) ai produttori o importatori dei supporti non soggetti al contrassegno di cui all'articolo 181-bis, i quali non comunicano alla SIAE entro trenta giorni dalla data di immissione in commercio sul territorio nazionale o di importazione i dati necessari alla univoca identificazione dei supporti medesimi;

b) salvo che il fatto non costituisca più grave reato, a chiunque dichiari falsamente l'avvenuto assolvimento degli obblighi di cui all'articolo 181-bis, comma 2, della presente legge (49/d).

 

(49/d) Articolo aggiunto dall'art. 17, L. 18 agosto 2000, n. 248. Vedi, anche, l'art. 26, comma 7-bis, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 21, L. 30 luglio 2002, n. 189.

 

171-octies. 1. Qualora il fatto non costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire cinque milioni a lire cinquanta milioni chiunque a fini fraudolenti produce, pone in vendita, importa, promuove, installa, modifica, utilizza per uso pubblico e privato apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale. Si intendono ad accesso condizionato tutti i segnali audiovisivi trasmessi da emittenti italiane o estere in forma tale da rendere gli stessi visibili esclusivamente a gruppi chiusi di utenti selezionati dal soggetto che effettua l'emissione del segnale, indipendentemente dalla imposizione di un canone per la fruizione di tale servizio.

2. La pena non e inferiore a due anni di reclusione e la multa a lire trenta milioni se il fatto è di rilevante gravità (49/e).

 

(49/e) Articolo aggiunto dall'art. 17, L. 18 agosto 2000, n. 248. Vedi, anche, l'art. 26, comma 7-bis, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 21, L. 30 luglio 2002, n. 189.

 

171-nonies. 1. La pena principale per i reati di cui agli articoli 171-bis, 171-ter e 171-quater è diminuita da un terzo alla metà e non si applicano le pene accessorie a colui che, prima che la violazione gli sia stata specificatamente contestata in un atto dell'autorità giudiziaria, la denuncia spontaneamente o, fornendo tutte le informazioni in suo possesso, consente l'individuazione del promotore o organizzatore dell'attività illecita di cui agli articoli 171-ter e 171-quater, di altro duplicatore o di altro distributore, ovvero il sequestro di notevoli quantità di supporti audiovisivi e fonografici o di strumenti o materiali serviti o destinati alla commissione dei reati.

2. Le disposizioni del presente articolo non si applicano al promotore o organizzatore delle attività illecite previste dall'articolo 171-bis, comma 1, e dall'articolo 171-ter, comma 1 (49/f).

 

(49/f) Articolo aggiunto dall'art. 17, L. 18 agosto 2000, n. 248. Vedi, anche, l'art. 26, comma 7-bis, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 21, L. 30 luglio 2002, n. 189.

 

 

172. Se i fatti preveduti nell'articolo 171 sono commessi per colpa la pena è della sanzione amministrativa sino a lire 2.000.000 (49/g) (49/h).

Con la stessa pena è punito chiunque:

a) esercita l'attività di intermediario in violazione del disposto degli artt. 180 e 183;

b) non ottempera agli obblighi previsti negli artt. 153 e 154;

c) viola le norme degli artt. 175 e 176 (49/i).

[È punito con la sanzione amministrativa fino a lire 400.000 (49/l) chiunque violi le norme degli artt. 177 e 178] (49/m) (49/n).

 

(49/g) La sanzione originaria dell'ammenda è stata sostituita, da ultimo, con la sanzione amministrativa dall'art. 32, L. 24 novembre 1981, n. 689. L'importo della sanzione è stato così elevato dall'art. 3, L. 12 luglio 1961, n. 603, nonché dall'art. 114, primo comma, della citata L. 24 novembre 1981, n. 689, in relazione all'art. 113, primo comma, della stessa legge. Per effetto dell'art. 10 della medesima L. 24 novembre 1981, n. 689, l'entità della sanzione non può essere inferiore a lire 4.000.

(49/h) Comma così modificato dall'art. 19, D.Lgs. 16 novembre 1994, n. 685.

(49/i) Con riferimento alla violazione delle norme di cui agli articoli 175 e 176 sul diritto demaniale la sanzione originaria dell'ammenda è stata sostituita, da ultimo, con la sanzione amministrativa dall'art. 39, L. 24 novembre 1981, n. 689. L'importo della sanzione è stato elevato a lire 4.000.000 dall'art. 1, D.Lgs.C.P.S. 5 ottobre 1947, n. 1208, dall'art. 114, primo e terzo comma, della citata L. 24 novembre 1981, n. 689, in relazione all'art. 113, secondo comma, della stessa legge, nonché dall'art. 8, primo comma, D.L. 30 novembre 1989, n. 332. Per effetto dell'art. 10 della medesima L. 24 novembre 1981, n. 689, l'entità della sanzione non può essere inferiore a lire 4.000.

(49/l) La sanzione originaria dell'ammenda è stata sostituita, da ultimo, con la sanzione amministrativa dall'art. 32, L. 24 novembre 1981, n. 689. L'importo della sanzione è stato così elevato dall'art. 3, L. 12 luglio 1961, n. 603, nonché dall'art. 114, primo comma, della citata L. 24 novembre 1981, n. 689, in relazione all'art. 113, primo comma, della stessa legge. Per effetto dell'art. 10 della medesima L. 24 novembre 1981, n. 689, l'entità della sanzione non può essere inferiore a lire 4.000.

(49/m) Comma abrogato dall'art. 3, L. 22 maggio 1993, n. 159.

(49/n) Vedi, anche, l'art. 26, comma 7-bis, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 21, L. 30 luglio 2002, n. 189.

 

173. Le sanzioni previste negli articoli precedenti si applicano quando il fatto non costituisce reato più grave previsto dal codice penale o da altre leggi (49/o).

 

(49/o) Vedi, anche, l'art. 26, comma 7-bis, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 21, L. 30 luglio 2002, n. 189.

 

174. Nei giudizi penali regolati da questa sezione la persona offesa, costituitasi parte civile, può sempre chiedere al giudice penale l'applicazione dei provvedimenti e delle sanzioni previsti dagli artt. 159 e 160 (49/p).

 

(49/p) Vedi, anche, l'art. 26, comma 7-bis, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 21, L. 30 luglio 2002, n. 189.

 

174-bis. 1. Ferme le sanzioni penali applicabili, la violazione delle disposizioni previste nella presente sezione è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria pari al doppio del prezzo di mercato dell'opera o del supporto oggetto della violazione, in misura comunque non inferiore a euro 103,00. Se il prezzo non è facilmente determinabile, la violazione è punita con la sanzione amministrativa da euro 103,00 a euro 1032,00. La sanzione amministrativa si applica nella misura stabilita per ogni violazione e per ogni esemplare abusivamente duplicato o riprodotto (49/q).

 

(49/q) Articolo aggiunto dall'art. 8, L. 18 agosto 2000, n. 248 e successivamente così sostituito dall'art. 27, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68. Vedi, anche, l'art. 26, comma 7-bis, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 21, L. 30 luglio 2002, n. 189.

 

174-ter. 1. Chiunque abusivamente utilizza, anche via etere o via cavo, duplica, riproduce, in tutto o in parte, con qualsiasi procedimento, anche avvalendosi di strumenti atti ad eludere le misure tecnologiche di protezione, opere o materiali protetti, oppure acquista o noleggia supporti audiovisivi, fonografici, informatici o multimediali non conformi alle prescrizioni della presente legge, ovvero attrezzature, prodotti o componenti atti ad eludere misure di protezione tecnologiche è punito, purché il fatto non concorra con i reati di cui agli articoli 171, 171-bis, 171-ter, 171-quater, 171-quinquies, 171-septies e 171-octies, con la sanzione amministrativa pecuniaria di euro 154 e con le sanzioni accessorie della confisca del materiale e della pubblicazione del provvedimento su un giornale quotidiano a diffusione nazionale.

2. In caso di recidiva o di fatto grave per la quantità delle violazioni o delle copie acquistate o noleggiate, la sanzione amministrativa è aumentata sino ad euro 1032,00 ed il fatto è punito con la confisca degli strumenti e del materiale, con la pubblicazione del provvedimento su due o più giornali quotidiani a diffusione nazionale o su uno o più periodici specializzati nel settore dello spettacolo e, se si tratta di attività imprenditoriale, con la revoca della concessione o dell'autorizzazione di diffusione radiotelevisiva o dell'autorizzazione per l'esercizio dell'attività produttiva o commerciale (49/r).

 

(49/r) Articolo aggiunto dall'art. 8, L. 18 agosto 2000, n. 248 e successivamente così sostituito dall'art. 28, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68. Vedi, anche, l'art. 26, comma 7-bis, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 21, L. 30 luglio 2002, n. 189.

 

174-quater. 1. I proventi derivanti dalle sanzioni amministrative, applicati ai sensi degli articoli 174-bis e 174-ter, affluiscono all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnati, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze:

a) in misura pari al cinquanta per cento ad un Fondo iscritto allo stato di previsione del Ministero della giustizia destinato al potenziamento delle strutture e degli strumenti impiegati nella prevenzione e nell'accertamento dei reati previsti dalla presente legge. Il Fondo è istituito con decreto adottato dal Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell'interno, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400;

b) nella restante misura, ad apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per la promozione delle campagne informative di cui al comma 3-bis dell'articolo 26 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni (49/s).

 

(49/s) Articolo aggiunto dall'art. 29, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

174-quinquies. 1. Quando esercita l'azione penale per taluno dei reati non colposi previsti dalla presente sezione commessi nell'àmbito di un esercizio commerciale o di un'attività soggetta ad autorizzazione, il pubblico ministero ne dà comunicazione al questore, indicando gli elementi utili per l'adozione del provvedimento di cui al comma 2.

2. Valutati gli elementi indicati nella comunicazione di cui al comma 1, il questore, sentiti gi interessati, può disporre, con provvedimento motivato, la sospensione dell'esercizio o dell'attività per un periodo non inferiore a quindici giorni e non superiore a tre mesi, senza pregiudizio del sequestro penale eventualmente adottato.

3. In caso di condanna per taluno dei reati di cui al comma 1, è sempre disposta, a titolo di sanzione amministrativa accessoria, la cessazione temporanea dell'esercizio o dell'attività per un periodo da tre mesi ad un anno, computata la durata della sospensione disposta a norma del comma 2. Si applica l'articolo 24 della legge 24 novembre 1981, n. 689. In caso di recidiva specifica è disposta la revoca della licenza di esercizio o dell'autorizzazione allo svolgimento dell'attività.

4. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche nei confronti degli stabilimenti di sviluppo e di stampa, di sincronizzazione e postproduzione, nonché di masterizzazione, tipografia e che comunque esercitino attività di produzione industriale connesse alla realizzazione dei supporti contraffatti e nei confronti dei centri di emissione o ricezione di programmi televisivi. Le agevolazioni di cui all'art. 45 della legge 4 novembre 1965, n. 1213, e successive modificazioni, sono sospese in caso di esercizio dell'azione penale; se vi è condanna, sono revocate e non possono essere nuovamente concesse per almeno un biennio (49/t).

 

(49/t) Articolo aggiunto dall'art. 30, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

TITOLO IV

Diritto demaniale

175. [Per ogni rappresentazione, esecuzione o radiodiffusione di un'opera adatta a pubblico spettacolo o di un'opera musicale, quando, per qualsiasi motivo, essa sia di pubblico dominio, deve essere corrisposto allo Stato da chi rappresenta, esegue o radiodiffonde l'opera, con le norme stabilite dal regolamento, un diritto demaniale sugli incassi lordi e sulle quote degli incassi corrispondenti alla parte che l'opera occupa nella rappresentazione, esecuzione o radiodiffusione complessiva, qualunque sia lo scopo della rappresentazione, esecuzione o radiodiffusione e qualunque sia il paese di origine dell'opera.

L'ammontare del diritto demaniale (50) è determinato con decreto reale da emanarsi a norma dell'art. 3, n. 1, della L. 31 gennaio 1926, n. 100 (51).

La determinazione dell'ammontare del diritto demaniale sulla esecuzione di pezzi staccati di opere musicali o di brevi composizioni è attribuita alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE) (52), secondo le norme del regolamento (53), sulla base dell'ammontare del compenso normalmente richiesto dall'ente suddetto per le opere tutelate eseguite in analoghe condizioni] (53/a) (54).

 

(50) Con l'art. 5 della L. 6 febbraio 1942, n. 95, l'ammontare del diritto demaniale è stato determinato nella misura del cinque per cento.

(51) Recava disposizioni sulla facoltà del potere esecutivo di emanare norme giuridiche.

(52) L'art. 9, L. 18 agosto 2000, n. 248, ha disposto che, nel testo della presente legge, l'espressione: "Ente italiano per il diritto d'autore", ovunque ricorra, sia sostituita dall'espressione "Società italiana degli autori ed editori (SIAE)".

(53) Vedi l'art. 50 del Regolamento, e l'art. 46 dello Statuto della S.I.A.E.

(53/a) Vedi l'art. 172.

(54) Abrogato dall'art. 6, D.L. 31 dicembre 1996, n. 669.

 

176. [Il diritto demaniale è dovuto anche sulle rappresentazioni od esecuzioni pubbliche e sulle radiodiffusioni di elaborazioni tutelate delle opere di pubblico dominio indicate nell'articolo precedente. In tal caso, fermi restando i diritti dell'autore della elaborazione, l'ammontare del diritto demaniale è determinato nella metà di quanto sarebbe dovuto se la rappresentazione o radiodiffusione avesse avuto per oggetto l'opera di pubblico dominio nella sua forma originale] (53/a) (54).

 

(53/a) Vedi l'art. 172.

(54) Abrogato dall'art. 6, D.L. 31 dicembre 1996, n. 669.

 

177. [Sullo spaccio di ogni esemplare di opere letterarie, scientifiche, didattiche e musicali di pubblico dominio, pubblicate in volumi, deve essere corrisposto dall'editore a favore della cassa di assistenza e di previdenza degli autori scrittori, e musicisti, un diritto del 3 per cento in cifra tonda sul prezzo di copertina. Per i volumi il cui prezzo non è superiore a lire 10, tale diritto è ridotto al 2 per cento.

Sullo spaccio di esemplari di elaborazioni tutelate delle opere suddette l'ammontare del diritto è ridotto alla metà] (53/a) (54/a).

 

(53/a) Vedi l'art. 172.

(54/a) Abrogato dall'art. 3, L. 22 maggio 1993, n. 159.

 

178. [Ai fini della corresponsione del diritto previsto all'articolo precedente, ogni esemplare delle opere suddette destinate allo spaccio deve essere contrassegnato dall'Ente italiano per il diritto di autore (53/a), secondo le norme del regolamento, e a cura dell'editore.

Il diritto è corrisposto per ogni esemplare effettivamente venduto secondo le norme del regolamento] (53/a) (54/a).

 

(53/a) Vedi l'art. 172.

(53/a) Vedi l'art. 172.

(54/a) Abrogato dall'art. 3, L. 22 maggio 1993, n. 159.

 

179. [La corresponsione del diritto previsto nell'art. 177 può essere effettuata globalmente mediante convenzione stipulata tra le associazioni sindacali interessate] (54/a).

 

(54/a) Abrogato dall'art. 3, L. 22 maggio 1993, n. 159.

 

TITOLO V

Enti di diritto pubblico per la protezione e l'esercizio dei diritti di autore

 

180. L'attività di intermediario (53/a), comunque attuata, sotto ogni forma diretta o indiretta di intervento, mediazione, mandato, rappresentanza ed anche di cessione per l'esercizio dei diritti di rappresentazione, di esecuzione, di recitazione, di radiodiffusione ivi compresa la comunicazione al pubblico via satellite e di riproduzione meccanica e cinematografica di opere tutelate, è riservata in via esclusiva alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE) (55) (53) (54/b).

Tale attività è esercitata per effettuare:

1) la concessione, per conto e nell'interesse degli aventi diritto, di licenze e autorizzazioni per la utilizzazione economica di opere tutelate;

2) la percezione dei proventi derivanti da dette licenze ed autorizzazioni;

3) la ripartizione dei proventi medesimi tra gli aventi diritto.

L'attività dell'ente si eserciterà altresì secondo le norme stabilite dal regolamento in quei paesi stranieri nei quali esso ha una rappresentanza organizzata.

La suddetta esclusività di poteri non pregiudica la facoltà spettante all'autore, ai suoi successori o agli aventi causa, di esercitare direttamente i diritti loro riconosciuti da questa legge.

Nella ripartizione dei proventi prevista al n. 3 del secondo comma una quota parte deve essere in ogni caso riservata all'autore. I limiti e le modalità della ripartizione sono determinate dal regolamento.

Quando, però, i diritti di utilizzazione economica dell'opera possono dar luogo a percezioni di proventi in paesi stranieri in favore di cittadini italiani domiciliati o residenti nel regno, nell'Africa italiana e nei possedimenti italiani, ed i titolari di tali diritti non provvedono, per qualsiasi motivo, alla percezione dei proventi, trascorso un anno dalla loro esigibilità è conferito alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE) (55) il potere di esercitare i diritti medesimi per conto e nell'interesse dell'autore e dei suoi successori o aventi causa.

I proventi di cui al precedente comma riscossi alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE) (55), detratte le spese di riscossione, saranno tenuti a disposizione degli aventi diritto, per un periodo di tre anni; trascorso questo termine senza che siano stati reclamati dagli aventi diritto, saranno versati alla Confederazione nazionale professionisti ed artisti (55/a), per scopi di assistenza alle categorie degli autori, scrittori e musicisti.

 

(53/a) Vedi l'art. 172.

(55) L'art. 9, L. 18 agosto 2000, n. 248, ha disposto che, nel testo della presente legge, l'espressione: "Ente italiano per il diritto d'autore", ovunque ricorra, sia sostituita dall'espressione "Società italiana degli autori ed editori (SIAE)".

(53) Vedi l'art. 50 del Regolamento, e l'art. 46 dello Statuto della S.I.A.E.

(54/b) Comma così modificato dall'art. 10, D.Lgs. 23 ottobre 1996, n. 581.

(55) L'art. 9, L. 18 agosto 2000, n. 248, ha disposto che, nel testo della presente legge, l'espressione: "Ente italiano per il diritto d'autore", ovunque ricorra, sia sostituita dall'espressione "Società italiana degli autori ed editori (SIAE)".

(55) L'art. 9, L. 18 agosto 2000, n. 248, ha disposto che, nel testo della presente legge, l'espressione: "Ente italiano per il diritto d'autore", ovunque ricorra, sia sostituita dall'espressione "Società italiana degli autori ed editori (SIAE)".

(55/a) Aggiunto dall'art. 11, D.Lgs. 23 ottobre 1996, n. 581.

 

180-bis. 1. Il diritto esclusivo di autorizzare la ritrasmissione via cavo è esercitato dai titolari dei diritti d'autore e dai detentori dei diritti connessi esclusivamente attraverso la Società italiana degli autori ed editori. Per i detentori dei diritti connessi la Società italiana degli autori ed editori agisce sulla base di apposite convenzioni da stipulare con l'Istituto mutualistico artisti interpreti esecutori per i diritti degli artisti interpreti esecutori ed eventualmente con altre società di gestione collettiva appositamente costituite per amministrare, quale loro unica o principale attività, gli altri diritti connessi.

2. Dette società operano anche nei confronti dei titolari non associati della stessa categoria di diritti con gli stessi criteri impiegati nei confronti dei propri associati.

3. I titolari non associati possono far valere i propri diritti entro il termine di tre anni dalla data della ritrasmissione via cavo che comprende la loro opera o altro elemento protetto.

4. Gli organismi di radiodiffusione sono esentati dall'obbligo di cui al comma 1 per la gestione dei diritti delle proprie emissioni sia che si tratti di diritti propri sia che si tratti di titolarità acquisita (56).

 

(56) Aggiunto dall'art. 11, D.Lgs. 23 ottobre 1996, n. 581.

 

181. Oltre alle funzioni indicate nell'articolo precedente ed a quelle demandategli da questa legge o da altre disposizioni, la Società italiana degli autori ed editori (55) può esercitare altri compiti connessi con la protezione delle opere dell'ingegno, in base al suo statuto.

L'ente può assumere, per conto dello Stato o di enti pubblici o privati, servizi di accertamento e di percezione di tasse, contributi, diritti.

 

(55) L'art. 9, L. 18 agosto 2000, n. 248, ha disposto che, nel testo della presente legge, l'espressione: "Ente italiano per il diritto d'autore", ovunque ricorra, sia sostituita dall'espressione "Società italiana degli autori ed editori (SIAE)".

 

181-bis. 1. Ai sensi dell'articolo 181 e agli effetti di cui agli articoli 171-bis e 171-ter, la Società italiana degli autori ed editori (SIAE) appone un contrassegno su ogni supporto contenente programmi per elaboratore o multimediali nonché su ogni supporto contenente suoni, voci o immagini in movimento, che reca la fissazione di opere o di parti di opere tra quelle indicate nell'articolo 1, primo comma, destinati ad essere posti comunque in commercio o ceduti in uso a qualunque titolo a fine di lucro. Analogo sistema tecnico per il controllo delle riproduzioni di cui all'articolo 68 potrà essere adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sulla base di accordi tra la SIAE e le associazioni delle categorie interessate.

2. Il contrassegno è apposto sui supporti di cui al comma 1 ai soli fini della tutela dei diritti relativi alle opere dell'ingegno, previa attestazione da parte del richiedente dell'assolvimento degli obblighi derivanti dalla normativa sul diritto d'autore e sui diritti connessi. In presenza di seri indizi, la SIAE verifica, anche successivamente, circostanze ed elementi rilevanti ai fini dell'apposizione.

3. Fermo restando l'assolvimento degli obblighi relativi ai diritti di cui alla presente legge, il contrassegno, secondo modalità e nelle ipotesi previste nel regolamento di cui al comma 4, che tiene conto di apposite convenzioni stipulate tra la SIAE e le categorie interessate, può non essere apposto sui supporti contenenti programmi per elaboratore disciplinati dal decreto legislativo 29 dicembre 1992, n. 518, utilizzati esclusivamente mediante elaboratore elettronico, sempre che tali programmi non contengano suoni, voci o sequenze di immagini in movimento tali da costituire opere fonografiche, cinematografiche o audiovisive intere, non realizzate espressamente per il programma per elaboratore, ovvero loro brani o parti eccedenti il cinquanta per cento dell'opera intera da cui sono tratti, che diano luogo a concorrenza all'utilizzazione economica delle opere medesime. In tali ipotesi la legittimità dei prodotti, anche ai fini della tutela penale di cui all'articolo 171-bis, è comprovata da apposite dichiarazioni identificative che produttori e importatori preventivamente rendono alla SIAE.

4. I tempi, le caratteristiche e la collocazione del contrassegno sono individuati da un regolamento di esecuzione da emanare con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, sentite la SIAE e le associazioni di categoria interessate, nei termini più idonei a consentirne la agevole applicabilità, la facile visibilità e a prevenire l'alterazione e la falsificazione delle opere. Fino alla data di entrata in vigore del predetto regolamento, resta operativo il sistema di individuazione dei tempi, delle caratteristiche e della collocazione del contrassegno determinatosi sotto la disciplina previgente. Le spese e gli oneri, anche per il controllo, sono a carico dei richiedenti e la loro misura, in assenza di accordo tra la SIAE e le categorie interessate, è determinata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il comitato consultivo permanente per il diritto di autore (56/a).

5. Il contrassegno deve avere, comunque, caratteristiche tali da non poter essere trasferito su altro supporto. Deve contenere elementi tali da permettere la identificazione del titolo dell'opera per la quale è stato richiesto, del nome dell'autore, del produttore o del titolare del diritto d'autore. Deve contenere altresì l'indicazione di un numero progressivo per ogni singola opera riprodotta o registrata nonché della sua destinazione alla vendita, al noleggio e a qualsiasi altra forma di distribuzione.

6. L'apposizione materiale del contrassegno può essere affidata anche in parte al richiedente o ad un terzo da questi delegato, i quali assumono le conseguenti responsabilità a termini di legge. I medesimi soggetti informano almeno trimestralmente la SIAE circa l'attività svolta e lo stadio di utilizzo del materiale consegnato. Ai fini della tempestiva apposizione del contrassegno, fuori dei casi in cui esista apposita convenzione tra il produttore e la SIAE, l'importatore ha l'obbligo di dare alla SIAE preventiva notizia dell'ingresso nel territorio nazionale dei prodotti. Si osservano le disposizioni di cui al comma 4.

7. Nei casi di cui al comma 6, la SIAE e il richiedente possono concordare che l'apposizione del contrassegno sia sostituita da attestazione temporanea resa ai sensi del comma 2, corredata dalla presa d'atto della SIAE.

8. Agli effetti dell'applicazione della legge penale, il contrassegno è considerato segno distintivo di opera dell'ingegno (56/b).

 

(56/a) In attuazione di quanto disposto dal presente comma vedi il D.P.C.M. 11 luglio 2001, n. 338. Con D.P.C.M. 21 dicembre 2001 (Gazz. Uff. 21 gennaio 2002, n. 17) è stata stabilita in 0,0310 euro per ciascun contrassegno, la misura delle spese e degli oneri, anche per il controllo, a carico del richiedente il servizio di contrassegnatura svolto dalla SIAE ai sensi di quanto disposto dal presente comma. Tale misura è ridotta a euro 0,0181 se il contrassegno è apposto su supporti distribuiti gratuitamente, ovvero in abbinamento editoriale a pubblicazioni poste in vendita senza maggiorazione del prezzo normalmente praticato. I predetti importi, da corrispondere alla SIAE, si riferiscono a tutta l'attività svolta dall'ente medesimo in materia di apposizione del contrassegno, ivi inclusa quella ispettiva e di gestione amministrativa ed informatica dei dati.

(56/b) Articolo aggiunto dall'art. 10, L. 18 agosto 2000, n. 248.

 

181-ter. 1. I compensi per le riproduzioni di cui al quarto e quinto comma dell'articolo 68 sono riscossi e ripartiti, al netto di una provvigione, dalla Società italiana degli autori ed editori (SIAE). In mancanza di accordi tra la SIAE e le associazioni delle categorie interessate, la misura e le modalità di pagamento dei detti compensi, nonché la misura della provvigione spettante alla Società, sono determinate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentite le parti interessate e il comitato consultivo di cui all'articolo 190. L'efficacia delle disposizioni di cui ai commi quarto e quinto dell'articolo 68 decorre dalla data di stipulazione dei detti accordi ovvero dalla data di entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

2. La ripartizione fra gli aventi diritto, per i quali la SIAE non svolga già attività di intermediazione ai sensi dell'articolo 180, può avvenire anche tramite le principali associazioni delle categorie interessate, individuate con proprio decreto dal Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il comitato consultivo di cui all'articolo 190, in base ad apposite convenzioni (56/c).

 

(56/c) Articolo aggiunto dall'art. 2, L. 18 agosto 2000, n. 248.

 

 

182. [L'Ente italiano per il diritto di autore (56/d) è sottoposto alla vigilanza del Ministero della cultura popolare (57), secondo le norme del regolamento.

Il suo statuto è approvato con decreto reale (58), su proposta del Ministro per la cultura popolare (59), di concerto con quelli per gli affari esteri, per l'Africa italiana (60), per la grazia e giustizia, per le finanze e per l'educazione nazionale] (61).

 

(56/d) Ora, Società italiana degli autori ed editori.

(57) Ora, della Presidenza del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23, secondo comma.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(58) Ora, del Presidente della Repubblica.

(59) Ora, del Presidente del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23, secondo comma.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(60) Il Ministro per l'Africa italiana è stato soppresso con L. 29 aprile 1953, n. 430.

(61) Articolo soppresso dall'art. 7, comma 8, D.Lgs. 29 ottobre 1999, n. 419.

 

182-bis 1. All'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ed alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE) è attribuita, nell'àmbito delle rispettive competenze previste dalla legge, al fine di prevenire ed accertare le violazioni della presente legge, la vigilanza:

a) sull'attività di riproduzione e duplicazione con qualsiasi procedimento, su supporto audiovisivo, fonografico e qualsiasi altro supporto nonché su impianti di utilizzazione in pubblico, via etere e via cavo, nonché sull'attività di diffusione radiotelevisiva con qualsiasi mezzo effettuata;

b) sulla proiezione in sale cinematografiche di opere e registrazioni tutelate dalla normativa sul diritto d'autore e sui diritti connessi al suo esercizio;

c) sulla distribuzione, la vendita, il noleggio, l'emissione e l'utilizzazione in qualsiasi forma dei supporti di cui alla lettera a);

d) sui centri di riproduzione pubblici o privati, i quali utilizzano nel proprio ambito o mettono a disposizione di terzi, anche gratuitamente, apparecchi per fotocopia, xerocopia o analogo sistema di riproduzione;

d-bis) sull'attività di fabbricazione, importazione e distribuzione degli apparecchi e dei supporti di cui all'art. 71-septies (61/a).

2. La SIAE, nei limiti dei propri compiti istituzionali, si coordina, a norma del comma 1, con l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

3. Per lo svolgimento dei compiti indicati nel comma 1, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni può conferire funzioni ispettive a propri funzionari ed agire in coordinamento con gli ispettori della SIAE. Gli ispettori possono accedere ai locali dove vengono svolte le attività di riproduzione, duplicazione, vendita, emissione via etere e via cavo o proiezione cinematografica, nonché le attività ad esse connesse; possono altresì accedere ai locali dove vengono svolte le attività di cui alla lettera e) del comma 1. Possono richiedere l'esibizione della documentazione relativa all'attività svolta, agli strumenti e al materiale in lavorazione, in distribuzione, in fase di utilizzazione attraverso l'emissione o la ricezione via etere e via cavo o la proiezione cinematografica, nonché quella relativa agli apparecchi e supporti di registrazione di cui all'articolo 71-septies. Nel caso in cui i suddetti locali non siano luoghi aperti al pubblico, stabilimenti industriali o esercizi commerciali o emittenti radiotelevisive, l'accesso degli ispettori deve essere autorizzato dall'autorità giudiziaria (61/b) (61/c).

 

(61/a) Lettera aggiunta dall'art. 31, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

(61/b) Comma così sostituito dall'art. 31, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

(61/c) Articolo aggiunto dall'art. 11, L. 18 agosto 2000, n. 248.

 

182-ter 1. Gli ispettori, in caso di accertamento di violazione delle norme di legge, compilano processo verbale, da trasmettere immediatamente agli organi di polizia giudiziaria per il compimento degli atti previsti dagli articoli 347 e seguenti del codice di procedura penale (61/d).

 

(61/d) Articolo aggiunto dall'art. 11, L. 18 agosto 2000, n. 248.

 

183. L'esercizio delle attività per il collocamento, presso le compagnie, e le imprese teatrali di opere drammatiche, non musicali, italiane (62), è sottoposto alla preventiva autorizzazione del Ministro della cultura popolare (63), secondo le norme del regolamento.

A tale autorizzazione non è sottoposto l'autore ed i suoi successori per causa di morte.

Vi sono peraltro soggetti i traduttori di opere straniere.

L'esercizio della attività di collocamento è soggetto alla vigilanza del Ministero della cultura popolare (63), secondo le norme del regolamento.

 

(62) Vedi art. 172.

(63) Ora, del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(63) Ora, del Ministero del turismo e dello spettacolo.

 

184. Chiunque collochi in paesi stranieri opere italiane drammatiche, non musicali, deve farne denuncia entro tre giorni all'Ente italiano per gli scambi teatrali, il quale trasmette mensilmente l'elenco delle denunce ricevute al Ministero della cultura popolare (63) con le sue eventuali osservazioni e proposte.

L'Ente italiano per gli scambi teatrali esercita inoltre altre funzioni che gli sono demandate dal suo statuto.

All'Ente italiano per gli scambi teatrali si applicano le disposizioni dell'art. 182 (64).

 

(63) Ora, del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(64) L'Ente italiano per gli scambi teatrali (E.I.S.T.) fu costituito con R.D.L. 18 febbraio 1937, n. 456, convertito in legge dalla L. 17 giugno 1937, n. 1250.

A tale decreto furono apportate modificazioni con D.Lgs.C.P.S. 11 maggio 1947, n. 382, recante in allegato il nuovo statuto dell'Ente, sostituito a quello annesso al suddetto R.D.L. del 1937. Successivamente, con D.P.R. 5 luglio 1968 (Gazz. Uff. 28 settembre 1968, n. 247) l'Ente italiano per gli scambi teatrali è stato incorporato nell'Ente teatrale italiano (E.T.I.), ai sensi dell'art. 1, L. 4 dicembre 1956, n. 1404.

 

TITOLO VI

Sfera di applicazione della legge

185. Questa legge si applica a tutte le opere di autori italiani, dovunque pubblicate per la prima volta, salve le disposizioni dell'art. 189.

Si applica egualmente alle opere di autori stranieri, fuori delle condizioni di protezione indicate per la prima volta in Italia.

Può essere applicata ad opere di autori stranieri, fuori delle condizioni di protezione indicate nel comma precedente, quando sussistano le condizioni previste negli articoli seguenti.

 

 

186. Le convenzioni internazionali per la protezione delle opere dell'ingegno regolano la sfera di applicazione di questa legge alle opere di autori stranieri.

Se le convenzioni contengono un patto generico di reciprocità o di parità di trattamento, detto patto è interpretato secondo le norme di equivalenza di fatto delle due protezioni stabilite negli articoli seguenti (65).

Salve le convenzioni internazionali per la protezione dei fonogrammi, la formalità prevista quale condizione dell'esercizio dei diritti spettanti al produttore di fonogrammi che non possono essere considerati nazionali, si riterrà soddisfatta qualora su tutti gli esemplari del supporto fonografico sia apposto in modo stabile il simbolo (P) accompagnato dall'indicazione dell'anno di prima pubblicazione (65/a).

 

(65) In merito alle disposizioni di cui agli artt. 186, secondo comma, 187, 188 e 189, secondo comma, vedi l'articolo unico (che qui si riporta) del D.Lgs.C.P.S. 23 agosto 1946, n. 82 (Gazz. Uff. 12 settembre 1946, n. 206):

"Articolo unico. - L'applicazione delle disposizioni contenute negli articoli 186 comma secondo, 187, 188 e 189 comma secondo, della L. 22 aprile 1941, n. 633, è sospesa.

Qualora non sussistano le condizioni menzionate negli articoli 185 secondo comma e 189 primo comma, della legge predetta, le opere di autori stranieri sono protette a condizione di reciprocità, salva l'applicazione delle convenzioni internazionali.

Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana".

(65/a) Comma aggiunto dall'art. 32, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

187. In difetto di convenzioni internazionali, le opere di autori stranieri che non rientrano nelle condizioni previste nel secondo comma dell'articolo 185 godono della protezione sancita da questa legge, a condizione che lo Stato di cui è cittadino l'autore straniero conceda alle opere di autori italiani una protezione effettivamente equivalente e nei limiti di detta equivalenza.

Se lo straniero, è apolide o di nazionalità controversa, la norma del comma precedente è riferita allo Stato nel quale l'opera è stata pubblicata per la prima volta (66).

 

(66) In merito alle disposizioni di cui agli artt. 186, secondo comma, 187, 188 e 189, secondo comma, vedi l'articolo unico (che qui si riporta) del D.Lgs.C.P.S. 23 agosto 1946, n. 82 (Gazz. Uff. 12 settembre 1946, n. 206):

"Articolo unico. - L'applicazione delle disposizioni contenute negli articoli 186 comma secondo, 187, 188 e 189 comma secondo, della L. 22 aprile 1941, n. 633, è sospesa.

Qualora non sussistano le condizioni menzionate negli articoli 185 secondo comma e 189 primo comma, della legge predetta, le opere di autori stranieri sono protette a condizione di reciprocità, salva l'applicazione delle convenzioni internazionali.

Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana".

 

188. L'equivalenza di fatto, osservate le norme che seguono, è accertata e regolata con decreto reale da emanarsi a norma dell'art. 3, n. 1, della L. 31 gennaio 1926, n. 100 (67).

La durata della protezione dell'opera straniera non può in nessun caso eccedere quella di cui l'opera gode nello Stato di cui è cittadino l'autore straniero.

Se la legge di detto Stato abbraccia nella durata della protezione un periodo di licenza obbligatoria, l'opera straniera è sottoposta in Italia ad una norma equivalente.

Se la legge di detto Stato sottopone la protezione alla condizione dell'adempimento di formalità, di dichiarazioni di riserva o di depositi di copie dell'opera o ad altre formalità qualsiasi, l'opera straniera è sottoposta in Italia a formalità equivalenti determinate col decreto reale.

Il decreto reale può altresì sottoporre la protezione dell'opera straniera allo adempimento di altre particolari formalità o condizioni (68).

 

(67) Recava disposizioni sulla facoltà del potere esecutivo di emanare norme giuridiche.

(68) In merito alle disposizioni di cui agli artt. 186, secondo comma, 187, 188 e 189, secondo comma, vedi l'articolo unico (che qui si riporta) del D.Lgs.C.P.S. 23 agosto 1946, n. 82 (Gazz. Uff. 12 settembre 1946, n. 206):

"Articolo unico. - L'applicazione delle disposizioni contenute negli articoli 186 comma secondo, 187, 188 e 189 comma secondo, della L. 22 aprile 1941, n. 633, è sospesa.

Qualora non sussistano le condizioni menzionate negli articoli 185 secondo comma e 189 primo comma, della legge predetta, le opere di autori stranieri sono protette a condizione di reciprocità, salva l'applicazione delle convenzioni internazionali.

Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana".

 

189. Le disposizioni dell'art. 185 si applicano all'opera cinematografica, al disco fonografico o apparecchio analogo, ai diritti degli interpreti, attori o artisti esecutori, alla fotografia ed alle opere della ingegneria, in quanto si tratti di opere o prodotti realizzati in Italia o che possano considerarsi nazionali a termini di questa legge o di altra legge speciale.

In difetto della condizione sopraindicata sono applicabili a dette opere, diritti o prodotti, le disposizioni degli artt. 186, 187 e 188 (68).

 

(68) In merito alle disposizioni di cui agli artt. 186, secondo comma, 187, 188 e 189, secondo comma, vedi l'articolo unico (che qui si riporta) del D.Lgs.C.P.S. 23 agosto 1946, n. 82 (Gazz. Uff. 12 settembre 1946, n. 206):

"Articolo unico. - L'applicazione delle disposizioni contenute negli articoli 186 comma secondo, 187, 188 e 189 comma secondo, della L. 22 aprile 1941, n. 633, è sospesa.

Qualora non sussistano le condizioni menzionate negli articoli 185 secondo comma e 189 primo comma, della legge predetta, le opere di autori stranieri sono protette a condizione di reciprocità, salva l'applicazione delle convenzioni internazionali.

Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana".

 

TITOLO VII

Comitato consultivo permanente per il diritto di autore

190. È istituito presso il Ministero della cultura popolare (69) un comitato consultivo permanente per il diritto di autore.

Il comitato provvede allo studio delle materie attinenti al diritto di autore o ad esso connesse e dà pareri sulle questioni relative quando ne sia richiesto dal Ministro per la cultura popolare (70) o quando sia prescritto da speciali disposizioni.

Il Comitato esperisce il tentativo di conciliazione di cui all'articolo 71-quinquies, comma 4 (70/a).

 

(69) Ora, Presidenza del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23, secondo comma.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(70) Ora, Presidente del Consiglio dei Ministri: vedi nota n. 4 all'art. 23, secondo comma.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(70/a) Comma aggiunto dall'art. 33, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

191. Il comitato è composto:

a) di un presidente designato dal Ministro per la cultura popolare (70);

b) dei vice presidenti delle corporazioni delle professioni e delle arti, dello spettacolo e della carta e stampa (71);

c) di un rappresentante del p.n.f. (72);

d) di un rappresentante dei Ministeri degli affari esteri, dell'Africa italiana (73), di grazia e giustizia, delle finanze, delle corporazioni (74), e di due rappresentanti del Ministero della educazione nazionale;

e) dei direttori generali per il teatro, per la cinematografia, per la stampa italiana, dell'ispettore per la radiodiffusione e la televisione del Ministero della cultura popolare (75) e, del capo dell'ufficio della proprietà letteraria scientifica ed artistica;

f) dei presidenti delle confederazioni dei professionisti ed artisti e degli industriali, e di tre rappresentanti per ciascuna delle confederazioni suddette particolarmente competenti in materia di diritto di autore, nonché di un rappresentante della confederazione dei lavoratori dell'industria, designato dalla federazione nazionale dei lavoratori dello spettacolo (71);

g) del presidente della Società degli autori ed editori (SIAE) (76);

h) di tre esperti in materia di diritto di autore designati dal Ministro per la cultura popolare (70).

I membri del comitato sono nominati con decreto del Ministro per la cultura popolare (70) e durano in carica un quadriennio.

 

(70) Ora, Presidente del Consiglio dei Ministri: vedi nota n. 4 all'art. 23, secondo comma.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(71) Le organizzazioni sindacali fasciste sono state soppresse con D.Lgs.Lgt 23 novembre 1944, n. 369.

(72) Il P.N.F. è stato soppresso con R.D.L. 2 agosto 1943, n. 704.

(73) Il Ministero dell'Africa italiana è stato soppresso con L. 29 aprile 1953, n. 430.

(74) Ora, Ministero dell'industria e commercio (R.D. 9 agosto 1943, n. 718 e D.Lgs.Lgt. 21 giugno 1945, n. 377).

(75) Ora, Presidenza del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23, secondo comma.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(71) Le organizzazioni sindacali fasciste sono state soppresse con D.Lgs.Lgt 23 novembre 1944, n. 369.

(76) L'art. 9, L. 18 agosto 2000, n. 248, ha disposto che, nel testo della presente legge, l'espressione: "Ente italiano per il diritto d'autore", ovunque ricorra, sia sostituita dall'espressione "Società italiana degli autori ed editori (SIAE)".

(70) Ora, Presidente del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23, secondo comma.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(70) Ora, Presidente del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23, secondo comma.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

 

192. Il comitato si riunisce in sessione ordinaria ogni anno alla data stabilita dal Ministro per la cultura popolare (70) ed in via straordinaria tutte le volte che ne sarà richiesto dal ministro (70) stesso.

 

(70) Ora, Presidente del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23, secondo comma.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

(70) Ora, Presidente del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23, secondo comma.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

 

193. Il comitato può essere convocato: a) in adunanza generale; b) in commissioni speciali.

Partecipano all'adunanza generale tutti i membri del comitato. Le commissioni speciali sono costituite per lo studio di determinate questioni, di volta in volta, con provvedimento del presidente ovvero per l'effettuazione del tentativo di conciliazione di cui all'articolo 71-quinquies, comma 4. In tale caso la commissione speciale è composta da tre membri, scelti tra gli esperti in materia di diritto d'autore di cui all'articolo 191, primo comma, lettera h), ed i rappresentanti dei Ministeri. Il presidente della commissione è comunque scelto tra i rappresentanti dei Ministeri (76/a).

Il Ministro per la cultura popolare (70), su proposta del presidente del comitato, può invitare alle riunioni anche persone estranee al comitato, particolarmente competenti nelle questioni da esaminare, senza diritto a voto.

 

(76/a) Comma così sostituito dall'art. 34, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

(70) Ora, Presidente del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23, secondo comma.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

 

194. La segreteria è affidata al capo dell'ufficio della proprietà letteraria, scientifica e artistica presso il Ministero della cultura popolare (69).

 

(69) Ora, Presidenza del Consiglio dei Ministri: vedi nota 4 all'art. 23, secondo comma.

Al riguardo va precisato che il Ministero della cultura popolare è stato soppresso con D.Lgt. 3 luglio 1944, n. 163, che ne ha demandato le attribuzioni ad un Sottosegretariato di Stato per la stampa e le informazioni. La denominazione di quest'ultimo organo è stata, poi, con D.Lgt. 12 dicembre 1944, n. 407, modificata in quella di Sottosegretariato di Stato per la stampa, spettacolo e turismo. Con D.Lgs.Lgt. 5 luglio 1945, n. 416 anche questo Sottosegretariato è stato soppresso e la gestione dei relativi servizi è stata affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con D.Lgs.C.P.S. 12 settembre 1947, n. 941, è stato istituito, alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissariato per il turismo, quale organo centrale di governo in materia di turismo.

Con D.Lgs.P. 8 aprile 1948, n. 274, nel dare "sistemazione ai servizi stampa e spettacolo" si è, all'art. 1, disposto che le attribuzioni demandate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di cinematografia, teatro e spettacoli in genere fossero assolte dalla Direzione generale dello spettacolo, quelle in materia di stampa e di radio dal Servizio delle informazioni e quelle spettanti all'Ufficio della proprietà letteraria, artistica e scientifica, appunto dall'Ufficio della proprietà letteraria artistica e scientifica, uffici tutti che venivano, con lo stesso decreto, istituiti o riorganizzati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Successivamente, con L. 31 luglio 1959, n. 617, è stato istituito il Ministero del turismo e dello spettacolo; sono stati soppressi il Commissariato per il turismo e la Direzione generale dello spettacolo istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e le relative attribuzioni sono state devolute al Ministero del turismo e dello spettacolo.

Pertanto, le attribuzioni che la presente legge assegna al Ministero della cultura popolare appartengono, ora, per alcune ipotesi, alla competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per altre a quella del Ministero del turismo e dello spettacolo.

 

194-bis. 1. La richiesta di conciliazione di cui all'art. 71-quinquies, comma 4, sottoscritta dall'associazione o dall'ente proponente, è consegnata al comitato di cui all'art. 190 o spedita mediante raccomandata con avviso di ricevimento. Entro dieci giorni dal ricevimento della richiesta, il presidente del comitato nomina la commissione speciale di cui all'art. 193, comma secondo. Copia della richiesta deve essere consegnata o spedita a cura dello stesso proponente alla controparte.

2. La richiesta deve precisare:

a) il luogo dove devono essere fatte al richiedente le comunicazioni inerenti alla procedura;

b) l'indicazione delle ragioni poste a fondamento della richiesta.

3. Entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta la parte convenuta, qualora non accolga la richiesta della controparte, deposita presso la commissione predetta osservazioni scritte. Entro i dieci giorni successivi al deposito, il presidente della commissione fissa la data per il tentativo di conciliazione.

4. Se la conciliazione riesce, viene redatto separato processo verbale sottoscritto dalle parti e dal presidente della commissione. Il verbale costituisce titolo esecutivo.

5. Se non si raggiunge l'accordo tra le parti, la commissione formula una proposta per la definizione della controversia. Se la proposta non è accettata, i termini di essa sono riassunti nel verbale con l'indicazione delle valutazioni espresse dalle parti.

6. Nel successivo giudizio sono acquisiti, anche d'ufficio, i verbali concernenti il tentativo di conciliazione non riuscito. Il giudice valuta il comportamento tenuto dalle parti nella fase conciliativa ai fini del regolamento delle spese.

7. La domanda giudiziale diventa procedibile trascorsi novanta giorni dalla promozione del tentativo di conciliazione.

8. Il giudice che rileva che non è stato promosso il tentativo di conciliazione secondo le disposizioni di cui ai precedenti commi o che la domanda giudiziale è stata promossa prima della scadenza del termine di 90 giorni dalla promozione del tentativo, sospende il giudizio e fissa alle parti il termine perentorio di 60 giorni per promuovere il tentativo di conciliazione. Espletato quest'ultimo o decorso il termine di 90 giorni, il processo può essere riassunto entro il termine perentorio di 180 giorni. Ove il processo non sia stato tempestivamente riassunto, il giudice dichiara d'ufficio l'estinzione del processo con decreto cui si applica la disposizione di cui all'articolo 308 del codice di procedura civile (76/b).

 

(76/b) Articolo aggiunto dall'art. 35, D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68.

 

195. Ai membri del comitato sono corrisposti gettoni di presenza per ogni giornata di adunanza ai sensi delle disposizioni in vigore.

 

 

TITOLO VIII

Disposizioni generali transitorie e finali

196. È considerato come luogo di prima pubblicazione, il luogo dove sono esercitati per la prima volta i diritti di utilizzazione previsti negli artt. 12 e seguenti di questa legge.

Nei riguardi delle opere dell'arte figurativa, del cinema, del disco fonografico o di altro apparecchio analogo riproduttore di suoni o di voci, della fotografia o di ogni altra opera identificata dalla sua forma materiale, si considera come equivalente al luogo della prima pubblicazione il luogo della fabbricazione.

 

 

197. I contratti di edizione, di rappresentazione e di esecuzione sono sottoposti alla tassa graduale di registro dello 0,50 per cento.

 

 

 

198. Nel bilancio di previsione del Ministero della cultura popolare (77) è stanziata, in apposito capitolo della parte ordinaria, a cominciare dall'esercizio in cui questa legge andrà in vigore, una somma di lire un milione, sui proventi del diritto previsto dagli artt. 175 e 176, da erogarsi, con le modalità stabilite dal regolamento, in favore delle casse di assistenza e di previdenza delle associazioni sindacali degli autori e scrittori e dei musicisti.

 

(77) Ora, del Ministero del tesoro. Con l'art. 1, L. 21 maggio 1951, n. 391, la somma annua da devolvere a favore delle casse di assistenza e di previdenza degli scrittori, autori drammatici e musicisti, di cui all'art. 198, è stata elevata a lire quindicimilioni a partire dall'esercizio finanziario 1950/51. Con l'art. 1, L. 7 aprile 1954, n. 100, il predetto stanziamento annuale è stato aumentato, a decorrere dall'esercizio finanziario 1952/53 di venti milioni di lire, per corrispondere un contributo di pari importo alla Casa di riposo per musicisti "Giuseppe Verdi" in Milano. Con l'art. 1, L. 20 dicembre 1954, n. 1227, la somma annua è stata elevata, a partire dall'esercizio finanziario 1954/55, a lire sessanta milioni, fermo rimanendo l'aumento di lire venti milioni per il contributo annuo a favore della Casa di riposo per musicisti "Giuseppe Verdi" in Milano. Infine, con l'art. 1, L. 16 aprile 1973, n. 198 (Gazz. Uff. 16 maggio 1973, n. 125, la somma annua è stata elevata, a partire dall'esercizio finanziario 1972, a lire 160 milioni, ferme restando le disposizioni delle leggi 7 aprile 1954, n. 100 e 23 dicembre 1962, n. 1572, relative al contributo in favore della Casa di riposo per musicisti "Giuseppe Verdi" di Milano.

 

199. La presente legge si applica anche alle opere comunque pubblicate prima e dopo l'entrata in vigore della legge medesima.

Rimangono pienamente salvi e impregiudicati gli effetti legali degli atti e contratti fatti o stipulati prima di detta entrata in vigore in conformità delle disposizioni vigenti.

 

 

199-bis. 1. Le disposizioni della presente legge si applicano anche ai programmi creati prima della sua entrata in vigore, fatti salvi gli eventuali atti conclusi e i diritti acquisiti anteriormente a tale data (77/a).

 

(77/a) Aggiunto dall'art. 11, D.Lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (Gazz. Uff. 31 dicembre 1992, n. 306, S.O.).

 

200. Sino all'entrata in vigore del nuovo codice di procedura civile, le funzioni attribuite dall'art. 162 al giudice istruttore sono esercitate dal presidente del collegio davanti al quale pende la lite.

 

 

201. Riguardo alle opere pubblicate ed ai prodotti già fabbricati prima della entrata in vigore di questa legge che vengono sottoposti per la prima volta all'obbligo del deposito o di altre formalità, detto deposito e dette formalità devono essere adempiute nei termini e secondo le norme stabilite dal regolamento.

 

 

202. Agli effetti dell'art. 147 non sono presi in considerazione i prezzi conseguiti nelle vendite effettuate anteriormente alla entrata in vigore di questa legge.

 

 

203. Con regio decreto potranno essere emanate norme particolari per regolare il diritto esclusivo di televisione (78).

Finché non saranno emanate le disposizioni previste nel precedente comma, la televisione è regolata dai principi generali di questa legge, in quanto applicabili.

 

(78) Non sono state emanate norme sull'argomento.

 

204. A decorrere dall'entrata in vigore di questa legge, la Società italiana autori ed editori assume la denominazione di Società italiana degli autori ed editori (SIAE) (79).

 

(79) L'art. 9, L. 18 agosto 2000, n. 248, ha disposto che, nel testo della presente legge, l'espressione: "Ente italiano per il diritto d'autore", ovunque ricorra, sia sostituita dall'espressione "Società italiana degli autori ed editori (SIAE)".

 

205. Sono abrogate la legge 18 marzo 1926, n. 256, di conversione in legge del R.D.L. 7 novembre 1925, n. 1950, contenente disposizioni sul diritto di autore e le successive leggi di modificazione della suddetta legge.

Sono altresì abrogate la legge 17 giugno 1937, n. 1251, di conversione in legge del R.D.L. 18 febbraio 1937, contenente norme relative alla protezione dei prodotti dell'industria fonografica e la L. 2 giugno 1939, n. 739, di conversione del R.D.L. 5 dicembre 1938, n. 2115, contenente provvedimenti per la radiodiffusione differita di esecuzioni artistiche, nonché ogni altra legge o disposizione di legge contraria ed incompatibile con le disposizioni di questa legge.

 

 

206. Il regolamento per la esecuzione della presente legge determina le sanzioni per la violazione delle norme del regolamento stesso.

Dette sanzioni potranno comportare la sanzione amministrativa non superiore a lire 40.000 (80).

La presente legge entra in vigore contemporaneamente al regolamento, il quale dovrà essere emanato entro sei mesi dalla pubblicazione di essa (81).

Entro lo stesso termine sarà altresì emanato un nuovo statuto (82) della Società italiana degli autori ed editori (79).

 

(80) La sanzione originaria dell'ammenda è stata sostituita, da ultimo, con la sanzione amministrativa dall'art. 32, L. 24 novembre 1981, n. 689. L'importo della sanzione è stato così elevato dall'art. 3, L. 12 luglio 1961, n. 603, nonché dall'art. 114, primo comma, della citata L. 24 novembre 1981, n. 689, in relazione all'art. 113, primo comma, della stessa legge. Per effetto dell'art. 10 della medesima L. 24 novembre 1981, n. 689, l'entità della sanzione non può essere inferiore a lire 4.000.

(81) Il regolamento è stato approvato con R.D. 18 maggio 1942, n. 1369 (Gazz. Uff. 3 dicembre 1942, n. 286). Legge e regolamento sono, pertanto, entrati in vigore il 18 dicembre 1942.

(82) Lo Statuto, approvato con D.P.R. 20 ottobre 1962, n. 1842.

(79) L'art. 9, L. 18 agosto 2000, n. 248, ha disposto che, nel testo della presente legge, l'espressione: "Ente italiano per il diritto d'autore", ovunque ricorra, sia sostituita dall'espressione "Società italiana degli autori ed editori (SIAE)".