D.L.
5 ottobre 1993, n. 398 (1).
Disposizioni
per l'accelerazione degli investimenti a sostegno dell'occupazione e per la
semplificazione dei procedimenti in materia edilizia.
IL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti
gli articoli 77 e 87 della Costituzione;
Ritenuta
la straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per l'accelerazione
degli investimenti a sostegno dell'occupazione e per la semplificazione dei
procedimenti in materia edilizia;
Vista
la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 30
settembre 1993;
Sulla
proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri del bilancio
e della programmazione economica, del lavoro e della previdenza sociale e dei
lavori pubblici, di concerto con i Ministri dell'ambiente e del tesoro;
Emana
il seguente decreto-legge:
1.
Programmi di investimento 1993-1995.
1.
Ai fini del sostegno dell'occupazione, il CIPE, anche mediante modifica delle
proprie procedure, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del
presente decreto, riesamina i programmi d'intervento previsti dalla normativa
vigente al fine di verificare l'esecutività dei singoli progetti, di confermarne
le priorità e di accelerarne l'attuazione. Il CIPE, in sede di verifica, tiene
conto, nella determinazione delle priorità, del grado di effettiva esecutività
dei progetti, della loro conformità agli strumenti urbanistici vigenti nonché
dell'importanza degli interventi per la funzionalità di opere esistenti e non
completate. Il CIPE, nello stesso termine di novanta giorni dalla data di
entrata in vigore del presente decreto, ha facoltà di deliberare la revoca, da
disporsi, nei successivi venti giorni, con decreto del Ministro competente, dei
finanziamenti per l'esecuzione di opere la cui realizzazione non sia stata avviata
o la cui prosecuzione risulti non conveniente e di destinare le somme
disponibili, ad eccezione di quelle destinate ad interventi di tutela
ambientale di cui all'articolo 13, comma 2, del presente decreto, ad opere
affidabili per l'esecuzione entro centottanta giorni dalla data della delibera
del CIPE stesso, con priorità per quelle dislocate nelle aree di crisi di cui
all'articolo 1, comma 1, del decretolegge 20 maggio 1993, n. 148 (2),
convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, e nelle aree
colpite dagli eventi alluvionali del settembre-ottobre 1993. Nella
riallocazione delle risorse il CIPE segue, di massima, il criterio di
compensare temporalmente, nel triennio 1993-1995, le eventuali modificazioni
settoriali e territoriali della spesa inizialmente prevista (3).
2.
Le deliberazioni del CIPE di cui al comma 1, vengono trasmesse alle Camere. In
apposita sezione della relazione al disegno di legge finanziaria per il 1994
viene data analitica indicazione delle variazioni apportate al bilancio per il 1993
e per il triennio 1993-95 in esecuzione del presente decreto.
3.
Gli importi derivanti dalle revoche di cui al comma 1 sono versati all'entrata
del bilancio dello Stato per essere assegnati con decreto del Ministro del
tesoro, su proposta del Ministro del bilancio e della programmazione economica,
ai pertinenti capitoli di spesa. I mutui concessi dalla Cassa depositi e prestiti
in base a leggi speciali che prevedono l'ammortamento a totale carico dello
Stato e per i quali gli enti locali mutuatari non abbiano dato inizio ai lavori
entro un triennio dalla concessione o abbiano dichiarato l'impossibilità
all'esecuzione dell'opera, con decreto del Ministro del tesoro, adottato di concerto
con il Ministro competente in materia, sono revocati, ovvero devoluti allo
stesso soggetto mutuatario per il finanziamento totale o parziale di altre
opere pubbliche urgenti. Le risorse che si renderanno disponibili per effetto
delle revoche di cui al periodo precedente possono essere riassegnate, con decreto
del Ministro del bilancio e della programmazione economica, adottato di concerto
con il Ministro del tesoro, a comuni, province e comunità montane, consorzi tra
enti locali, aziende speciali e società a prevalente capitale pubblico locale,
per l'esecuzione di opere pubbliche urgenti, nei limiti temporali e finanziari
residui sui mutui revocati, previa restituzione da parte degli originari
mutuatari delle somme eventualmente erogate (4) (5).
4. (6).
5. (7).
2.
Investimenti industriali nelle aree terremotate della Campania, Basilicata e
del Belice.
1.
In attuazione dell'articolo 2, comma 4, lettera c), della legge 23 gennaio
1992, n. 32 (8), è autorizzata l'utilizzazione della somma di lire 430
miliardi, ripartita in lire 130 miliardi per l'anno 1992 e lire 150 miliardi
per ciascuno degli anni 1993 e 1994, destinata alle finalità di cui agli
articoli 27 e 39 del testo unico delle leggi per gli interventi nei territori
della Campania, Basilicata, Puglia e Calabria colpiti dagli eventi sismici del
novembre 1980, del febbraio 1981 e del marzo 1982, approvato con decreto legislativo
30 marzo 1990, n. 76 (9).
2.
La disponibilità di cui al comma 1 è destinata:
a)
alla liquidazione del saldo dei contributi concessi, ai sensi dell'articolo 39,
comma 2, del testo unico approvato con decreto legislativo 30 marzo 1990, n. 76
(9), nonché alla liquidazione dell'aggiornamento dei contributi concessi, ai
sensi dell'articolo 39, comma 3, del medesimo testo unico, a condizione, in entrambi
i casi, che l'iniziativa realizzata raggiunga i livelli occupazionali medi
previsti in sede di concessione dei contributi (10);
b)
alla liquidazione del saldo dei contributi concessi per gli interventi di
riparazione e ricostruzione degli stabilimenti industriali e delle attrezzature
di cui all'articolo 27 del testo unico approvato con decreto legislativo 30
marzo 1990, n. 76 (9);
c)
alla liquidazione degli oneri per espropri e collaudi, nonché all'esecuzione di
opere di completamento indispensabili per la funzionalità delle infrastrutture
realizzate.
3.
[Il termine di diciotto mesi previsto dall'articolo 39, comma 11, del testo
unico approvato con decreto legislativo 30 marzo 1990, n. 76 (9), è elevato, a
decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, a ventiquattro
mesi, prorogabili per un periodo non superiore a mesi dieci per cause non
imputabili alla volontà del beneficiario, sempreché l'investimento totale sia
in fase di effettivo completamento ed abbia già raggiunto la misura del
settantacinque per cento] (10/a).
4.
I lotti delle aree infrastrutturate ai sensi dell'articolo 39 del testo unico
approvato con decreto legislativo 30 marzo 1990, n. 76 (9), tuttora non
assegnati, ovvero assegnati da oltre dodici mesi e tuttora non utilizzati, sono
ceduti per l'ampliamento di iniziative già insediate nell'agglomerato industriale,
a condizione che le iniziative stesse abbiano raggiunto gli obiettivi previsti
nel progetto originario e che l'ampliamento programmato determini ulteriori
incrementi dei livelli occupazionali (10/b). La disposizione di cui al periodo
precedente si applica anche alle iniziative di cui all'articolo 39 del testo
unico approvato con decreto legislativo 30 marzo 1990, n. 76 (9), localizzate
nei piani di insediamento produttivo di cui all'articolo 34, comma 3, lettera
b), del medesimo testo unico. Il prezzo di cessione del lotto è determinato in
misura pari al costo sostenuto o da sostenere per l'esproprio, nonché per le
relative opere di urbanizzazione primaria e secondaria e, comunque, in misura
non superiore a quanto previsto dall'articolo 5-bis del decreto-legge 11 luglio
1992, n. 333 (11), convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1992, n.
359, e successive modificazioni (12).
5.
In caso di revoca dell'assegnazione del lotto con contestuale dichiarazione di
decadenza dai contributi previsti all'articolo 39 del testo unico approvato con
decreto legislativo 30 marzo 1990, n. 76 (9), per la mancata osservanza delle condizioni
contenute nel disciplinare di concessione, il lotto e il contributo concesso
possono essere attribuiti ad altro soggetto idoneo sotto il profilo tecnico-economico,
con preferenza per i titolari di iniziative in attività nell'area industriale.
Le opere e gli impianti eventualmente realizzati dal soggetto decaduto saranno
valutati sulla base di perizia giurata dei lavori eseguiti e della spesa
effettivamente sostenuta, da redigersi a cura di tecnico abilitato designato da
parte del presidente del tribunale territorialmente competente, che curerà il
reperimento della documentazione di spesa avvalendosi della Guardia di finanza
(10/b).
6.
Ogni stanziamento proveniente dal fondo previsto dall'articolo 3 del testo
unico approvato con decreto legislativo 30 marzo 1990, n. 76, tuttora
disponibile presso i comuni è utilizzato per il ripristino del patrimonio
edilizio privato e pubblico danneggiato dagli eventi sismici nonché per le
necessarie opere di urbanizzazione e per le strutture scolastiche, nel rispetto
delle priorità sancite dall'articolo 3 della legge 23 gennaio 1992, n. 32, e
dei costi massimi stabiliti dal CIPE (13).
7. (14).
8.
Il termine del 31 dicembre 1992 previsto dall'articolo 2, commi 1 e 2, della
legge 31 maggio 1990, n. 128 (15), per l'affidamento dei lavori di riparazione
e ricostruzione ad imprese iscritte in apposito albo tenuto dalla camera di
commercio, industria, artigianato ed agricoltura, è ulteriormente differito al
31 dicembre 1994 (15/a).
9 (16).
10.
Per consentire la prosecuzione degli interventi di ricostruzione e riparazione
dell'edilizia privata e delle connesse opere di urbanizzazione primaria nelle
zone del Belice colpite dal terremoto del 1968, è autorizzata l'ulteriore spesa
di lire 36 miliardi per ciascuno degli anni 1993, 1994 e 1995. Al relativo onere
si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai
fini del bilancio triennale 1993-1995, al capitolo 9001 dello stato di
previsione del Ministero del tesoro per l'anno 1993, all'uopo parzialmente
utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero del tesoro.
11.
Alle funzioni statali attinenti all'istruttoria, alla definizione e alla
liquidazione delle pratiche relative ai contributi concessi per la ricostruzione
privata nelle predette zone della valle del Belice, sulla base di norme entrate
in vigore anteriormente alla data di entrata in vigore della legge 27 marzo
1987, n. 120, di conversione del decreto-legge 26 gennaio 1987, n. 8,
provvedono i comuni interessati, con le modalità di cui all'articolo 13-bis del
predetto decreto-legge n. 8 del 1987 (17).
11-bis.
Sono altresì trasferite ai comuni interessati le funzioni relative alle
operazioni e alle procedure necessarie di frazionamento ed accatastamento con
presentazione all'ufficio tecnico erariale delle domande di voltura catastale
degli immobili e beni espropriati per i lavori di urbanizzazione primaria e secondaria
e per i lotti assegnati ai privati nonché degli edifici pubblici nelle zone
della Valle del Belice (17/a).
3.
Imputazione delle spese di programmazione e progettazione.
1.
A valere sugli stanziamenti iscritti nei capitoli delle categorie X e XI del
bilancio dello Stato, le amministrazioni competenti possono destinare una quota
non superiore al 3 per cento degli stanziamenti stessi alle spese necessarie
alla stesura di programmi di investimento ed ai relativi progetti preliminari,
di massima e progettazioni esecutive, incluse indagini geologiche,
geognostiche, valutazioni di impatto ambientale o altre rilevazioni, nonché gli
studi per il finanziamento di progetto.
Analoghi
criteri adottano, per i propri bilanci, le regioni e le province autonome,
qualora non vi abbiano già provveduto, nonché i comuni e le province o loro
consorzi (18).
2.
Per le opere finanziate dai comuni, province e loro consorzi e dalle regioni
attraverso il ricorso al credito, l'istituto mutuante è autorizzato a
finanziare anche le quote relative alle spese di cui al comma 1, anche se già
anticipate dall'ente mutuatario.
4.
Procedure per il rilascio della concessione edilizia.
1.
Al momento della presentazione della domanda di concessione edilizia l'ufficio
abilitato a riceverla comunica all'interessato il nominativo del responsabile
del procedimento di cui agli articoli 4 e 5 della legge 7 agosto 1990, n. 241
(19). L'esame delle domande si svolge secondo l'ordine di presentazione.
2.
Entro sessanta giorni dalla presentazione della domanda il responsabile del
procedimento cura l'istruttoria, eventualmente convocando una conferenza di
servizi ai sensi e per gli effetti dell'articolo 14 della legge 7 agosto 1990,
n. 241 (19/a), e successive modificazioni, e redige una dettagliata relazione
contenente la qualificazione tecnico-giuridica dell'intervento richiesto e la
propria valutazione sulla conformità del progetto alle prescrizioni
urbanistiche ed edilizie. Il termine può essere interrotto una sola volta se il
responsabile del procedimento richiede all'interessato, entro quindici giorni
dalla presentazione della domanda, integrazioni documentali e decorre
nuovamente per intero dalla data di presentazione della documentazione
integrativa. Entro dieci giorni dalla scadenza del termine il responsabile del
procedimento formula una motivata proposta all'autorità competente
all'emanazione del provvedimento conclusivo. I termini previsti al presente
comma sono raddoppiati per i comuni con più di 100.000 abitanti.
3.
In ordine ai progetti presentati, il responsabile del procedimento deve
richiedere, entro il termine di cui al comma 2, il parere della commissione
edilizia. Qualora questa non si esprima entro il termine predetto il
responsabile del procedimento è tenuto comunque a formulare la proposta di cui
al comma 2 e redigere una relazione scritta al sindaco indicando i motivi per i
quali il termine non è stato rispettato. Il regolamento edilizio comunale
determina i casi in cui il parere della commissione edilizia non deve essere
richiesto.
4.
La concessione edilizia è rilasciata entro quindici giorni dalla scadenza del
termine di cui al comma 2, qualora il progetto presentato non sia in contrasto
con le prescrizioni degli strumenti urbanistici ed edilizi e con le altre norme
che regolano lo svolgimento dell'attività edilizia.
5.
Decorso inutilmente il termine per l'emanazione del provvedimento conclusivo,
l'interessato può, con atto notificato o trasmesso in plico raccomandato con
avviso di ricevimento, richiedere all'autorità competente di adempiere entro
quindici giorni dal ricevimento della richiesta.
6.
Decorso inutilmente anche il termine di cui al comma 5, l'interessato può
inoltrare istanza al presidente della giunta regionale competente, il quale,
nell'esercizio di poteri sostitutivi, nomina entro i quindici giorni
successivi, un commissario ad acta che, nel termine di trenta giorni, adotta il
provvedimento
che ha i medesimi effetti della concessione edilizia. Gli oneri finanziari
relativi all'attività del commissario di cui al presente comma sono a carico
del comune interessato.
7.
I seguenti interventi sono subordinati alla denuncia di inizio attività ai
sensi e per gli effetti dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 1993, n. 537:
a)
opere di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo;
b)
opere di eliminazione delle barriere architettoniche in edifici esistenti
consistenti in rampe o ascensori esterni, ovvero in manufatti che alterino la
sagoma dell'edificio;
c)
recinzioni, muri di cinta e cancellate;
d)
aree destinate ad attività sportive senza creazione di volumetria;
e)
opere interne di singole unità immobiliari che non comportino modifiche della
sagoma e dei prospetti e non rechino pregiudizio alla statica dell'immobile e,
limitatamente agli immobili compresi
nelle
zone omogenee A di cui all'articolo 2 del decreto del Ministro dei lavori
pubblici 2 aprile 1968, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 97 del 16 aprile
1968, non modifichino la destinazione d'uso (19/b);
f)
revisione o installazione di impianti tecnologici al servizio di edifici o di
attrezzature esistenti e realizzazione di volumi tecnici che si rendano
indispensabili, sulla base di nuove disposizioni;
g)
varianti a concessioni edilizie già rilasciate che non incidano sui parametri
urbanistici e sulle volumetrie, che non cambino la destinazione d'uso e la
categoria edilizia e non alterino la sagoma e non violino le eventuali
prescrizioni contenute nella concessione edilizia;
h)
parcheggi di pertinenza nel sottosuolo del lotto su cui insiste il fabbricato.
8.
La facoltà di cui al comma 7 è data esclusivamente ove sussistano tutte le
seguenti condizioni:
a)
gli immobili interessati non siano assoggettati alle disposizioni di cui alla
legge 1° giugno 1939, n. 1089 (20), alla legge 29 giugno 1939, n. 1497 (21) e 6
dicembre 1991, n. 394, ovvero a disposizioni immediatamente operative dei piani
aventi la valenza di cui all'articolo 1-bis del decreto-legge 27 giugno 1985,
n. 312, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1985, n. 431, o
della legge 18 maggio 1989, n. 183, non siano comunque assoggettati dagli
strumenti urbanistici a discipline espressamente volte alla tutela delle loro
caratteristiche paesaggistiche, ambientali, storico-archeologiche,
storico-artistiche, storico-architettoniche e storico-testimoniali (19/b);
b)
gli immobili interessati siano oggetto di prescrizioni di vigenti strumenti di
pianificazione, nonché di programmazione, immediatamente operative e le
trasformazioni progettate non siano in contrasto con strumenti adottati.
8-bis.
La denuncia di inizio attività di cui al comma 7 deve essere corredata
dall'indicazione dell'impresa a cui si intende affidare i lavori (21/a).
9.
La denuncia di inizio attività di cui al comma 7 è sottoposta al termine
massimo di validità fissato in anni tre, con obbligo per l'interessato di
comunicare al comune la data di ultimazione dei lavori.
10.
L'esecuzione delle opere per cui sia esercitata la facoltà di denuncia di
attività ai sensi del comma 7 è subordinata alla medesima disciplina definita
dalle norme nazionali e regionali vigenti per le corrispondenti opere eseguite
su rilascio di concessione edilizia.
11.
Nei casi di cui al comma 7, venti giorni prima dell'effettivo inizio dei lavori
l'interessato deve presentare la denuncia di inizio dell'attività, accompagnata
da una dettagliata relazione a firma di un progettista abilitato, nonché dagli
opportuni elaborati progettuali che asseveri la conformità delle opere da
realizzare agli strumenti urbanistici adottati o approvati ed ai regolamenti
edilizi vigenti, nonché il rispetto delle norme di sicurezza e di quelle
igienico-sanitarie. Il progettista abilitato deve emettere inoltre un
certificato di collaudo finale che attesti la conformità dell'opera al progetto
presentato.
12.
Il progettista assume la qualità di persona esercente un servizio di pubblica
necessità ai sensi degli articoli 359 e 481 del codice penale. In caso di
dichiarazioni non veritiere nella relazione di cui al comma 11,
l'amministrazione ne dà comunicazione al competente ordine professionale per
l'irrogazione delle sanzioni disciplinari.
13.
L'esecuzione di opere in assenza della o in difformità dalla denuncia di cui al
comma 7 comporta la sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore
venale dell'immobile conseguente alla realizzazione delle opere stesse e
comunque in misura non inferiore a lire un milione. In caso di denuncia di
inizio di attività effettuata quando le opere sono già in corso di esecuzione
la sanzione si applica nella misura minima. La mancata denuncia di inizio
dell'attività non comporta l'applicazione delle sanzioni previste dall'articolo
20 della legge 28 febbraio 1985, n. 47. È fatta salva l'applicazione
dell'articolo 2 del codice penale per le opere e gli interventi anteriori alla
data di entrata in vigore della presente disposizione.
14.
Nei casi di cui al comma 7, ai fini degli adempimenti necessari per comprovare
la sussistenza del titolo abilitante all'effettuazione delle trasformazioni
tengono luogo delle autorizzazioni le copie delle denunce di inizio di
attività, dalle quali risultino le date di ricevimento delle denunce stesse,
nonché l'elenco di quanto prescritto comporre e corredare i progetti delle
trasformazioni e le attestazioni dei professionisti abilitati.
15.
Nei casi di cui al comma 7, il sindaco, ove entro il termine indicato al comma
11 sia riscontrata l'assenza di una o più delle condizioni stabilite, notifica
agli interessati l'ordine motivato di non effettuare le previste
trasformazioni, e, nei casi di false attestazioni dei professionisti abilitati,
ne dà contestuale notizia all'autorità giudiziaria ed al consiglio dell'ordine
di appartenenza. Gli aventi titolo hanno facoltà di inoltrare una nuova denuncia
di inizio di attività, qualora le stabilite condizioni siano soddisfacibili
mediante modificazioni o integrazioni dei progetti delle trasformazioni, ovvero
mediante acquisizioni di autorizzazioni, nulla-osta, pareri, assensi comunque
denominati, oppure, in ogni caso, di presentare una richiesta di
autorizzazione.
16.
Per le opere pubbliche dei comuni, la deliberazione con la quale il progetto
viene approvato o l'opera autorizzata ha i medesimi effetti della concessione
edilizia. I relativi progetti dovranno peraltro essere corredati da una
relazione a firma di un progettista abilitato che attesti la conformità del
progetto alle prescrizioni urbanistiche ed edilizie, nonché l'esistenza dei
nulla osta di conformità alle norme di sicurezza, sanitarie, ambientali e
paesistiche.
17.
Le norme di cui al presente articolo prevalgono sulle disposizioni degli
strumenti urbanistici generali e dei regolamenti edilizi comunali in materia di
procedimento.
18.
Le regioni adeguano le proprie normazioni ai princìpi contenuti nel presente
articolo in tema di procedimento (21/b).
19 (22).
20 (23) (24).
5.
Finanziamento delle opere di edilizia scolastica.
1.
Il termine del 31 dicembre 1992 previsto dall'articolo 1, comma 3, della legge
23 dicembre 1991, n. 430 (25), è differito al 31 dicembre 1994 (26).
2.
Qualora l'ente locale non provveda entro il termine di cui all'articolo 11,
comma 10, del decreto-
legge
1° luglio 1986, n. 318 (27), convertito, con modificazioni, dalla legge 9
agosto 1986, n. 488, alla richiesta di mutuo, ovvero alla presentazione della
documentazione relativa alla predetta richiesta entro il termine stabilito
dalla Cassa depositi e prestiti nell'atto di adesione al finanziamento, ovvero all'affidamento
delle opere entro novanta giorni dalla comunicazione della concessione di
mutuo, ai relativi adempimenti provvede un commissario ad acta nominato dalla
regione; ove la regione non provveda nel termine di trenta giorni, il
commissario ad acta è nominato dal commissario del Governo.
2-bis.
Nel termine di cui al comma 1 le regioni possono, con provvedimento motivato,
proporre che un finanziamento, già concesso per la realizzazione di un'opera di
edilizia scolastica con mutuo a carico dello Stato, venga destinato al
compimento parziale dell'opera stessa, purché funzionalmente idonea (28).
6.
1. (29).
7.
Edilizia sovvenzionata e agevolata.
1. (30).
2.
Il segretariato generale del CER comunica al presidente della giunta regionale,
entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, le
informazioni, i dati ed ogni altro elemento utile ad individuare lo stato di
attuazione dei programmi di edilizia residenziale già avviati, nonché gli
eventuali ritardi nella programmazione e nella realizzazione degli interventi.
3.
Le disposizioni di cui ai commi 7, 8 e 8-bis dell'art. 3, L. 17 febbraio 1992,
n. 179 (31), come modificato dal comma 1 del presente articolo, si applicano
anche agli interventi ricompresi nei programmi già approvati e i relativi
termini decorrono dalla data di entrata in vigore della legge di conversione
del presente decreto (32).
4.
Le regioni interessate da eventi sismici, nell'ambito delle disponibilità loro
attribuite, riservano una quota non inferiore al 5 per cento fino alla completa
eliminazione delle baracche o di altri locali adibiti ad abitazione, occupati
in via provvisoria a seguito di eventi sismici o di altri eventi straordinari.
Le regioni provvedono contemporaneamente alle assegnazioni dei nuovi alloggi,
alla rimozione delle baracche e degli altri locali anzidetti.
7-bis.
Pareri regionali su progetti di opere pubbliche.
1.
La regione è tenuta ad esprimere entro novanta giorni dal ricevimento della
richiesta i pareri sui
progetti
di opere pubbliche sottoposti alla valutazione di organi regionali. Qualora la
regione e i comitati tecnici regionali non ottemperino a tale obbligo, la
commissione per il controllo sugli atti regionali provvede a nominare un
commissario ad acta con il compito di sostituire gli organi regionali nel
rilascio dei relativi pareri (33).
8.
Edilizia per la mobilità del personale pubblico ed edilizia sperimentale.
1.
Il presidente della giunta regionale, nel caso di proposte di intervento di
edilizia residenziale predisposte in attuazione dell'articolo 18, D.L. 13
maggio 1991, n. 152 (34), convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio
1991, n. 203, al fine di adottare i provvedimenti di cui al comma 5 del citato
articolo 18, promuove la conclusione di un accordo di programma ai sensi
dell'articolo 27 della legge 8 giugno 1990, n. 142 (35), da adottare nel
termine di centottanta giorni dalla comunicazione di cui al comma 4 del
presente articolo (35/a).
2.
Il presidente della giunta regionale, qualora il comune nel cui territorio sono
localizzate proposte di interventi di sperimentazione nel settore dell'edilizia
di cui all'articolo 2, primo comma, lettera f), della legge 5 agosto 1978, n.
457 (31), e successive modificazioni, non rilasci le concessioni di
edificazione entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge
di conversione del presente decreto, provvede in via sostitutiva entro la data
del 31 dicembre 1994, anche mediante la nomina di un commissario ad acta (26).
3.
Alla scadenza dei termini di cui ai commi 1 e 2, gli affidamenti sono revocati
di diritto.
4.
Il segretariato generale del CER comunica al presidente della giunta regionale,
entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione
del presente decreto, gli elenchi delle proposte di intervento di cui ai commi
1 e 2 e gli elenchi dei soggetti attuatori (26).
9.
Nuovi contributi in materia edilizia.
1.
I fondi di cui alla legge 14 febbraio 1963, n. 60 (36), e successive modificazioni,
possono essere destinati a parziale copertura del costo convenzionale degli
interventi di recupero edilizio o di nuova edificazione realizzati dai comuni,
dagli IACP, da cooperative edilizie di abitazione, da imprese di costruzione e
da consorzi fra i soggetti suddetti (36/a).
2.
Gli alloggi realizzati sono concessi in locazione per un periodo non inferiore
a otto anni e sono
soggetti
alle disposizioni di cui ai commi da 3 a 8 dell'articolo 8 della legge 17
febbraio 1992, n. 179 (37).
3.
Il CER definisce modalità e criteri generali per la determinazione
dell'ammontare dei contributi, per la loro concessione e per il loro eventuale
rimborso, nonché per l'individuazione dei locatari (38).
10.
Contributi per l'edilizia residenziale pubblica.
1.
Per provvedere al pagamento dei conguagli di cui all'articolo 16, secondo
comma, della legge 27 maggio 1975, n. 166 (37), nonché di quelli dovuti in
applicazione degli articoli 2 e 10 della legge 8 agosto 1977, n. 513 (37), il
Ministro dei lavori pubblici è autorizzato a utilizzare, fino al limite di
centosettanta
miliardi, le risorse disponibili di cui all'articolo 4-bis del decreto-legge 12
settembre 1983, n. 462 (39), convertito, con modificazioni, dalla legge 10
novembre 1983, n. 637, e non impegnate per le finalità originarie. La predetta
somma di lire novanta miliardi è versata all'entrata del bilancio dello Stato
per essere riassegnata al pertinente capitolo 8249 dello stato di previsione
del Ministero dei lavori pubblici per l'anno 1993 (40).
2.
I prelevamenti su detto capitolo 8249 sono disposti in favore degli istituti di
credito mutuanti nella misura anticipata fino ad un massimo dell'80 per cento
dei crediti bancari dichiarati.
2-bis. (41).
11.
Programmi di recupero urbano.
1.
I fondi di cui alla legge 14 febbraio 1963, n. 60 (36), e successive
modificazioni, nella misura fissata dai programmi regionali, sono destinati
alla realizzazione di interventi al servizio prevalente del patrimonio di edilizia
residenziale pubblica, nell'ambito dei programmi di cui al comma 2 (41/a).
2.
I programmi di recupero urbano sono costituiti da un insieme sistematico di
opere finalizzate alla realizzazione, alla manutenzione e all'ammodernamento
delle urbanizzazioni primarie, con particolare attenzione ai problemi di
accessibilità degli impianti e dei servizi a rete, e delle urbanizzazioni secondarie,
alla edificazione di completamento e di integrazione dei complessi urbanistici
esistenti, nonché all'inserimento di elementi di arredo urbano, alla
manutenzione ordinaria e straordinaria, al restauro e al risanamento
conservativo e alla ristrutturazione edilizia degli edifici.
3.
I programmi di recupero urbano da realizzare, sulla base di una proposta
unitaria con il concorso di risorse pubbliche e private, sono proposti al
comune da soggetti pubblici e privati, anche associati tra di loro. Il comune
definisce le priorità di detti programmi sulla base di criteri oggettivi per
l'individuazione degli interventi (42).
4.
Ai fini dell'approvazione dei programmi di recupero urbano, può essere promossa
la conclusione di un accordo di programma ai sensi dell'articolo 27 della legge
8 giugno 1990, n. 142 (43).
5.
Il CER, ai fini della realizzazione dei programmi di recupero urbano, determina
modalità e criteri
generali
per la concessione dei contributi, per l'individuazione delle zone urbane
interessate e per la determinazione delle tipologie d'intervento, avendo
particolare riguardo alla tutela dei lavoratori dipendenti e delle categorie
sociali più deboli (43/a).
12.
Procedure per i piani di difesa del suolo.
1. (44).
2. (45).
3. (46).
4.
All'articolo 21, comma 2, della legge 18 maggio 1989, n. 183 (47), è soppressa
la lettera d); conseguentemente la misura del 15 per cento di cui al medesimo
comma 2 è ridotta al 10 per cento.
5. (48).
6. (49).
7. (50).
8.
Le somme di parte corrente trasferite ai segretari generali delle autorità di
bacino di rilievo nazionale, ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 253 (51),
possono essere utilizzate entro l'anno successivo a quello di trasferimento.
Tale disposizione si applica anche alle disponibilità allo stesso titolo
trasferite ai segretari negli anni 1991 e 1992 (52).
8-bis.
Le somme trasferite nell'anno 1991 ai segretari generali delle autorità di
bacino di rilievo nazionale a valere sui capitoli 7748 e 7749 dello stato di
previsione della spesa del Ministero dei lavori pubblici possono essere
utilizzate entro il 31 dicembre 1994 (53).
8-ter.
Le somme di cui all'autorizzazione di spesa disposta ai sensi dell'articolo 16
della legge 7 agosto 1990, n. 253 (51), nei limiti delle risorse disponibili,
si intendono comprensive degli oneri relativi alla corresponsione al personale
in servizio presso le autorità di bacino di rilievo nazionale della indennità
di missione, ove ne ricorrano le condizioni in base alla normativa generale
vigente in materia per i dipendenti dello Stato, nonché del trattamento
economico per prestazioni di lavoro straordinario, da autorizzare con le
procedure previste dalle norme generali vigenti in materia (53).
8-quater.
Al fine di garantire la funzionalità delle autorità di bacino di rilievo
nazionale nell'esercizio
delle
attività di competenza e di quelle attribuite ai sensi del presente articolo,
il Ministro dei lavori pubblici può bandire pubblici concorsi per l'assunzione
del personale dirigenziale e direttivo di livello VIII e VII necessario per la
copertura e nei limiti delle piante organiche come determinate dall'articolo 16,
comma 2, della legge 7 agosto 1990, n. 253 (51). Alla copertura degli organici
può farsi altresì luogo mediante passaggio diretto nei ruoli delle autorità del
personale attualmente in servizio presso le medesime autorità di bacino in
posizione di comando o di collocamento fuori ruolo, e comunque mediante
processi di mobilità (53/a). Al relativo onere, valutato in lire 500 milioni
per l'anno 1993, in lire 2.500 milioni per l'anno 1994 e in lire 7.500 milioni
annui a decorrere dall'anno 1995, si provvede mediante corrispondente riduzione
dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1993-1995, al capitolo
6856 dello stato di previsione della spesa del Ministero del tesoro per l'anno
1993, all'uopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo alla
Presidenza del Consiglio dei ministri (53).
8-quinquies.
Le regioni iscrivono le somme loro attribuite a norma delle leggi 18 maggio
1989, n. 183 (51), e successive modificazioni, e 7 agosto 1990, n. 253 (51), in
un apposito capitolo di bilancio e trasmettono, entro il 31 dicembre di ciascun
anno, al Ministero dei lavori pubblici il rendiconto completo degli impegni
assunti, degli esborsi effettuati e dello stato delle attività intraprese (53).
13.
Procedure per l'attuazione di progetti di protezione dell'ambiente.
1.
Per assicurare la realizzazione delle opere e delle attività di salvaguardia
ambientale, il presidente di ciascuna regione o provincia autonoma interessata
può procedere, su conforme delibera della giunta e sentito il Ministro
dell'ambiente, alla nomina di un commissario ad acta, che esercita i poteri specificatamente
attribuitigli con il provvedimento di nomina. Per tutti gli altri poteri e
funzioni, rimangono ferme le competenze degli enti competenti in via ordinaria.
Ai fini dell'acquisizione delle necessarie intese, concerti, nulla osta o
assensi comunque denominati di altre amministrazioni pubbliche, il commissario
può convocare apposite conferenze di servizi ai sensi dell'articolo 14 della legge
7 agosto 1990, n. 241 (54), che devono pronunciarsi entro trenta giorni dalla
prima convocazione. L'approvazione assunta all'unanimità sostituisce ad ogni
effetto gli atti di competenza delle singole amministrazioni e comporta,
altresì, dichiarazione di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità dei
lavori (52).
2.
Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il
CIPE approva, su
proposta
del Ministro dell'ambiente, sentite le competenti commissioni parlamentari
sulla priorità, sul riparto delle risorse e sulle procedure di spesa, sentita
altresì la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le
province autonome sulla individuazione dei singoli interventi, il programma triennale
dell'azione pubblica per la tutela ambientale relativo alle risorse disponibili
anche in conto residui e non impegnate nello stato di previsione del Ministero
dell'ambiente. Con lo stesso programma sono riassegnate le somme già destinate
ad interventi di tutela ambientale, revocate ai sensi dell'articolo 1, comma 1,
del presente decreto. A tal fine gli importi derivanti dalle revoche sono riassegnati
ai pertinenti capitoli di spesa con decreto del Ministro del tesoro, su
proposta del Ministro dell'ambiente (52).
3.
Le regioni interessate ai decreti di deroga ai sensi degli articoli 16 e 17,
comma 3, e 18 del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n.
236 (55), nonché le regioni nel cui territorio vi siano zone dichiarate, per
gravi motivi di inquinamento idropotabile, in stato di emergenza ai sensi e per
l'effetto di cui all'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225 (56),
individuano gli interventi urgenti ed inderogabili da ultimare entro il 31
dicembre 1994 volti a garantire l'approvvigionamento idropotabile conforme ai
requisiti di qualità stabiliti dall'allegato I del decreto del Presidente della
Repubblica 24 maggio 1988, n. 236 (55). Entro il 31 dicembre 1993 le regioni
trasmettono ai Ministeri dell'ambiente e dei lavori pubblici la relazione sullo
stato di attuazione dei singoli interventi.
14. A.N.A.S.
1.
Per assicurare correntezza negli interventi da realizzare nel settore stradale,
l'ANAS è autorizzata ad assumere impegni pluriennali in relazione a capitoli
iscritti nel proprio stato di previsione della spesa, la cui dotazione
finanziaria viene assicurata, totalmente o parzialmente, mediante ricorso ad
operazioni finanziarie effettuate ai sensi e per gli effetti di cui alla legge
7 febbraio 1961, n. 59 (57), e successive modificazioni, e ciò anche in
pendenza del perfezionamento dei contratti di erogazione dei relativi mutui
(58).
2.
A tal fine il Ministro del tesoro è autorizzato ad istituire, con propri
decreti, gli occorrenti capitoli nel bilancio dell'ANAS.
3.
Alla stipula ed alla approvazione dei contratti di appalto di lavori dell'ANAS
che abbiano formato
oggetto
di consegna ai sensi dell'articolo 337, secondo comma, della legge 20 marzo
1865, n. 2248 (59), allegato F, si procede previa verifica della congruità dei
prezzi da parte della competente direzione tecnica entro il 28 febbraio 1994
(58).
4.
È autorizzata l'erogazione, alle società concessionarie di autostrade, dei
contributi previsti per l'esecuzione delle opere di cui al decreto-legge 1°
aprile 1989, n. 121 (60), convertito, con modificazioni, dalla legge 29 maggio
1989, n. 205, anche in pendenza della formalizzazione dei relativi strumenti
convenzionali.
5.
Per motivi di sicurezza e di pubblica incolumità, in pendenza della
formalizzazione degli atti convenzionali, sono autorizzate l'esecuzione delle
opere di adeguamento dell'autostrada Torino-Savona, nonché l'erogazione dei
relativi contributi già in essere nel bilancio dell'ANAS nel limite di 200
miliardi di lire (61).
15.
Disposizioni di attuazione.
1.
Il Ministro del tesoro è autorizzato ad apportare con propri decreti le
variazioni di bilancio, anche nel conto dei residui, occorrenti per
l'attuazione del presente decreto.
16.
Entrata in vigore.
1.
Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà
presentato alle Camere per la conversione in legge.
(1)
Pubblicato nella Gazz. Uff. 5 ottobre 1993, n. 234 e convertito in legge, con
modificazioni, dall'art. 1, comma 1, L. 4 dicembre 1993, n. 493 (Gazz. Uff. 4
dicembre 1993, n. 285). Il comma 2 dello stesso art. 1 ha, inoltre, disposto
che restano validi gli atti ed i provvedimenti adottati e sono fatti salvi gli effetti
prodottisi ed i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti-legge 8 aprile
1993, n. 101, 7 giugno 1993, n. 180, e 6 agosto 1993, n. 280, non convertiti in
legge.
(2).
(3)
Comma così sostituito dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(4)
Gli ultimi due periodi sono stati aggiunti dalla legge di conversione 4
dicembre 1993, n. 493.
(5)
Comma così modificato dall'art. 4-ter, D.L. 19 maggio 1997, n. 130. Vedi,
anche, l'art. 45, comma 17, L. 23 dicembre 1998, n. 448.
(6)
Il comma, che si omette, modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993,
n. 493, sostituisce i commi 1 e 3 dell'art. 8, D.Lgs. 3 aprile 1993, n. 96. Per
l'interpretazione autentica del comma 4 del presente art. 1, vedi l'art. 15,
D.L. 8 febbraio 1995, n. 32.
(7)
Aggiunge il comma 6-bis all'art. 12, L. 23 dicembre 1992, n. 498.
(8).
(9).
(10)
Lettera così sostituita dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(10/a)
Comma abrogato dall'art. 10, L. 7 agosto 1997, n. 266.
(10/b)
Vedi, anche, il D.M. 10 gennaio 1996, n. 283.
(11).
(12)
Comma così modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493. Per
l'interpretazione autentica della disposizione di cui al presente comma 4, vedi
l'art. 4, D.L. 23 ottobre 1996, n. 548.
(9)
Riportato alla voce Terremoti.
(13)
Comma prima modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493, poi
dall'art. 11-ter, D.L. 12 novembre 1996, n. 576 ed infine così sostituito
dall'art. 28, L. 24 novembre 2000, n. 340.
(14)
Il presente comma, modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n.
493, sostituisce il comma 1 dell'art. 21, T.U. 30 marzo 1990, n. 76.
(15).
(15/a)
Per l'ulteriore differimento del termine previsto dal presente comma, vedi
l'art. 10, comma 6,
L.
7 agosto 1997, n. 266, nonché l'art. 15, L. 17 maggio 1999, n. 144.
(16)
Aggiunge il comma 1-bis all'art. 15, D.L. 20 novembre 1987, n. 474.
(17)
Comma così sostituito prima dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493
e poi dall'art. 23-bis, D.L. 30 gennaio 1998, n. 6.
(17/a)
Comma aggiunto dall'art. 23-bis, D.L. 30 gennaio 1998, n. 6.
(18)
Comma così modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(19)
.
(19/a).
(19/b)
Lettera così modificata dall'art. 11, D.L. 25 marzo 1997, n. 67.
(20).
(21).
(19/b)
Lettera così modificata dall'art. 11, D.L. 25 marzo 1997, n. 67.
(21/a)
Comma aggiunto dall'art. 11, D.L. 25 marzo 1997, n. 67.
(21/b)
Con sentenza 18-18 luglio 1997, n. 241 (Gazz. Uff. 23 luglio 1997, n. 30 -
Serie speciale), la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità
costituzionale del comma 18, nella parte in cui prevede l'obbligo di
adeguamento anche per le regioni a statuto speciale e le province autonome di
Trento e di Bolzano.
(22)
Sostituisce la lett. c) del comma 10 dell'art. 10, D.L. 18 gennaio 1993, n. 8.
(23)
Sostituisce l'ultimo comma dell'art. 25, L. 28 febbraio 1985, n. 47.
(24)
Articolo così sostituito dall'art. 2, comma 60, L. 23 dicembre 1996, n. 662
modifiche introdotte dall'art. 10, D.L. 31 dicembre 1996, n. 669. In precedenza,
il presente articolo era stato sostituito dalla legge di conversione 4 dicembre
1993, n. 493 e modificato dall'art. 5, D.P.R. 22 aprile 1994, n. 425.
(25).
(26)
Comma così modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493. Il
comma 2 dell'art. 8 è stato ulteriormente modificato dall'art. 2, comma 74, L.
23 dicembre 1996, n. 662, e dall'art. 5, L. 30 aprile 1999, n. 136.
(27).
(28)
Comma aggiunto dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(29)
Articolo soppresso dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(30)
Il comma, che si omette, modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993,
n. 493, sostituisce con i commi 7, 8 e 8-bis i commi 7 e 8 dell'art. 3, L. 17
febbraio 1992, n. 179.
(31).
(32)
Comma così modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493 e
corretto con avviso pubblicato nella Gazz. Uff. 12 ottobre 1993, n. 240.
(33)
Articolo aggiunto dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(34).
(35).
(35/a)
Comma così modificato dall'art. 2, comma 73, L. 23 dicembre 1996, n. 662.
(31).
(26)
Comma così modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493. Il
comma 2 dell'art. 8 è stato ulteriormente modificato dall'art. 2, comma 74, L.
23 dicembre 1996, n. 662 e dall'art. 5, L. 30 aprile 1999 n. 136.
(26)
Comma così modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493. Il
comma 2 dell'art. 8 è stato ulteriormente modificato dall'art. 2, comma 74, L.
23 dicembre 1996, n. 662 e dall'art. 5, L. 30 aprile 1999, n. 136.
(36).
(36/a)
Comma così sostituito dall'art. 4, L. 28 gennaio 1994, n. 85.
(37).
(38)
Articolo così sostituito dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(39).
(40)
Comma così modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(41)
Il comma, che si omette, aggiunto dalla legge di conversione 4 dicembre 1993,
n. 493, sostituisce il comma 2 dell'art. 2, L. 17 febbraio 1992, n. 179.
(41/a)
Comma così sostituito dall'art. 5, L. 30 aprile 1999, n. 136.
(42)
Periodo aggiunto dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(43)
Comma così sostituito dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(43/a)
Con D.M. 1° dicembre 1994 (Gazz. Uff. 12 dicembre 1994, n. 289) e con D.M. 1°
dicembre
1994
(Gazz. Uff. 13 dicembre 1994, n. 290) sono state emanate disposizioni per la
realizzazione dei programmi di recupero urbano ai sensi del comma 5 del
presente art. 11.
(44)
Il comma, che si omette, modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993,
n. 493, sostituisce la lettera g) dell'art. 12, comma 4, L. 18 maggio 1989, n.
183.
(45)
Il comma, che si omette, sostituito dalla legge di conversione 4 dicembre 1993,
n. 493, aggiunge il comma 6-bis all'art. 22, L. 18 maggio 1989, n. 183.
(46)
Il comma, che si omette, sostituito dalla legge di conversione 4 dicembre 1993,
n. 493, aggiunge i commi 6-bis e 6-ter all'art. 17, L. 18 maggio 1989, n. 183.
(47).
(48)
Sostituisce il primo periodo del comma 2 dell'art. 25, L. 18 maggio 1989, n.
183.
(49)
Aggiunge due periodi al comma 3 dell'art. 25, L. 18 maggio 1989, n. 183.
(50)
Modifica il comma 4 dell'art. 25, L. 18 maggio 1989, n. 183.
(51).
(52)
Comma così modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(53)
Comma aggiunto dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(51).
(53)
Comma aggiunto dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(53/a)
Per l'estensione dell'applicabilità della disposizione di cui al presente
periodo, vedi l'art. 28,
comma
6, L. 30 aprile 1999, n. 136.
(53)
Comma aggiunto dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(54).
(55).
(56).
(57).
(58)
Comma così modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(59).
(58)
Comma così modificato dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.
(60)
.
(61)
Comma così sostituito dalla legge di conversione 4 dicembre 1993, n. 493.