L.R. 22 OTTOBRE 2001, N. 27

 

"Norme in materia di divieto di detenzione ed utilizzazione di esche avvelenate".

 

Pubblicata nel B. U. UMBRIA 26 ottobre 2001, n. 53

 

 

 

 

ARTICOLO 1

 

(Finalità)

 

1.        E' fatto divieto, ai fini della tutela della salute umana,

dell'igiene pubblica e dell'ambiente, di preparare, detenere,

utilizzare ed abbandonare esche o bocconi avvelenati contenenti

sostanze velenose o nocive.

 

2.        Il divieto si applica a qualsiasi sostanza ingeribile preparata

idonea a causare intossicazioni, lesioni o comunque sofferenze

all'animale che la ingerisce, ad esclusione delle attività di

derattizzazione di cui all'articolo 2.

 

3.        Sono fatte salve le disposizioni della legge 11 febbraio 1992, n.

157 concernenti il divieto di uso dei bocconi e delle esche avvelenate

come mezzi di caccia e le sanzioni relative alla violazione di tale

divieto.

 

 

 

 

 

ARTICOLO 2

 

(Derattizzazione)

 

1.        Le attività di derattizzazione possono essere praticate

esclusivamente con prodotti a ciò specificamente destinati ed

utilizzati tal quali, nel rispetto comunque delle prescrizioni fornite

dal produttore.

 

2.        Le attività di derattizzazione riguardanti locali, fabbricati,

abitazioni, depositi, opifici e cantieri di lavoro, sono subordinate a

comunicazione al Comune e all'Azienda Unità Sanitaria Locale da parte

dei proprietari o degli altri aventi diritto almeno 15 giorni prima.

Nella comunicazione devono essere indicate durata del trattamento,

sostanze o principi attivi utilizzati nonché le aree interessate.

 

3.        Al di fuori dei luoghi di cui al comma 2, previo parere

dell'Azienda Unità Sanitaria Locale, il Comune può autorizzare

eventuali interventi di derattizzazione indicando nell'atto di

autorizzazione la durata del trattamento e le sostanze da utilizzare.

Le aree interessate da tali attività sono segnalate con apposita

tabellazione contenente l'indicazione della presenza del ratticida e

gli elementi identificativi del responsabile del trattamento.

 

4.        I Comuni sono tenuti alla costituzione e alla custodia di un

registro dei trattamenti di derattizzazione in corso sul territorio

comunale, sia da parte di enti pubblici che di privati. I soggetti

responsabili dei trattamenti comunicano preventivamente al Comune i

tempi del trattamento e il principio attivo utilizzato, usando la

scheda apposita.

 

 

 

 

 

ARTICOLO 3

 

(Sanzioni amministrative)

 

1.        Fatta salva l'applicazione delle diverse sanzioni previste dalla

normativa vigente, chiunque violi le disposizioni di cui agli articoli

1 e 2 è soggetto ad una sanzione amministrativa da lire 200.000 a lire

1.200.000. Si applicano nei confronti degli autori della violazione il

sequestro e la confisca previsti dagli articoli 13, 18 e 20 della

legge 24 novembre 1981, n. 689.

 

2.        In caso di violazione delle disposizioni di cui all'articolo 1 da

parte di soggetti titolari di autorizzazioni, licenze o concessioni

regionali o provinciali inerenti attività faunistiche,

agro-silvo-pastorali o di raccolta di prodotti spontanei del bosco, è

prevista la sanzione accessoria della sospensione per un anno

dell'autorizzazione, delle stesse; la reiterazione degli atti vietati

dall'articolo 1 dà luogo alla revoca dell'autorizzazione, del

tesserino, della licenza o della concessione.

Le sanzioni accessorie previste al presente articolo sono

obbligatorie.

 

3.        Qualora il responsabile delle violazioni delle disposizioni di

cui all'art. 1 rivesta la qualifica di guardia particolare giurata o

di guardia volontaria, la sanzione amministrativa pecuniaria viene

raddoppiata ed è prevista la revoca definitiva del decreto o della

nomina di guardia particolare giurata o di guardia volontaria.

 

 

 

 

 

ARTICOLO 4

 

(Applicazioni delle sanzioni amministrative)

 

1.        All'applicazione delle sanzioni amministrative pecuniarie

provvede la Provincia nel cui territorio sono avvenute le violazioni,

con le modalità di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689.

 

2.        Al fine dell'applicazione delle sanzioni accessorie di cui

all'articolo 3, commi 2 e 3, la Provincia trasmette copia

dell'ordinanza-ingiunzione all'ente o all'autorità che ha rilasciato

l'autorizzazione, il tesserino, la licenza, la concessione o che ha

emanato l'atto di nomina, entro sessanta giorni dalla data di scadenza

del termine per proporre opposizione all'ordinanza-ingiunzione o, se

questa è proposta, dal passaggio in giudicato della sentenza che

decide sull'opposizione stessa. L'ente o l'autorità provvedono, nei

successivi sessanta giorni, alla sospensione o alla revoca dei

relativi provvedimenti.

 

 

 

 

 

ARTICOLO 5

 

(Bonifica delle aree)

 

1.        A seguito di accertamenti di violazioni del divieto di cui

all'articolo 1 effettuati dagli organi di vigilanza competenti, ovvero

sulla base delle denunce o segnalazioni degli interessati o dei medici

veterinari, ai sensi dell'articolo 6 della presente legge, confermate

dai risultati delle analisi eseguite dai laboratori dell'Istituto

zooprofilattico sperimentale per l'Umbria e le Marche, di cui

all'articolo 7 o da altri istituti competenti, anche nel caso in cui

non vengano individuati i responsabili degli illeciti, il Comune

attiva, con procedura d'urgenza, in collaborazione con l'Azienda Unità

Sanitaria Locale competente per la zona e la polizia provinciale,

adeguata attività di bonifica dell'area colpita. A tali attività,

sotto il coordinamento della polizia provinciale e della polizia

comunale, possono collaborare le guardie giurate volontarie di cui

all'articolo 35 della legge regionale 17 maggio 1994, n. 14, le

guardie ecologiche volontarie di cui all'articolo 7 della legge

regionale 22 febbraio 1994, n. 4, nonché i proprietari o conduttori

dei fondi interessati.

 

2.        Qualora nell'ambito delle attività di cui al comma 1 siano

rinvenute altre esche avvelenate, ovvero nel mese successivo al primo

episodio si verifichino nello stesso areale uno o più ulteriori

episodi di avvelenamento o di rinvenimento di esche, la Provincia, su

richiesta del Comune territorialmente competente, dispone con urgenza

la delimitazione dell'area perimetrale o dei punti di accesso, a

seconda dell'estensione e morfologia della zona, con avvisi segnalanti

il pericolo.

 

3.        Le attività di bonifica e di delimitazione delle aree o degli

accessi non dovranno comunque comportare l'interruzione delle attività

faunistiche, agro-silvo-pastorali e di raccolta dei prodotti spontanei

del bosco.

 

 

 

 

 

ARTICOLO 6

 

(Compiti del medico veterinario)

 

1.        Il medico veterinario che nell'esercizio delle proprie attività

accerti in qualsiasi modo, anche senza l'ausilio di analisi

strumentali, l'avvelenamento di specie animale domestica o selvatica,

è tenuto - utilizzando apposita scheda - a darne comunicazione entro

ventiquattro ore alla polizia provinciale, all'Azienda Unità Sanitaria

Locale e al Sindaco del Comune dove è stato rinvenuto l'animale.

 

2.        Il medico veterinario, nei casi di cui al comma precedente, o

direttamente o tramite l'Azienda Unità Sanitaria Locale, dovrà altresì

inviare l'animale o qualsiasi campione utile per l'identificazione

dell'eventuale veleno, alla struttura indicata all'articolo 7, secondo

le modalità in questo stabilite.

 

3.        L'inosservanza degli obblighi di cui alla presente disposizione

comporta l'applicazione di una sanzione amministrativa da lire 50.000

a lire 200.000. In caso di recidiva il Comune invia gli atti

all'Ordine dei Medici Veterinari competente per l'accertamento di

eventuali illeciti disciplinari.

 

 

 

 

 

ARTICOLO 7

 

(Analisi di laboratorio)

 

1.        La Giunta regionale nel termine di sei mesi dalla entrata in

vigore della presente legge assicura l'attivazione dei laboratori

dell'Istituto zooprofilattico sperimentale per l'Umbria e le Marche in

grado di esaminare i campioni tissutali e di contenuto gastrico degli

animali uccisi o eventuali parti di esche con possibilità di ricerca

almeno dei seguenti veleni:

 

·           Stricnina

·           Fosfuro di zinco

·           Organofosforici-carbammati

·           Metaldeide

·           Anticoagulanti

·           Arsenico

·           Cloralosio

·           Crimidina

·           Cianuri

·           Erbicidi triazinici

·           Clorati

·           Paraquat

·           DNOC

·           Imidaclopride

 

2.        Le modalità di accesso a tale servizio da parte dei medici

veterinari e delle Aziende Unità Sanitaria Locale, le modalità e i

termini delle analisi, gli obblighi di comunicazione alla polizia

provinciale, alle Aziende Unità Sanitaria Locale ed al Sindaco, la

copertura delle spese, comprese quelle di spedizione, nonché le

caratteristiche delle schede di cui all'art. 2, comma 3 e all'art. 6,

comma 1, della presente legge, sono individuate dalla Giunta regionale

con proprio atto da approvarsi entro sessanta giorni dall'entrata in

vigore della presente legge.

 

 

 

 

 

ARTICOLO 8

 

(Compiti delle Province)

 

1.        Le Province provvedono, entro il 31 gennaio di ogni anno, alla

pubblicazione anche mediante apposita cartografia, dei dati relativi

agli episodi di avvelenamento accertati nell'anno precedente,

precisando numero, localizzazione temporale e distribuzione

geografica.

 

 

 

 

 

ARTICOLO 9

 

(Lista delle sostanze)

 

1.        La Giunta regionale entro un anno dalla entrata in vigore della

presente legge indica, sulla base delle frequenze e quantità del loro

utilizzo, la lista dei prodotti velenosi che a causa del loro uso

oltre che per la finalità loro propria, anche per la preparazione di

esche o bocconi avvelenati, dovranno essere sottoposti a regime

controllato mediante l'utilizzazione di appositi registri.

 

2.        Tale lista viene aggiornata ogni due anni sulla base delle

variazioni nelle sostanze utilizzate accertata sulla scorta dei

reperti tossicologici esaminati.

 

 

 

 

 

ARTICOLO 10

 

(Compiti tecnico-consultivi)

 

1.        Al Comitato regionale per la protezione degli animali già

previsto dall'articolo 14 della legge regionale 19 luglio 1994, n. 19,

integrato nella composizione risultante dal comma 2, sono altresì

attribuite funzioni di indirizzo e vigilanza per l'applicazione della

presente legge, nonché compiti tecnico-consultivi in ordine alle

problematiche connesse all'avvelenamento degli animali.

 

2.        Alle riunioni del Comitato regionale di cui al comma 1 inerenti

le problematiche connesse all'avvelenamento degli animali sono

invitati un rappresentante delle associazioni dei cacciatori designato

dall'U.N.A.V.I., un rappresentante delle associazioni dei tartufai ed

un rappresentante dell'Istituto zooprofilattico sperimentale per

l'Umbria e le Marche.

Il Presidente della Giunta regionale acquisisce entro 60 giorni

dall'entrata in vigore della presente legge le designazioni di cui al

comma 2.

 

 

 

 

 

ARTICOLO 11

 

(Norma finanziaria)

 

1.        Al finanziamento degli interventi previsti all'articolo 7 della

presente legge si provvede, a decorrere dall'esercizio 2002, con gli

stanziamenti all'uopo allocati nella unità previsionale di base

12.1.012 denominata: "Profilassi, risanamento veterinario e Istituto

Zooprofilattico".

 

2.        L'entità della spesa sarà determinata annualmente con la legge

finanziaria regionale, ai sensi dell'art. 27, comma 3, lett. c) della

vigente legge regionale di contabilità.

 

3.        Agli interventi di cui dall'articolo 10 della presente legge si

fa fronte con gli stanziamenti previsti nella unità previsionale di

base 02.1.005 denominata "Gestione delle risorse umane".

 

4.        La Giunta regionale, a norma della vigente legge regionale di

contabilità, è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni di

cui ai precedenti commi, sia in termini di competenza che di cassa.

 

 

 

 

 

ARTICOLO 12

 

(Norma transitoria)

 

1.        La presente legge entra in vigore il 1° gennaio 2002.

 

La presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale

della Regione.

 

 

Note:

LAVORI PREPARATORI

 

Proposta di legge:

 

-          di iniziativa del Consigliere Ripa di Meana, depositata alla

Presidenza del Consiglio regionale il 13 giugno 2000, atto consiliare

n. 17 (VIIa Legislatura).

 

- Assegnato per il parere alla IIIa Commissione consiliare permanente

"Servizi e politiche sociali - Igiene e sanità - Istruzione - Cultura

- Sport", il 19 giugno 2000.

 

-          Svolta sull'atto apposita audizione in data 8 settembre 2000.

 

-          Depositato, in data 4 dicembre 2000 alla Presidenza del Consiglio

regionale, atto di modificazione ed integrazione della proposta

originaria, da parte del Consigliere Ripa di Meana (atto consiliare n.

17/bis).

 

- Assegnato per il parere alla IIIa Commissione consiliare permanente

il 5 dicembre 2000.

 

- Testo licenziato dalla IIIa Commissione consiliare permanente con

parere e relazione del Consigliere Brozzi, il 20 settembre 2001  (atto

n.17/ter).

 

-          Esaminato ed approvato dal Consiglio regionale, con emendamenti,

nella seduta del 24 settembre 2001, deliberazione n. 141.

 

- Legge vistata dal Commissario del Governo il 19 ottobre 2001.

 

AVVERTENZA - Il testo della legge viene pubblicato con l'aggiunta

delle note redatte dalla Segreteria generale della Presidenza della

Giunta regionale (Servizio Segreteria della Giunta regionale - Sezione

Promulgazione leggi ed emanazione regolamenti e decreti), ai sensi

dell'art. 9, commi 1, 3 e 4 della legge regionale 20 dicembre 2000,

n.39, al solo scopo di facilitare la lettura delle disposizioni di

legge modificate o alle quali è operato il rinvio. Restano invariati

il valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.

 

NOTE (AL TESTO DELLA LEGGE)

 

Nota all'art. 1, comma 3:

 

- La legge 11 febbraio 1992, n. 157 recante "Norme per la protezione

della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio", è

pubblicata nel S.O. alla G.U. n.46 del 25 febbraio 1992.

 

Nota all'art. 3, comma 1:

 

- Il testo degli artt. 13, 18 e 20 della legge 24 novembre 1981, n.

689 recante "Modifiche al sistema penale" (pubblicata nel S.O. alla

G.U. n.329 del 30 novembre 1981), integrato dalla legge 3 agosto 1999,

n. 265 (in S.O. alla G.U. n.183 del 6 agosto 1999), è il seguente:

 

"Art. 13. Atti di accertamento.

 

Gli organi addetti al controllo sull'osservanza delle disposizioni per

la cui violazione è prevista la sanzione amministrativa del pagamento

di una somma di denaro possono, per l'accertamento delle violazioni di

rispettiva competenza, assumere informazioni e procedere a ispezioni

di cose e di luoghi diversi dalla privata dimora, a rilievi

segnaletici, descrittivi e fotografici e ad ogni altra operazione

tecnica.

 

Possono altresì procedere al sequestro cautelare delle cose che

possono formare oggetto di confisca amministrativa, nei modi e con i

limiti con cui il codice di procedura penale consente il sequestro

alla polizia giudiziaria.

 

È sempre disposto il sequestro del veicolo a motore o del natante

posto in circolazione senza essere coperto dall'assicurazione

obbligatoria e del veicolo posto in circolazione senza che per lo

stesso sia stato rilasciato il documento di circolazione.

 

All'accertamento delle violazioni punite con la sanzione

amministrativa del pagamento di una somma di denaro possono procedere

anche gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria, i quali,

oltre che esercitare i poteri indicati nei precedenti commi, possono

procedere, quando non sia possibile acquisire altrimenti gli elementi

di prova, a perquisizioni in luoghi diversi dalla privata dimora,

previa autorizzazione motivata del pretore del luogo ove le

perquisizioni stesse dovranno essere effettuate. Si applicano le

disposizioni del primo comma dell'articolo 333 e del primo e secondo

comma dell'articolo 334 del codice di procedura penale.

 

È fatto salvo l'esercizio degli specifici poteri di accertamento

previsti dalle leggi vigenti.

 

Art. 18. Ordinanza-ingiunzione.

 

Entro il termine di trenta giorni dalla data della contestazione o

notificazione della violazione, gli interessati possono far pervenire

all'autorità competente a ricevere il rapporto a norma dell'articolo

17 scritti difensivi e documenti e possono chiedere di essere sentiti

dalla medesima autorità.

 

L'autorità competente, sentiti gli interessati, ove questi ne abbiano

fatto richiesta, ed esaminati i documenti inviati e gli argomenti

esposti negli scritti difensivi, se ritiene fondato l'accertamento,

determina, con ordinanza motivata, la somma dovuta per la violazione e

ne ingiunge il pagamento, insieme con le spese, all'autore della

violazione ed alle persone che vi sono obbligate solidalmente;

altrimenti emette ordinanza motivata di archiviazione degli atti

comunicandola integralmente all'organo che ha redatto il rapporto.

 

Con l'ordinanza-ingiunzione deve essere disposta la restituzione,

previo pagamento delle spese di custodia, delle cose sequestrate, che

non siano confiscate con lo stesso provvedimento. La restituzione

delle cose sequestrate è altresì disposta con l'ordinanza di

archiviazione, quando non ne sia obbligatoria la confisca.

 

Il pagamento è effettuato all'ufficio del registro o al diverso

ufficio indicato nella ordinanza-ingiunzione, entro il termine di

trenta giorni dalla notificazione di detto provvedimento, eseguita

nelle forme previste dall'articolo 14; del pagamento è data

comunicazione, entro il trentesimo giorno, a cura dell'ufficio che lo

ha ricevuto, all'autorità che ha emesso l'ordinanza.

 

Il termine per il pagamento è di sessanta giorni se l'interessato

risiede all'estero.

 

La notificazione dell'ordinanza-ingiunzione può essere eseguita

dall'ufficio che adotta l'atto, secondo le modalità di cui alla legge

20 novembre 1982, n. 890.

 

L'ordinanza-ingiunzione costituisce titolo esecutivo. Tuttavia

l'ordinanza che dispone la confisca diventa esecutiva dopo il decorso

del termine per proporre opposizione, o, nel caso in cui l'opposizione

è proposta, con il passaggio in giudicato della sentenza con la quale

si rigetta l'opposizione, o quando l'ordinanza con la quale viene

dichiarata inammissibile l'opposizione o convalidato il provvedimento

opposto diviene inoppugnabile o è dichiarato inammissibile il ricorso

proposto avverso la stessa.

 

Art. 20. Sanzioni amministrative accessorie.

 

L'autorità amministrativa con l'ordinanza-ingiunzione o il giudice

penale con la sentenza di condanna nel caso previsto dall'articolo 24,

può applicare, come sanzioni amministrative, quelle previste dalle

leggi vigenti, per le singole violazioni, come sanzioni penali

accessorie, quando esse consistono nella privazione o sospensione di

facoltà, e diritti derivanti da provvedimenti dell'amministrazione.

 

Le sanzioni amministrative accessorie non sono applicabili fino a che

è pendente il giudizio di opposizione contro il provvedimento di

condanna o, nel caso di connessione di cui all'articolo 24, fino a che

il provvedimento stesso non sia divenuto esecutivo.

 

Le autorità stesse possono disporre la confisca amministrativa delle

cose che servirono o furono destinate a commettere la violazione e

debbono disporre la confisca delle cose che ne sono il prodotto,

sempre che le cose suddette appartengano a una delle persone cui è

ingiunto il pagamento.

 

È sempre disposta la confisca amministrativa delle cose, la

fabbricazione, l'uso, il porto, la detenzione o l'alienazione delle

quali costituisce violazione amministrativa, anche se non venga emessa

l'ordinanza-ingiunzione di pagamento.

 

La disposizione indicata nel comma precedente non si applica se la

cosa appartiene a persona estranea alla violazione amministrativa e la

fabbricazione, l'uso, il porto, la detenzione o l'alienazione possono

essere consentiti mediante autorizzazione amministrativa".

 

Nota all'art. 4, comma 1:

 

- Per la legge 24 novembre 1981, n.689, si veda la nota all'art. 3,

comma 1.

 

Note all'art. 5, comma 1:

 

- Il testo dell'art. 35 della legge regionale 17 maggio 1994, n. 14

recante "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per

il prelievo venatorio" (pubblicata nel S.O. n.1 al B.U.R. n.22 del 25

maggio 1994), è il seguente:

 

"Art. 35. (Vigilanza venatoria volontaria).

 

     1. L'abilitazione di cui al comma 4 dell'art. 27 della legge 11

febbraio 1992, n. 157, è rilasciata dalla commissione per

l'abilitazione all'esercizio venatorio, integrata con un

rappresentante delle associazioni venatorie riconosciute, un

rappresentante delle associazioni agricole e un rappresentante delle

associazioni ambientaliste, maggiormente rappresentative a livello

regionale, presenti nella Consulta faunistico venatoria regionale di

cui all'art. 8.

 

     2. Ai fini dell'abilitazione di cui al comma 1, la prova di esame

prevista per l'abilitazione all'esercizio venatorio è adeguatamente

integrata con le materie connesse con le funzioni di vigilanza

venatoria.

 

     3. Coloro che alla data dell'entrata in vigore della presente

legge siano già in possesso del decreto di guardia venatoria

volontaria sono esonerati dall'esame finale purché frequentino uno dei

corsi previsti dall'art. 36.

 

     4. Il coordinamento dell'attività volontaria di vigilanza è

esercitato dalle Province che ne definiscono i compiti ai sensi del

comma 7 dell'art. 27, della legge 11 febbraio 1992, n. 157".

 

- Il testo dell'art. 7 della legge regionale 22 febbraio 1994, n. 4

recante "Istituzione del Servizio volontario di vigilanza ecologica"

(pubblicata nel B.U.R. n.9 del 2 marzo 1994), è il seguente:

 

"Art. 7. (Incarico di guardia ecologica volontaria).

 

     1. L'incarico di guardia ecologica volontaria è attribuito alle

guardie giurate con decreto del Presidente della Giunta regionale, nel

quale è indicato l'oggetto del potere di accertamento e l'ambito

territoriale in cui ciascuna guardia deve operare.

 

     2. La guardia ecologica volontaria è ammessa all'esercizio delle

sue funzioni dopo aver prestato il giuramento innanzi al Pretore, ai

sensi dell'art. 250 del R.D. 6 maggio 1940, n. 635.

 

     3. La guardia ecologica volontaria è agente di polizia

amministrativa e titolare dei poteri di cui all'art. 13 della legge 24

novembre 1981, n. 689.

 

     4. La guardia ecologica volontaria è dotata di un tesserino di

riconoscimento e di un distintivo, conformi al modello approvato dalla

Giunta regionale e dal Prefetto, ai sensi dell'art. 254 del R.D. 6

maggio 1940, n. 635".

 

Nota all'art. 10, comma 1:

 

- Il testo dell'art. 14 della legge regionale 19 luglio 1994, n. 19

recante "Norme per la tutela degli animali di affezione e per la

prevenzione ed il controllo del fenomeno del randagismo" (pubblicata

nel B.U.R. n.32 del 27 luglio 1994), è il seguente:

 

"Art. 14. (Comitato regionale per la protezione degli animali).

 

     1. E' istituito presso la Giunta regionale il Comitato regionale

per la protezione degli animali.

 

     2. Il Comitato è composto da:

 

     a) uno zoologo della facoltà di scienze matematiche fisiche e

naturali dell'Università degli studi di Perugia;

 

     b) un rappresentante della facoltà di medicina veterinaria

dell'Università degli studi di Perugia;

 

     c) un veterinario dei servizi veterinari della Giunta regionale;

 

     d) un funzionario dell'Ufficio zootecnia della Giunta regionale;

 

     e) un funzionario del servizio programmazione faunistica della

Giunta regionale;

 

     f) un veterinario dirigente in rappresentanza delle Unità

Sanitarie Locali;

 

     g) tre rappresentanti designati dalle Associazioni per la

protezione degli animali iscritte all'Albo regionale di cui all'art.

12;

 

     h) due docenti nominati dai rispettivi Consigli scolastici

provinciali.

 

     3. Il Comitato è presieduto dal Presidente della Giunta regionale

o da un suo delegato.

 

     4. Il Presidente della Giunta regionale acquisisce entro sessanta

giorni dall'entrata in vigore della presente legge le designazioni di

cui al comma 1 e provvede con proprio decreto alla nomina del Comitato

che rimane in carica per la durata della legislatura.

 

     5. I compiti di segretario del Comitato sono svolti da un

funzionario di livello non superiore all'VIII qualifica funzionale,

individuato dalla Giunta regionale.

 

     6. Il Comitato svolge funzioni di consulenza della Giunta

regionale in materia di protezione degli animali e può sottoporre a

questo scopo, alla medesima, proposte per la realizzazione di

opportune iniziative.

 

     7. Il Comitato, su richiesta della Giunta regionale, può

esprimere pareri sugli specifici disegni di legge".

 

Nota all'art. 11, comma 2:

 

- Il testo dell'art. 27, comma 3, lett. c), della legge regionale 28

febbraio 2000, n. 13 recante "Disciplina generale della

programmazione, del bilancio, dell'ordinamento contabile e dei

controlli interni della Regione dell'Umbria" (pubblicata nel S.O. al

B.U.R. n.11 del 2 marzo 2000), è il seguente:

 

"Art. 27. (Legge finanziaria regionale). omissis

 

     3. La legge finanziaria regionale stabilisce: omissis

 

     c) la determinazione, in apposita tabella, della quota da

iscrivere nel bilancio di ciascuno degli anni considerati dal bilancio

pluriennale per le leggi regionali di spesa permanente, la cui

quantificazione è espressamente rinviata alla legge finanziaria

regionale; omissis".